
Giuseppe Caggiano, nato a Bisaccia
il 01/03/1950, dipendente ASL,
amministratore dall’83 all’88.
In minoranza dal '93 al '97.
Sempre in compagini di sinistra.
Attualmente segretario della locale
sezione dei Democratici di Sinistra
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Sig. Caggiano, dopo quindici anni il
suo partito, erede del PCI, è tornato ad amministrare Lacedonia, prima
come parte di una lista civica composita che vedeva un accordo
trasversale da destra a sinistra, poi a fianco, tra gli altri, degli
esponenti della Margherita, tutti ex democristiani, in una nuova giunta
di centro-sinistra.
Senese, da queste pagine, accusa i
partiti della sinistra lacedoniese di essersi appropriati di un potere
che i cittadini di Lacedonia avevano in parte affidato anche a loro.
Cosa gli risponde?
La lista civica nasce dalla necessità di
interrompere a Lacedonia un periodo buio durato molti mesi e
caratterizzato da avvenimenti che hanno riempito le cronache di quei
giorni. Non sta a noi giudicare ma, in qualità di rappresentanti delle
forze politiche, avevamo l'obbligo di impegnarci a dare ai cittadini
risposte in grado di uscire dal guado in cui la nostra comunità sembrava
essere stata trascinata.
Questa necessità, penso, è stata presente in
tutti i rappresentanti delle forze politiche che hanno allora aderito al
"quadrifoglio". La soluzione politica della lista civica non è passata
indolore tanto è che non è stata avallata dai livelli provinciali dei
partiti della sinistra.
Per quanto mi riguarda al momento ho avuto
grosse perplessità a condividere questo percorso ma, alla fine, è
sembrato il male minore la sperimentazione di un progetto comune con
forze politiche provenienti dalla destra. Non a caso dopo poco più di un
anno e mezzo di attività amministrativa lo scontro è emerso, secondo me,
sulle modalità di interpretazione del potere politico amministrativo da
parte dei rappresentanti della destra. Gli stessi, nei contatti
successivi con gli amministratori, nostri rappresentanti, avevano
ipotizzato soluzioni già sperimentate in altri comuni vicini con il
sotterfugio dell'allontanamento del sindaco per malattia.
Al contrario il partito dei democratici di
sinistra ha ritenuto di non dover interrompere l'esperienza
amministrativa, ritenendo di poterla continuare con le forze politiche
che si richiamavano al centro sinistra, in virtù dell'impegno assunto
con i cittadini in campagna elettorale e per tutta una serie di
motivazioni etiche e politiche.
Prima fra tutte quella di esporre la comunità
ad una ravvicinata campagna elettorale che avrebbe ancora di più potuto
lacerare rapporti sociali ed umani al suo interno.
In secondo luogo, dalla prospettiva politica
si è ritenuto finito il periodo di transizione per poter quindi ridare
chiarezza al quadro politico locale in sintonia con quanto avviene in
tema di alleanze alla Comunità Montana, alla Regione e, speriamo
prossimamente, all'Ente provincia.
In terzo luogo, si è altresì ritenuto non
opportuno, dal punto di vista amministrativo, affidare il paese ad una
gestione commissariale, con tutte le conseguenze immaginabili.
In conclusione, sia dal punto di vista morale
che politico riteniamo di aver fatto il nostro dovere di cittadini e di
rappresentanti di partiti. Pensiamo per il bene del paese.
Come procede l’inedita alleanza, per
Lacedonia, con gli ex-democristiani della Margherita?
Ritiene che ci siano le basi per
riproporla nelle prossime consultazioni elettorali?
La scelta fatta alcuni mesi fa dai D.S., dalla
Margherita, dagli Indipendenti di sinistra e da Rifondazione Comunista
deve andare per forza verso la costruzione di un Centro Sinistra
organico a Lacedonia e ritengo che la scelta politica è di prospettiva
non legata soltanto alle contingenze attuali.
Al momento il confronto con gli ex
democristiani, come li chiama lei, è incentrato sulla rimodulazione del
programma in itinere, nello sforzo di individuare le priorità per il
paese. Sin dal primo momento non ci siamo posti il problema delle
etichette politiche derivanti dalla storia dei rispettivi partiti, ma di
fare chiarezza nel quadro politico locale facendo riferimento ognuno ai
propri ideali e nella ricerca delle cose che ci possono accomunare.
Pertanto se l'esperienza continuerà ad essere positiva in questi due
anni perché non continuare?
