Lacedonianews Archivio Anno 2006

 

 

 
 

    

 Partito della Rifondazione Comunista

 

ALTA IRPINIA, un territorio in discussione !! ….

     La  ricerca  e  la  definizione di duraturi meccanismi di crescita economica delle aree interne della Campania, ed in particolare dell’Alta Irpinia, passano attraverso la prioritaria acquisizione di due fondamentali principi:

1.conoscenza complessiva delle varie potenzialità del territorio e loro  presa di coscienza da parte degli utenti del territorio stesso;

2.creazione di un tessuto  imprenditoriale diffuso, inteso principalmente come nuovo atteggiamento culturale rispetto al bisogno di un futuro diverso.

L’Alta Irpinia, a dispetto di una non eccessiva attenzione ad essa rivolta dai livelli di programmazione a scala maggiore, negli ultimi anni ha  autonomamente perseguito con proprie energie tentativi di elaborazione  progettuale, che le hanno consentito di creare condizioni di oggettive opportunità da spendere sul terreno della crescita e dello sviluppo, a fronte di una situazione occupazionale nel settore dell’industria ( leggi aree ex art. 32)  oggettivamente preoccupante (la situazione del Calaggio ne è emblema) e di una agricoltura eccessivamente interessata solo a sfruttare le opportunità di acquisizione di risorse pubbliche e comunitarie che non a mettersi in discussione rispetto al suo effettivo ruolo produttivo e di ripensamento una sua inderogabile ricollocazione all’interno di un panorama economico teso essenzialmente al depauperamento del territorio.

Su questi aspetti vi è la necessità di riappropriarsi di un  livello della discussione e della programmazione in un’ottica nuova che ponga le premesse per una radicale inversione di logiche produttive oramai consolidatesi come estranee al nostro territorio.

L’opportunità di sperimentare un nuovo percorso di elaborazione  può essere rappresentato dalle opportunità offerte dal Distretto Industriale di CALITRI, che all’interno della programmazione regionale del POR ha ottenuto la possibilità di disporre di risorse economiche rilevanti da investire per la definizione di un livello infrastrutturale consono alle necessità territoriali e per la creazione di nuova imprenditorialità.

Tale occasione può rappresentare un laboratorio proficuo e non, ciò che nessuno vuole, una mera e inutile realizzazione di infrastrutture fine a se stessa.

I segnali di forte novità sono in tutta la loro potenzialità venuti fuori in termini ben definiti; si è strutturato una diffusa condizione di pensare e perseguire percorsi autonomi pensati dal basso

Sono notorie le azioni messe in atto dai vari strumenti della programmazione negoziata, Contratto D’area, Patti territoriali in primo luogo, dai PIT sugli Itinerari Culturali, Parchi Letterari, Gruppi di Azione Locale ed altro.

Pur nella comprensibile sovrapposizione ed interferenza creatasi tra questi vari strumenti , è indubbio il profilarsi all’orizzonte di nuove opportunità di crescita socio-economica ; le varie azioni messe in atto sono finalizzate a consegnare a questo territorio una nuova dimensione culturale che partendo dalla valorizzazione della qualità ambientale e delle rilevanti emergenze storico –archeologiche – architettoniche e paesaggistiche,  possono innescare un virtuoso circuito di produzione di risorse che, se veicolate in un’ottica di sistema, risulta oggettivamente plausibile  chiedere al mondo della politica una diversa e nuova stagione di rapporti con le aree interne.

E’ in tale direzione  che le energie e le intelligenze ancora aggrappate a questa terra sono impegnate; ed è per queste energie, per questa terra e per la storia di decenni di fatica e sofferenze che la politica deve assumere un valore aggiunto e non un’occasione di mera  e fatua  autocelebrazione.

Per evitare ciò, come candidato del PRC del  Collegio Provinciale e delle zone interne della regione Campania , indico alcune questioni comuni e peculiari delle nostre comunità.

La nostra è un’area interregionale, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata, territorio di cerniera tra Napoli e Bari, che ha come centro l’area Industriale del Calaggio da tutti osannata, ma che sostanzialmente non ha avuto fortuna, nonostante la grande quantità di denaro pubblico speso.

Questo è il più grosso problema che la nuova Regione dovrà affrontare poiché, tra  le fabbriche fallite e quelle in difficoltà, la situazione si è fatta molto pesante; fra i 1.800 posti di lavoro persi nel 2003 dalla provincia di Avellino, molti vengono proprio dal Calaggio con circa 200 posti persi. L’Autogestione ( attraverso la Capitalizzazione delle spettanze arretrate)da parte dei lavoratori delle Aziende dallo stato e fallite.

