27 Gennaio 2003 Giornata della memoria
Oggi come ieri,
riaffermiamo la nostra volontà di non dimenticare, di non
rinunciare al bene comune della memoria. Siamo convinti che il ricordo
costituisca il mezzo più efficace per contrastare la tendenza a banalizzare
e a rimuovere dalla coscienza civile taluni nodi cruciali del secolo appena
trascorso.
Tra le questioni più emblematiche
e significative vanno segnalate, nonostante da allora sia passato più di un
cinquantennio, la Shoah e la Resistenza.
La necessità di ricordare è
inoltre un nostro diritto e un nostro dovere.
La Dichiarazione Universale dei
diritti dell’uomo è stata proclamata nel 1948 dall’Assemblea generale delle
Nazioni Unite, "affinché ogni individuo e ogni organo della società, avendo
costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con
l’insegnamento e l’educazione, il rispetto di questi diritti e di queste
libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale
e internazionale, l’universale ed effettivo riconoscimento e
rispetto."
Ricordare è un diritto, in quanto
ci riconosciamo nei valori di libertà e di democrazia previsti dalla nostra
Costituzione, i soli sui quali è possibile costruire una coscienza
autenticamente civile.
E’ un dovere, perché la memoria
della tragica esperienza del totalitarismo
nazista e della successiva
Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo sono il più importante
patrimonio di esperienza che abbiamo contro il rischio di viverla di
nuovo.
La nostra storia recente non deve
infatti mai cessare di essere un monito e un insegnamento: essa ci dice che
le tradizioni civili dei popoli, se non vengono coltivate e protette,
prima immiseriscono, poi decadono, infine muoiono per cedere il passo all’
irrazionalità e alla barbarie.
Per sottrarci, attraverso la
riappropriazione del ricordo, ad una quotidianità priva di "alti" valori, di
forti identità, di future prospettive, diciamo insieme:

Per questo il 27 di Gennaio alle
ore 11:59 (Ora di entrata delle truppe alleate ad Auschwitz) nelle nostre
classi faremo un minuto di silenzio e leggeremo la poesia di Primo Levi "Se
questo è un uomo".
Per questo inoltre chiederemo
alle nostre scuole che alle ore 11:59 venga "suonata la campanella" e venga
effettuato un minuto di silenzio e letta in tutte le classi la sopraccitata
poesia.
Per questo sosteniamo, da
cittadini, l’azione di quegli insegnanti che testimonieranno il 27 Gennaio
il loro senso civico con il silenzio.
non
rinunciamo alla memoria!
<<Come vorremmo vivere, domani?
No, non dite di essere scoraggiati, di non
volerne più sapere.
Pensate che tutto è successo perché
non ne avete più voluto sapere
!>>
(G.
Ulivi)
<< Se comprendere è impossibile, conoscere è
necessario, perché ciò che è accaduto può
ritornare, le coscienze possono nuovamente
essere sedotte e oscurate: anche le nostre >>.
( Primo Levi)
IN OCCASIONE DELLA "GIORNATA
DELLA MEMORIA", DI’ ANCHE TU:
"IO NON RINUNCIO ALLA MEMORIA!"
perciò
suggeriamo:
successivamente
di leggere la poesia di Primo Levi
"Se questo è un uomo"
Voi che vivete
sicuri
Nelle vostre
tiepide case,
voi che
trovate tornando a sera
Il cibo caldo
e visi amici:
Considerate se
questo è un uomo
Che lavora nel
fango
Che non
conosce pace
Che lotta per
un pezzo di pane
Che muore per
un sì o per un no.
Considerate se
questa è una donna,
Senza capelli
e senza nome
Senza più
forza di ricordare
Vuoti gli
occhi e freddo il grembo
Come una rana
d’inverno.
Meditate che
questo è stato:
Scolpitele nel
vostro cuore
Stando in casa
andando per via,
Coricandovi
alzandovi;
Ripetetele ai
vostri figli.
O vi si
sfaccia la casa,
La malattia vi
impedisca,
I vostri nati
torcano il viso da voi.
Inoltre puoi proporre al collegio docenti ,di far suonare la
campanella dell’Istituto dalle ore 11:59 alle ore 12 ricordando quanto
scrive Primo Levi
ne "La tregua", a proposito della liberazione del Lager di Auschwitz il 27
gennaio 1945 (<<La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso
mezzogiorno del 27 gennaio 1945>>)
(Primo Levi, Se questo è un uomo, Einaudi, Torino 1979).
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