Lacedonianews Archivio Anno 2006

 

TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE

Giuseppe Caggiano, nato a Bisaccia

il 01/03/1950, dipendente ASL, amministratore dall’83 all’88. 

In minoranza dal '93 al '97.

Sempre in compagini di sinistra.

Attualmente segretario della locale sezione dei Democratici di Sinistra

Sig. Caggiano, dopo quindici anni il suo partito, erede del PCI, è tornato ad amministrare Lacedonia, prima come parte di una lista civica composita che vedeva un accordo trasversale da destra a sinistra, poi a fianco, tra gli altri, degli esponenti della Margherita, tutti ex democristiani, in una nuova giunta di centro-sinistra.

Senese, da queste pagine, accusa i partiti della sinistra lacedoniese di essersi appropriati di un potere che i cittadini di Lacedonia avevano in parte affidato anche a loro. Cosa gli risponde?

La lista civica nasce dalla necessità di interrompere a Lacedonia un periodo buio durato molti mesi e caratterizzato da avvenimenti che hanno riempito le cronache di quei giorni. Non sta a noi giudicare ma, in qualità di rappresentanti delle forze politiche, avevamo l'obbligo di impegnarci a dare ai cittadini risposte in grado di uscire dal guado in cui la nostra comunità sembrava essere stata trascinata.

Questa necessità, penso, è stata presente in tutti i rappresentanti delle forze politiche che hanno allora aderito al "quadrifoglio". La soluzione politica della lista civica non è passata indolore tanto è che non è stata avallata dai livelli provinciali dei partiti della sinistra.

Per quanto mi riguarda al momento ho avuto grosse perplessità a condividere questo percorso ma, alla fine, è sembrato il male minore la sperimentazione di un progetto comune con forze politiche provenienti dalla destra. Non a caso dopo poco più di un anno e mezzo di attività amministrativa lo scontro è emerso, secondo me, sulle modalità di interpretazione del potere politico amministrativo da parte dei rappresentanti della destra. Gli stessi, nei contatti successivi con gli amministratori, nostri rappresentanti, avevano ipotizzato soluzioni già sperimentate in altri comuni vicini con il sotterfugio dell'allontanamento del sindaco per malattia.

Al contrario il partito dei democratici di sinistra ha ritenuto di non dover interrompere l'esperienza amministrativa, ritenendo di poterla continuare con le forze politiche che si richiamavano al centro sinistra, in virtù dell'impegno assunto con i cittadini in campagna elettorale e per tutta una serie di motivazioni etiche e politiche.

Prima fra tutte quella di esporre la comunità ad una ravvicinata campagna elettorale che avrebbe ancora di più potuto lacerare rapporti sociali ed umani al suo interno.

In secondo luogo, dalla prospettiva politica si è ritenuto finito il periodo di transizione per poter quindi ridare chiarezza al quadro politico locale in sintonia con quanto avviene in tema di alleanze alla Comunità Montana, alla Regione e, speriamo prossimamente, all'Ente provincia.

In terzo luogo, si è altresì ritenuto non opportuno, dal punto di vista amministrativo, affidare il paese ad una gestione commissariale, con tutte le conseguenze immaginabili.

In conclusione, sia dal punto di vista morale che politico riteniamo di aver fatto il nostro dovere di cittadini e di rappresentanti di partiti. Pensiamo per il bene del paese.

 

 

Come procede l’inedita alleanza, per Lacedonia, con gli ex-democristiani della Margherita?

Ritiene che ci siano le basi per riproporla nelle prossime consultazioni elettorali?

La scelta fatta alcuni mesi fa dai D.S., dalla Margherita, dagli Indipendenti di sinistra e da Rifondazione Comunista deve andare per forza verso la costruzione di un Centro Sinistra organico a Lacedonia e ritengo che la scelta politica è di prospettiva non legata soltanto alle contingenze attuali.

Al momento il confronto con gli ex democristiani, come li chiama lei, è incentrato sulla rimodulazione del programma in itinere, nello sforzo di individuare le priorità per il paese. Sin dal primo momento non ci siamo posti il problema delle etichette politiche derivanti dalla storia dei rispettivi partiti, ma di fare chiarezza nel quadro politico locale facendo riferimento ognuno ai propri ideali e nella ricerca delle cose che ci possono accomunare. Pertanto se l'esperienza continuerà ad essere positiva in questi due anni perché non continuare?

