TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE
Megliola Mario nato a Sant’Angelo dei Lombardi
il 22-12-1953, ex funzionario sindacale provinciale della
Federbraccianti - CGIL dal 1981 al 1988, vicesindaco comunale dal 1988
al 1997, assessore alla comunità montana "Alta Irpinia" di Calitri dal
1996 ad oggi con delega al settore forestale e territorio, membro del
c.d.a. società consortile "Baronia S.P.A." dal 1999 al 2001, da due anni
e mezzo ricopre la carica di capogruppo consiliare del gruppo di
minoranza "progetto futuro".
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Lei, sig. Megliola, è il primo firmatario della
recente mozione di sfiducia al Sindaco in cui otto consiglieri su sedici
lamentano la mancanza di un nuovo programma politico e di una verifica per
la nuova giunta Margherita-Sinistra. Inoltre avete lamentato che il Comune è
ormai un "porto nelle nebbie", lanciando pesanti accuse al Sindaco ed alla
sua maggioranza, rei di aver creato a Lacedonia un pesante clima politico e
sociale. A cosa si riferisce?
Noi abbiamo ritenuto di presentare un atto
politicamente forte come la mozione di sfiducia poiché riteniamo che siano
saltati tutti i collegamenti politici ed istituzionali con questa
maggioranza amministrativa, e abbiamo elencato puntualmente le motivazioni
della sfiducia in una serie di atti che il sindaco e la maggioranza hanno
posto in essere per alimentare questo clima di muro contro muro.
Rammento a me stesso che la motivazione alla base
della lista eterogenea "il quadrifoglio" spiegata in tutte le "salse" era
l’esigenza di creare condizioni, da un lato di equilibrio politico e
dall’altro di una ripresa dei rapporti umani e personali fra il ceto
dirigente della nostra comunità, per cui si diede vita ad una alleanza che
basava le sue motivazioni su questi presupposti e che creava quelle
condizioni di "ponte" e di ricambio di gruppo dirigente.
Mi chiedo, e chiedo ai cittadini che votarono in
modo particolare per queste motivazioni, se sono stati perseguiti questi
obiettivi e se questa maggioranza ha ancora questi presupposti.
A me pare che lo sfilacciamento, la confusione,
l’approssimazione politico- amministrativa, la superficialità
nell’individuare ed affrontare le varie problematiche e, in molti casi, gli
scontri personali sono più che mai presenti nei rapporti fra e tra i partiti
e nella società civile. Per cui le lancette dell’orologio della politica e
della continuità amministrativa vanno per un attimo fermate e tarate.
Uno dei temi più dibattuti negli ultimi tempi è lo
stato di crisi del Calaggio.
Nell’intervista a noi rilasciata, il neoassessore
Caggiano dice che per un rilancio del Calaggio bisognava intervenire prima.
Cosa gli risponde?
Naturalmente è facile con il senno del poi che
quando vi sono problemi e difficoltà dire che bisognava intervenire prima,
senza indicare in che modo e con quali tempistiche. Io ricordo a tutti che
le crisi del settore industria sono difficoltà fisiologiche che interessano
con grandi percentuali di rischio anche in un periodo di rilancio e di
sviluppo del settore, poiché tali e tanti sono i fattori di disagio
economico ed industriale; quindi bisogna accettare che anche in periodi di
vacche grasse il mondo industriale non sempre regge il confronto con il
mercato e protegge la risposta al lavoro. Probabilmente anche l’azione delle
passate amministrazioni in qualche momento avrà avuto lacune e disattenzioni
verso questo settore, però mai è mancata la sensibilità, la presenza e la
solidarietà ai lavoratori, e l’impegno alle problematiche dell’area
industriale Calaggio. Ricordo che strumenti e condizioni di sostegno
economico (provinciale, regionale e nazionale) presenti oggi nel panorama
degli interventi industriali erano fino a qualche anno fa inesistenti poiché
ancora non del tutto terminato l’utilizzo dei fondi degli impegni originali
dell’art. 32 della Legge 219/81. L’intuizione che abbiamo sempre tenuto
presente e che oltre al dato strutturale e fisiologico della crisi di alcuni
opifici bisognasse, di rimando, creare le condizioni di ampliamento e di
diffusione della domanda legata all’investimento, poiché ci sembra naturale
che ad un’azienda in crisi irreversibile di contro vi fosse
una condizione di ulteriore e nuovi
investimenti tali da rendere indolore l’eventuale disagio del mondo del
lavoro.