E i rapporti con lo SDI di Mario
Megliola come vanno? Anche loro fanno parte dell’Ulivo, e con loro
amministrate sia alla Comunità Montana che negli altri enti.
Come mai non sono entrati anche loro a
far parte della nuova giunta di centro-sinistra che appoggia Palladino?
Penso che sia noi che loro ci siamo posti il
problema del rapporto con gli elettori e di come potrebbe essere
percepito adesso un coinvolgimento totale dello SDI nella vicenda
amministrativa e, pertanto, ritengo che nell'immediato ci siano solo le
condizioni per aprire un confronto serio, peraltro già avviato con
questa forza politica, nel rispetto dei ruoli attualmente ricoperti.
Diversamente daremmo agli avversari l'opportunità e il pretesto di
accusarci di "Ribaltone" .
I temi del lavoro sono, da sempre, i
più cari alla sinistra.
Come mai le varie iniziative prese da
questa amministrazione e da quelle vicine, ci riferiamo al Comitato dei
Sindaci del Calaggio, non hanno ancora sortito gli effetti sperati sulle
sorti della nostra area industriale e dell’occupazione in generale?
Negli ultimi due anni la Sinistra a livello
nazionale, provinciale e locale, durante i dibattiti nelle Feste
dell'Unità, aveva evidenziato che gli effetti di una politica
neoliberista proposta dal centro destra avrebbe portato non certo ad una
fase di congiuntura ma ad una vera e propria recessione economica che,
unita ai fatti dell'11 settembre 2001, avrebbe potuto avere effetti
disastrosi sulla nostra economia. Il perdurare della crisi
internazionale certamente è un fattore negativo aggiuntivo. Fa storia la
perdita contemporanea di 1400 posti di lavoro nella sola provincia di
Avellino.
Detto questo c'è da registrare l'intervento
della Regione Campania sulle aree industriali ex art.32 L2l9/8l con
l'approvazione in Commissione del regolamento per sottrarre gli opifici
industriali alla gestione dei tribunali e ricondurli in un ambito
politico amministrativo.
Se ancora non lo si vuol capire, gli
amministratori locali non hanno alcun potere sull’area del Calaggio, se
non quello delegato all’ASI o, peggio, quello "imposto" dall’ASL….. per
le sole chiusure. In definitiva, e paradossalmente, rivestiamo il solo
ruolo di "becchini", potendone velocizzare la morte ma non la rinascita.
Il comitato dei sindaci, agendo direttamente sulla Prefettura e sui mass
media, ha avviato un processo altresì anomalo ma con effetti di sicura
sensibilizzazione sia sulla Provincia che sull’unione degli industriali.
I buoni propositi per essere evidenti hanno sempre necessità di una fase
di maturazione tendente alla stabilizzazione delle opportune sinergie.
Evidentemente l’interlocutore è a conoscenza dell’efficienza di
"comitati" di antica memoria. Su alcune proposte produttive pervenute, a
mio avviso, ci vorrebbe più coraggio se non vogliamo vedere morire
lentamente le nostre comunità.
Sulla questione del terremoto, a
distanza di tre anni dall’insediamento di questa amministrazione, ancora
non c’è chiarezza, tanto che, da questa colonne, finanche il segretario
di Rifondazione Comunista, a voi vicino, si è detto in totale disaccordo
con le vostre scelte.
E’ così difficile, a Lacedonia,
distribuire cospicui fondi dello Stato?
La domanda di per se è abbastanza capziosa dal
momento che si pretende di chiarire una materia complessa quale è quella
legata ai finanziamenti di cui alla L.219/81 e successive; infatti la
domanda stessa è posta male, nel momento in cui in essa si parla di
"distribuzione di cospicui fondi dello Stato" e non piuttosto di diritto
al contributo in applicazione della legge e delle modifiche intervenute
nel corso degli anni. Cerco di chiarire meglio il concetto. I criteri di
assegnazione dei contributi nel corso di questi 24 anni hanno subito
modifiche e influenze di vario genere, le quali hanno contribuito a
creare una nebulosa attorno a questo problema.
E’ necessario in questa fase, ed in
applicazione della Legge Regionale del 20 novembre 2003, tentare di
chiudere questa partita, rendendo pubblici gli elenchi o graduatorie dei
beneficiari dei contributi. Nel contempo occorre migliorare e
velocizzare la capacità di spesa del nostro Comune per ottenere
ulteriori finanziamenti, sperimentando i cosiddetti "Progetti pilota"
per il Centro Storico e, in casi estremi, utilizzare anche il potere
sostitutivo dell’Ente. Non a caso abbiamo tenuto un dibattito il 30
marzo scorso con la presenza di due consiglieri regionali promotori
della legge di accelerazione delle procedure amministrative, l'on.Giusto
e l’on.De Luca.