 

E i rapporti con lo SDI di Mario Megliola come vanno? Anche loro fanno parte dell’Ulivo, e con loro amministrate sia alla Comunità Montana che negli altri enti.

Come mai non sono entrati anche loro a far parte della nuova giunta di centro-sinistra che appoggia Palladino?

Penso che sia noi che loro ci siamo posti il problema del rapporto con gli elettori e di come potrebbe essere percepito adesso un coinvolgimento totale dello SDI nella vicenda amministrativa e, pertanto, ritengo che nell'immediato ci siano solo le condizioni per aprire un confronto serio, peraltro già avviato con questa forza politica, nel rispetto dei ruoli attualmente ricoperti. Diversamente daremmo agli avversari l'opportunità e il pretesto di accusarci di "Ribaltone" .

 

I temi del lavoro sono, da sempre, i più cari alla sinistra.

Come mai le varie iniziative prese da questa amministrazione e da quelle vicine, ci riferiamo al Comitato dei Sindaci del Calaggio, non hanno ancora sortito gli effetti sperati sulle sorti della nostra area industriale e dell’occupazione in generale?

Negli ultimi due anni la Sinistra a livello nazionale, provinciale e locale, durante i dibattiti nelle Feste dell'Unità, aveva evidenziato che gli effetti di una politica neoliberista proposta dal centro destra avrebbe portato non certo ad una fase di congiuntura ma ad una vera e propria recessione economica che, unita ai fatti dell'11 settembre 2001, avrebbe potuto avere effetti disastrosi sulla nostra economia. Il perdurare della crisi internazionale certamente è un fattore negativo aggiuntivo. Fa storia la perdita contemporanea di 1400 posti di lavoro nella sola provincia di Avellino.

Detto questo c'è da registrare l'intervento della Regione Campania sulle aree industriali ex art.32 L2l9/8l con l'approvazione in Commissione del regolamento per sottrarre gli opifici industriali alla gestione dei tribunali e ricondurli in un ambito politico amministrativo.

Se ancora non lo si vuol capire, gli amministratori locali non hanno alcun potere sull’area del Calaggio, se non quello delegato all’ASI o, peggio, quello "imposto" dall’ASL….. per le sole chiusure. In definitiva, e paradossalmente, rivestiamo il solo ruolo di "becchini", potendone velocizzare la morte ma non la rinascita. Il comitato dei sindaci, agendo direttamente sulla Prefettura e sui mass media, ha avviato un processo altresì anomalo ma con effetti di sicura sensibilizzazione sia sulla Provincia che sull’unione degli industriali. I buoni propositi per essere evidenti hanno sempre necessità di una fase di maturazione tendente alla stabilizzazione delle opportune sinergie. Evidentemente l’interlocutore è a conoscenza dell’efficienza di "comitati" di antica memoria. Su alcune proposte produttive pervenute, a mio avviso, ci vorrebbe più coraggio se non vogliamo vedere morire lentamente le nostre comunità.

 

Sulla questione del terremoto, a distanza di tre anni dall’insediamento di questa amministrazione, ancora non c’è chiarezza, tanto che, da questa colonne, finanche il segretario di Rifondazione Comunista, a voi vicino, si è detto in totale disaccordo con le vostre scelte.

E’ così difficile, a Lacedonia, distribuire cospicui fondi dello Stato?

La domanda di per se è abbastanza capziosa dal momento che si pretende di chiarire una materia complessa quale è quella legata ai finanziamenti di cui alla L.219/81 e successive; infatti la domanda stessa è posta male, nel momento in cui in essa si parla di "distribuzione di cospicui fondi dello Stato" e non piuttosto di diritto al contributo in applicazione della legge e delle modifiche intervenute nel corso degli anni. Cerco di chiarire meglio il concetto. I criteri di assegnazione dei contributi nel corso di questi 24 anni hanno subito modifiche e influenze di vario genere, le quali hanno contribuito a creare una nebulosa attorno a questo problema.

E’ necessario in questa fase, ed in applicazione della Legge Regionale del 20 novembre 2003, tentare di chiudere questa partita, rendendo pubblici gli elenchi o graduatorie dei beneficiari dei contributi. Nel contempo occorre migliorare e velocizzare la capacità di spesa del nostro Comune per ottenere ulteriori finanziamenti, sperimentando i cosiddetti "Progetti pilota" per il Centro Storico e, in casi estremi, utilizzare anche il potere sostitutivo dell’Ente. Non a caso abbiamo tenuto un dibattito il 30 marzo scorso con la presenza di due consiglieri regionali promotori della legge di accelerazione delle procedure amministrative, l'on.Giusto e l’on.De Luca.