Abbiamo sempre manifestato in tante circostanze
l’importanza e l’esigenza della formazione professionale tanto da
organizzare convegni e manifestazioni con al centro la qualità delle nostre
scuole e il collegamento con il mondo formativo e del lavoro. Probabilmente
l’impegno in questa direzione non è stato sufficiente e costante e perciò va
ripreso e rilanciato. Quindi la riflessione attenta e le proposte del
settore del mondo industriale oggi sono più praticabili ed efficienti, basti
pensare al contratto d’area, ai Patti Territoriali, al sistema S.T.L., alle
misure settoriali dei p.o.r. e al distretto industriale, che rappresentano
una base di confronto di impegno e di slancio per il settore produttivo.
Non penso che rispetto a questo l’attuale
amministrazione sia grandemente e fortemente impegnata con una chiara e
ampia azione amministrativa tesa a sensibilizzare e perseguire obiettivi di
sviluppo possibili, da mesi noi abbiamo proposto, come minoranza, un
osservatorio sulle questioni del mondo industriale che monitorasse e
seguisse costantemente l’evolversi delle varie situazioni; da mesi abbiamo
insistito per conoscere le progettualità contenute nelle schede presentate
alla Regione Campania per il distretto
industriale; da sempre insistiamo perché la Regione e altre istituzioni
preposte regolamentino in modo snello e pratico e le modalità di
trasferimento di suoli e opifici inutilizzati, da sempre ripetiamo che
bisogna individuare siti ed aree idonee, per nuove domande di investimento e
di produzione di beni e servizi; da tempo lamentiamo la mancata
organizzazione e formazione culturale del rapporto lavoro-diritti, alla base
di ogni sana e robusta vocazione industriale.
Ecco allora che, indipendentemente dal ruolo e
dalle condizioni particolari, penso di aver contribuito ad una base di
confronto e di discussione su cui misurarsi e anche scontrarsi se è il caso,
ma in ogni modo pronunciarsi nel merito delle questioni, in modo che anche i
lavoratori e i cittadini possano giudicare impegno e capacità a risolvere i
problemi, costume oramai abbandonato nel nostro modo di fare quotidiano sia
come operatori amministrativi che come gruppo dirigente poiché tale e tanto
è presente e praticato "il metodo di essere contro qualcosa e qualcuno e non
invece per realizzare qualcosa e dimostrare che si è più bravi e capaci di
qualcuno". Se con umiltà riprendessimo, nel rispetto politico e
istituzionale, un confronto sano e costruttivo sarebbe la migliore risposta
che probabilmente i nostri cittadini aspettano e desiderano dal gruppo
dirigente passato, presente e futuro.
Sempre a proposito del Calaggio, Caggiano, dopo che il
Sindaco ha più volte parlato di un recupero degli esistenti capannoni non
utilizzati, auspica che la Regione adotti tutte le iniziative necessarie per
superare lo stato di crisi, anche un eventuale ampliamento dell’area stessa.
Dunque questa amministrazione sta arrivando sulle
posizioni da voi assunte in passato, dopo averle per due anni e mezzo
pubblicamente avversate. Che ne pensa?
Penso che era ora che si scoprisse l’acqua calda
poiché non sfugge oramai a nessuno che uno della condizioni di immobilismo
della nostra area industriale è la sua mancanza di ulteriore superficie
utilizzabile e disponibile per cui manca il ricambio degli investimenti
industriali e delle nuove condizioni dello sviluppo. Il problema che si pone
con la domanda, con forte crisi anche del mercato e oramai non più
rinviabile, è dove e come individuare un’area di ampliamento per nuove
condizioni di sviluppo produttivo. E’ questo l’impegno e la sfida in questo
settore della nostra comunità e su questo che questa amministrazione, i
partiti politici tutti e il gruppo dirigente locale devono misurarsi.
Vuole dirci la sua circa la questione delle "cartelle
pazze", visto che Caggiano ha qui tirato in ballo la precedente
amministrazione?
Sull’argomento i fatti sono di una facile
interpretazione poiché si è trattato di un errore tecnico amministrativo di
questa amministrazione che con furbizia e malizia si è cercato di attribuire
ad atti e scelte del passato. Bastava che si ammettesse con un minimo di
umiltà che vi era stato confusione tra i vari soggetti societari che
disponevano degli accertamenti eseguiti in passato e un pò di accortezza in
più e questo disagio sarebbe stato evitato.