Quali sono le iniziative per cui si
sta caratterizzando il suo partito in appoggio all’attuale Giunta
comunale? Cosa intende porre alla sua attenzione nell’immediato futuro?
Ho già detto in precedenza che l'attenzione
posta dal mio partito al problema dello sviluppo e della conseguente
occupazione è stata notevole per aver affrontato l'argomento nelle
manifestazioni pubbliche e nei contatti diretti e, direi quasi
quotidiani, con i vertici del partito e dei sindacati. Ciò senza dubbio
non è sufficiente ed esaustivo ed occorre a mio avviso un confronto tra
tutte le forze politiche per capire se ci sono ancora possibilità di
sviluppo, vista la situazione attuale. In quale direzione si vuole
andare.
Ad esempio, promuovere il settore turistico o
continuare ad insistere soltanto su quello industriale o, non piuttosto,
pensare ad uno sviluppo integrato, compatibile, che possa far coesistere
e sviluppare sinergicamente questi due settori.
In ultimo, a mio avviso, occorre ridiscutere e
riprendere il discorso anche sul polo scolastico e, perché no, pensare
ad iniziative collegate alle Università, così come hanno fatto di
recente in alcuni comuni.
Perché da Lacedonia non partono
iniziative imprenditoriali serie, capaci di sfruttare al meglio gli
aiuti dello Stato (tipo Patti territoriali?). Che cosa manca al "nostro
ingranaggio"?
Su questo punto ritengo che ad oggi qualcosa
in questa direzione si sia mossa, qualche iniziativa imprenditoriale è
venuta fuori e direi in modo abbastanza sufficiente.
Non si può inventare una classe
imprenditoriale dall'oggi al domani; è un processo lungo di crescita
economica e soprattutto sociale che però necessita di piani di
finanziamento organici che partano dal basso e si integrino con il
territorio. Le normative di sovvenzione debbono essere riportate in un
unico piano di regia e controllate sul posto dagli Enti locali. Non ha
senso tenere in piedi strutture quali patti territoriali, contratti
d’area, PIT e quant’altro, e farli agire isolatamente.
Come ritiene possano crearsi nuovi
posti di lavoro per i giovani lacedoniesi?
La fase di recessione economica attuale non
agevola nessuna riflessione, in particolare nel settore industriale.
Quel poco che è venuto fuori per creare nuovi posti di lavoro è stato
ricercato, per esempio, nella promozione di centrali per la
trasformazione energetica delle biomasse. Anche questo aspetto necessita
di una valutazione più approfondita da parte di tutti e non la si può
scartare a priori prendendo a pretesto un ambientalismo di maniera o,
peggio, in grazia di una sazietà individuale.
Nota della redazione
le riportiamo qui di sotto uno stralcio
dell'intervista al sig. Renna, segretario di Rifondazione
Comunista, fatta alcune settimane fa.
D.:
Nel riparto dei
fondi del terremoto i criteri adottati da questa amministrazione non
sono da tutti approvati. Lei li condivide?
R.:
La risposta alla Sua domanda è senza
nessuna esitazione NO.
A più di
venti anni dal terremoto non è concepibile che sia ancora poco
chiara la situazione definitiva sulla ricostruzione e la stessa
presenza di numerosi elenchi di priorità hanno permesso ai tecnici
ed agli amministratori la massima discrezionalità sulle scelte.
Bisogna
superare l’idea della ricostruzione per particelle e puntare le
ultime risorse disponibili per il recupero di intere zone, nella
logica degli interventi a comparti, con l’impegno diretto
dell’Ente. Fin dall’inizio del dibattito abbiamo sostenuto la
necessità, da parte dell’Amministrazione, di appropriarsi dei
poteri sostitutivi, previsti dalla legge, per dare una risposta
complessiva ed omogenea a tutta la materia.
Sig. Caggiano, volevamo semplicemente
darLe la possibilità di rispondere al sig. Renna, sostenitore, come
Lei, di questa amministrazione; e Lei, per tutta risposta, ci ha
dato del "capzioso"!!!
A noi sembra, invece, che Lei pur di non
rispondere al segretario di R.C. ci abbia attaccato deliberatamente!
E ce ne dispiace.
Comunque, qui avrà sempre diritto di
replica.
Un cordiale saluto, La
Redazione .
Grazie

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