Intervista a Pietro Mennea in occasione del ventiquattresimo anniversario
del conseguimento del record del mondo sui 200 metri.
Mennea sono trascorsi 24
anni dal suo record, il famoso 19''72 conseguito a Citta' del Messico il 12
settembre 1979, che per 17 anni ha rappresentato il record del mondo sui
200 metri e che ancora costituisce record europeo. Che cosa le è rimasto di
quel giorno?
Una grande emozione e gioia. Ricordo
perfettamente il boato della gente e il mio stato d'animo fortemente provato
dopo la lettura del tempo. Un risultato cronometrico cercato con tanta
forza, passione ed allenamento.
Per conseguire quella prestazione agonistica ho lavorato 6 ore al giorno per
350 giorni l'anno.
Rifarebbe tutti i sacrifici fatti in tutti questi anni per
arrivare a questi risultati?
Credo
che nell'atletica, come in qualsiasi attività della vita sociale, per emergere
bisogna lavorare duramente. Sono stato fortunato a cimentarmi per 20 anni in
uno sport dove la superficialità non era ammessa. Sotto questo punto di
vista lo sport mi ha insegnato tanto.
Quale e' stato il commento piu' bello che ha sentito?
Ogni qual volta incontro appassionati di
atletica e di sport in generale, tutti mi ricordano sempre le emozioni che
vissero di fronte al televisore al momento della mia vittoria ai giochi
mondiali universitari del 1979. Mi raccontano della loro gioia nel vedere un
italiano conseguire un grande risultato in una disciplina sportiva, la
velocita', dominata quasi sempre dagli statunitensi.
E' motivo di grande soddisfazione sapere che la gente ricorda quell'evento,
nonostante siano trascorsi diversi anni.
Il record e' per lei il momento piu' alto della sua
carriera tecnico- agonistica in atletica?
Ho avuto l'onore e la grande fortuna di correre
in cinque Olimpiadi e di stabilire molti primati, ma in effetti il ricordo
del 19''72 rimane il più significativo, insieme alla medaglia d'oro conseguita
ai giochi olimpici di Mosca nel 1980.
Conviene in merito al fatto che quel tempo ha fatto la
storia della atletica leggera italiana e mondiale?
Devo ammettere di sì, anche se mi piacerebbe
molto che altri atleti italiani potessero stabilire record del mondo e far
rinascere la nostra atletica che purtroppo oggi attraversa un momento di
grande affanno. Quel tempo cronometrico rimane un patrimonio della atletica
leggera italiana e mondiale.
Un consiglio a chi volesse cimentarsi nello sport e, perche' no, provare a conseguire un record del mondo?
Nessun
doping, tanta volontà e tantissimo allenamento. Per conseguire quel 19''72 mi
sono allenato per 11 anni. Non sono pochi.
a cura di Michele MISCIA |