Lei è stato vice-sindaco di Sessa dall’’88 al ’97,
poi, nell’ultima amministrazione Caffaro ha avuto un ruolo un po’ più
defilato.
Quali i meriti della vostra azione amministrativa,
quali gli obiettivi che avete mancato ma che possono ancora essere
perseguiti da questa amministrazione?
I meriti delle amministrazioni dal 1988 al 1997
sono anche i risultati elettorali conseguiti da quelle amministrazioni in
particolare nel 1993 e nel 1997 poiché per anni molti cittadini e partiti si
sono riconosciuti in quelle azioni amministrative; molti sono stati gli
obiettivi raggiunti e definiti, tante le iniziative perseguite e praticate e
naturalmente molte anche le cose non realizzate, problematiche trascurate e
obiettivi non finalizzati; detto questo, probabilmente però, in quegli anni
sono mancati maggiore capacità di confronto, disponibilità al dialogo ed in
un certo modo scarso funzionamento degli organismi consiliari e politici. Su
questi temi io non nego negligenza e distrazioni, assumendomi anche le mie
responsabilità. Per cui mi piacerebbe rinviare la trattazione del tema
specifico sulle condizioni programmatiche progettuali e politiche dal 1988
al 2000 in una trattazione specifica poiché tali e tanti sono le
motivazioni, i confronti, gli scontri, i risultati raggiunti e non, le opere
realizzate e non, le iniziative praticate e non, le intuizioni progettuali e
programmatiche compatibili, che richiedono una trattazione specifica e cui
mi piacerebbe dare il mio contributo, sperando nella vostra pazienza
nell’ospitare
ulteriori e future riflessioni nel merito della domanda in oggetto
trattandosi non di una mera indagine analitica e descrittiva ma della
storia, dei risultati, delle insufficienze e delle difficoltà di parte della
nostra storia politica ed amministrativa. Voglio solo ricordare che dal 1997
non ho più esperienze e presenza nell’organo esecutivo della giunta comunale
poiché mi sono occupato, anche per scelta personale, delle nuove
problematiche territoriali e provinciali, supporto indispensabile per
inserire una proficua e sollecita azione amministrativa e comunale, per cui
il termine da Lei usato "defilato" è in parte improprio.
Con Lei, che ha amministrato in passato, cominciamo a
parlare di "terremoto".
Cosa, a tal proposito, non la convince delle attuali
scelte amministrative?
Sulla questione terremoto, anche rispetto alla
nuova legge regionale n. 20/2003, noi abbiamo chiesto un primo confronto in
consiglio comunale, poiché la stessa legge stabilisce in modo vincolante che
le condizioni di spesa, sia per capitoli e settori sia per quel che riguarda
l’edilizia privata, debbono essere approvate in consiglio comunale con
criteri e scelte chiare e trasparenti. Nel recente passato le logiche delle
condizioni di spesa non sempre hanno avuto come presupposto criteri
condivisibili. Sarebbe ora, anche se con molto ritardo, creare condizioni
che rendano possibile una graduatoria di merito con elenco definitivo dei
diritti dei cittadini sulla ricostruzione, impegnarsi ed utilizzare le
capacità politiche ed amministrative affinché la Regione ed il Governo
stanzino le somme necessarie per chiudere il capitolo della ricostruzione.
Lei, socialista, ha amministrato per anni con i
democristiani, con i comunisti all’opposizione, così come avveniva a livello
nazionale. Ora quel quadro politico non esiste più.
Il suo partito, lo SDI, è parte dell’Ulivo con tutta
la sinistra, comunisti, ex-comunisti, parte degli ex-democristiani. Infatti,
Lei, alla Comunità Montana amministra con i rappresentanti di questi
partiti; a Lacedonia, invece, è all’opposizione anche della nuova giunta di
centro-sinistra.
L’hanno interpellata nella formazione del nuovo
esecutivo locale?
Ci chiarisce un po’, dal suo punto di vista, il nuovo
quadro politico lacedoniese, presente e futuro? In sostanza, i locali
partiti di centro-sinistra, Margherita, DS e mettiamoci pure Rifondazione
Comunista, sono, per Lei, affidabili?