La seconda questione che riguarda il nostro territorio è sicuramente l’Agricoltura, che qui è il settore primario. Due mi sembrano le linee di orientamento più importanti: la filiera del Grano e dei Cereali in genere, a partire dal lavoro della terra (quando si parla di Tracciabilità questa parte del Lavoro viene sempre omessa), e quella della Carne e del Latte, valorizzando i prodotti della nostra terra e dei nostri pascoli che sono ancora per certi versi incontaminati.La Politica Agricola Comunitaria, non può trattare il lavoro come se fosse un’appendice”cioè produci o non produci è la stessa cosa, tanto l’aiuto Comunitario lo prendi lo stesso” è una sorta di cassa integrazione, senza dirlo. E dopo il 2013 che si fa?

La questione delle fonti Energetiche Alternative deve vedere impegnata fortemente la Regione nonché la Provincia, non solo per il suo Sviluppo, con la creazione di veri e propri laboratori di ricerca a partire dalle scuole, ma anche valorizzando il centro di ricerca Regionale, in contrada Formicoso ( cosa gia richiesta dalla IVPC, e, finora senza Risposta).

Partendo dal Piano Energetico, bisogna fare una seria programmazione del e sul territorio della distribuzione dell’Eolico, in modo da salvaguardare oltre alla risorsa, il vento, anche il paesaggio, la ricerca di nuovi siti non può essere un fatto casuale.

Sperimentare anche le nuove fonti, come il Solare, il Termico e il Fotovoltaico, con piccole centrali anche Idroelettriche a Diga San Pietro e Conza della Campania, riconsiderando il ruolo dell’acqua non come una merce, ma un bene Comune Dell’Umanità.    Inoltre verificare la possibilità di far risparmiare il costo del KWH alternativo, del costo energetico se prodotto con altre fonti tradizionali, petrolio, carbone, Ecc. Ecc…

La questione mai risolta dei Rifiuti Solidi Urbani non può e non deve essere affrontata in maniera Emergenziale: ci vogliono soluzioni definitive che non possono essere le Discariche.

La lotta paga: per adesso, le discariche sono chiuse, ma non basta. Occorre che la nostra  Provincia si faccia effettivamente carico dei suoi Rifiuti e li smaltisca correttamente senza correre il rischio che altri, profittando della nostra debolezza, vengano a scaricarli da noi. Siamo sostanzialmente un’area che produce Rifiuti poveri e, quindi, smaltibili in loco attraverso una seria separazione Secco Umida dei Rifiuti , a partire dalla casa. Con una impiantistica si possono separare gli RSU ed inviarli ai consorzi nazionali della plastica, del vetro, della carta e del ferro, mentre l’Umido, visto che gli impianti di compostaggio Conza della Campania e Bisaccia, possono tranquillamente soddisfare le nostre esigenze territoriali

La questione dell’acqua come bene comune da non privatizzare, magari riunificando lòa gestione e la risorsa tutta a livello Regionale, per evitare comportamenti contraddittori nella regione e con le Regioni confinati(Puglia AQP Molise e Lazio) senza dimenticare che la prima delibera di opposizione alla legge finanziaria del 2002 venne proprio da Lacedonia.

La questione delle Scuole non è solo strutturale, ci sono anche problemi di indirizzo legati, non solo all’evoluzione scientifica della società in generale , ma anche alla necessità di ripensare al sistema Istruzione finalizzandolo alle nuove professioni ed alle prospettive di sviluppo del mercato del lavoro in loco ( per intenderci non possiamo continuare a fabbricare diplomati e Laureati e mandare i giovani altrove), valorizzando qui l’investimento che le famiglie fanno.

Viabilità e Trasporti: qui l’isolamento è quasi totale. A parte i raccordi Autostradali, il resto sono tutte macerie. Spero che la Candidata a Presidente nel suo giro elettorale se ne renda conto ed una volta eletta  intervenga.

La questione del reddito di Cittadinanza  non puo essere risolta ( anche se non lo è ancora) solo un fatto di sussidio economico, bisogna dare prospettiva di lunga durata agli abitanti di questa Regione, quindi la questione del Collocamento, anche esso privatizzato e precarizzato.

Valorizzare infine la rete dei piccoli Comuni, per eliminare lo strapotere dell’ANCI che non tiene affatto conto delle nostre realtà, andando anche incontro alla necessità che l’Ente provincia, anche in funzione ad i nuovi poteri conferitogli dalle varie riforme, sia effettivamente più vicina alle nostre piccole Comunità, favorendo anche l'approvazione della legge sui piccoli Comuni ferma al Senato.

Naturalmente questi vogliono essere solo alcuni spunti di riflessione per la campagna elettorale, dell’Unione  guidata da Antonio Bassolino.

 

Lacedonia 5/ marzo 2005                                   Antonio Di Ninno Candidato  PRC          

 
 

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