 

Quali sono le iniziative per cui si sta caratterizzando il suo partito in appoggio all’attuale Giunta comunale? Cosa intende porre alla sua attenzione nell’immediato futuro?

Ho già detto in precedenza che l'attenzione posta dal mio partito al problema dello sviluppo e della conseguente occupazione è stata notevole per aver affrontato l'argomento nelle manifestazioni pubbliche e nei contatti diretti e, direi quasi quotidiani, con i vertici del partito e dei sindacati. Ciò senza dubbio non è sufficiente ed esaustivo ed occorre a mio avviso un confronto tra tutte le forze politiche per capire se ci sono ancora possibilità di sviluppo, vista la situazione attuale. In quale direzione si vuole andare.

Ad esempio, promuovere il settore turistico o continuare ad insistere soltanto su quello industriale o, non piuttosto, pensare ad uno sviluppo integrato, compatibile, che possa far coesistere e sviluppare sinergicamente questi due settori.

In ultimo, a mio avviso, occorre ridiscutere e riprendere il discorso anche sul polo scolastico e, perché no, pensare ad iniziative collegate alle Università, così come hanno fatto di recente in alcuni comuni.

 

Perché da Lacedonia non partono iniziative imprenditoriali serie, capaci di sfruttare al meglio gli aiuti dello Stato (tipo Patti territoriali?). Che cosa manca al "nostro ingranaggio"?

Su questo punto ritengo che ad oggi qualcosa in questa direzione si sia mossa, qualche iniziativa imprenditoriale è venuta fuori e direi in modo abbastanza sufficiente.

Non si può inventare una classe imprenditoriale dall'oggi al domani; è un processo lungo di crescita economica e soprattutto sociale che però necessita di piani di finanziamento organici che partano dal basso e si integrino con il territorio. Le normative di sovvenzione debbono essere riportate in un unico piano di regia e controllate sul posto dagli Enti locali. Non ha senso tenere in piedi strutture quali patti territoriali, contratti d’area, PIT e quant’altro, e farli agire isolatamente.

 

Come ritiene possano crearsi nuovi posti di lavoro per i giovani lacedoniesi?

La fase di recessione economica attuale non agevola nessuna riflessione, in particolare nel settore industriale. Quel poco che è venuto fuori per creare nuovi posti di lavoro è stato ricercato, per esempio, nella promozione di centrali per la trasformazione energetica delle biomasse. Anche questo aspetto necessita di una valutazione più approfondita da parte di tutti e non la si può scartare a priori prendendo a pretesto un ambientalismo di maniera o, peggio, in grazia di una sazietà individuale.

       

      Nota della redazione

      Egregio sig. Caggiano,

      le riportiamo qui di sotto uno stralcio dell'intervista al sig. Renna, segretario di Rifondazione Comunista, fatta alcune settimane fa.

      D.: Nel riparto dei fondi del terremoto i criteri adottati da questa amministrazione non sono da tutti approvati. Lei li condivide?

      R.: La risposta alla Sua domanda è senza nessuna esitazione NO.

      A più di venti anni dal terremoto non è concepibile che sia ancora poco chiara la situazione definitiva sulla ricostruzione e la stessa presenza di numerosi elenchi di priorità hanno permesso ai tecnici ed agli amministratori la massima discrezionalità sulle scelte.

      Bisogna superare l’idea della ricostruzione per particelle e puntare le ultime risorse disponibili per il recupero di intere zone, nella logica degli interventi a comparti, con l’impegno diretto dell’Ente. Fin dall’inizio del dibattito abbiamo sostenuto la necessità, da parte dell’Amministrazione, di appropriarsi dei poteri sostitutivi, previsti dalla legge, per dare una risposta complessiva ed omogenea a tutta la materia.

       

      Sig. Caggiano, volevamo semplicemente darLe la possibilità di rispondere al sig. Renna, sostenitore, come Lei, di questa amministrazione; e Lei, per tutta risposta, ci ha dato del "capzioso"!!! 

      A noi sembra, invece, che Lei pur di non rispondere al segretario di R.C. ci abbia attaccato deliberatamente!

      E ce ne dispiace.

      Comunque, qui avrà sempre diritto di replica.

         Un cordiale saluto,  La Redazione .      

                                            

                         Grazie

 


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