In genere, io credo nell’affidabilità dei partiti
quando questi perseguono quelli che sono i loro ruoli e le loro funzioni,
che ricordo anche a me stesso, sono in primis servizio alla comunità e
capacità di individuare, affrontare e risolvere i problemi che la società
richiede. A me pare che queste funzioni complessivamente, anche per
condizioni obiettivamente non tutte ascrivibili alla realtà locale, non
siano oramai patrimonio del confronto e della dialettica nei e tra i
partiti, di cui la crisi di credibilità e di fiducia bisogna al più presto
recuperare. Anche nella vicenda della recente crisi amministrativa, i
partiti non sempre si sono comportati in modo chiaro e convincente, poiché
era evidente che, non essendovi più le condizioni e le motivazioni originali
della maggioranza amministrativa, bisognava ripensare a presupposti diversi
su cui basare l’eventuale continuità nell’azione di governo, per cui i
partiti dovevano dichiarare in modo chiaro quali metodi dell’azione
amministrativa, quali obiettivi e finalità riproporre e su quali programmi
si sarebbe dovuto sviluppare il loro impegno. Tutto questo non è stato
fatto, per cui è inevitabilmente venuto meno il ruolo e la partecipazione
dei soggetti politici e non, che hanno a cuore le sorti della nostra
comunità. Di chi le responsabilità? E quali le mancanze e le omissioni per
creare condizioni deontologiche di confronto e di sana dialettica?
Naturalmente queste risposte, che sono oggetto di riflessioni e di dibattito
quotidiano, saranno al centro delle
discussioni dei cittadini e del corpo elettorale.
Caggiano dice che non abbiamo grandi alternative
all’industrializzazione e che questa va integrata con le altre possibilità
che offre il territorio, senza, peraltro, menzionarle.
Vuole dirci un po’ Lei, che è stato per anni delegato
del Comune di Lacedonia presso il Patto Territoriale Baronia, quali piste
"alternative" ritiene debbano battersi per dare occupazione ai giovani
lacedoniesi?
Io credo che l’industrializzazione e le questioni
della risposta al bisogno di lavoro siano solo una parte delle esigenze e
occupazionale, in altri termini penso che non tutte le occasioni di lavoro
possano essere finalizzate investendo in attività industriali e similari, vi
sono tanti e tali settori che ormai danno più margini di sostegno al reddito
a risposta alla disoccupazione, mi riferisco ai servizi, al territorio e
alle persone, al settore dell’agricoltura avanzata, alle questioni legate
all’ambiente e alla conservazione e tutela del territorio e a tutte quelle
attività in cui le istituzioni possono organizzare e coordinare efficienza,
contenimento della spesa e naturale ricaduta occupazionale.
Un discorso particolare merita il settore
turistico, le cui potenzialità e attrattive del nostro territorio sono di
gran lunga superiore alle stesse aspettative e all’impegno della politica e
delle istituzioni verso questo settore, a cui si lega una riflessione ed una
serie di interventi e di iniziative che, per questioni di tempo e di spazio,
inviterei ad affrontare in una intervista-servizio nel particolare.
Evidentemente, in una simile azione politica di attenzione alla coniugazione
delle esigenze e delle problematiche legate al lavoro e allo sviluppo
complessivo, un’azione propulsiva e innovativa dell’amministrazione comunale
è necessaria e ineludibile. Ma, detto questo, non
sfuggo alla risposta, tant’è vero che
rispetto al mero settore industriale ho dedicato anche parte del mio impegno
politico ed amministrativo. I risultati del Patto Territoriale della Baronia
sono conosciuti e confutabili, l’attenzione al Contratto d’area, all’accordo
di programma agro-industria, al distretto industriale, al Pit
enogastronomico, al Leader plus, le problematiche e l’informazione e la
sensibilizzazione quotidiana alle varie misure del POR 2000-2006 fanno parte
ormai anche di dibattito e di confronto continuo e costante. Inoltre, è noto
a tutti l’impegno e la diffusione sul territorio del contributo dato nel
settore della prevenzione, del recupero e della sicurezza idrogeologica.
Porgo le mie congratulazioni per le iniziative,
l’impegno e i sacrifici della redazione del sito web lacedonia.com che
sicuramente contribuisce alla crescita culturale della nostra comunità e
della diffusione sia informativa che del dibattito culturale, sociale e
politico del nostro paese. Auspicando maggiori e più proficui risultati
ringrazio per la pazienza e l’attenzione ricevuta.
Grazie
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