Lacedonianews Archivio Anno 2006

 

TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE

Megliola Mario nato a Sant’Angelo dei Lombardi il 22-12-1953, ex funzionario sindacale provinciale della Federbraccianti - CGIL dal 1981 al 1988, vicesindaco comunale dal 1988 al 1997, assessore alla comunità montana "Alta Irpinia" di Calitri dal 1996 ad oggi con delega al settore forestale e territorio, membro del c.d.a. società consortile "Baronia S.P.A." dal 1999 al 2001, da due anni e mezzo ricopre la carica di capogruppo consiliare del gruppo di minoranza "progetto futuro".

Lei, sig. Megliola, è il primo firmatario della recente mozione di sfiducia al Sindaco in cui otto consiglieri su sedici lamentano la mancanza di un nuovo programma politico e di una verifica per la nuova giunta Margherita-Sinistra. Inoltre avete lamentato che il Comune è ormai un "porto nelle nebbie", lanciando pesanti accuse al Sindaco ed alla sua maggioranza, rei di aver creato a Lacedonia un pesante clima politico e sociale. A cosa si riferisce?

Noi abbiamo ritenuto di presentare un atto politicamente forte come la mozione di sfiducia poiché riteniamo che siano saltati tutti i collegamenti politici ed istituzionali con questa maggioranza amministrativa, e abbiamo elencato puntualmente le motivazioni della sfiducia in una serie di atti che il sindaco e la maggioranza hanno posto in essere per alimentare questo clima di muro contro muro.

Rammento a me stesso che la motivazione alla base della lista eterogenea "il quadrifoglio" spiegata in tutte le "salse" era l’esigenza di creare condizioni, da un lato di equilibrio politico e dall’altro di una ripresa dei rapporti umani e personali fra il ceto dirigente della nostra comunità, per cui si diede vita ad una alleanza che basava le sue motivazioni su questi presupposti e che creava quelle condizioni di "ponte" e di ricambio di gruppo dirigente.

Mi chiedo, e chiedo ai cittadini che votarono in modo particolare per queste motivazioni, se sono stati perseguiti questi obiettivi e se questa maggioranza ha ancora questi presupposti.

A me pare che lo sfilacciamento, la confusione, l’approssimazione politico- amministrativa, la superficialità nell’individuare ed affrontare le varie problematiche e, in molti casi, gli scontri personali sono più che mai presenti nei rapporti fra e tra i partiti e nella società civile. Per cui le lancette dell’orologio della politica e della continuità amministrativa vanno per un attimo fermate e tarate.

 

Uno dei temi più dibattuti negli ultimi tempi è lo stato di crisi del Calaggio.

Nell’intervista a noi rilasciata, il neoassessore Caggiano dice che per un rilancio del Calaggio bisognava intervenire prima. Cosa gli risponde?

Naturalmente è facile con il senno del poi che quando vi sono problemi e difficoltà dire che bisognava intervenire prima, senza indicare in che modo e con quali tempistiche. Io ricordo a tutti che le crisi del settore industria sono difficoltà fisiologiche che interessano con grandi percentuali di rischio anche in un periodo di rilancio e di sviluppo del settore, poiché tali e tanti sono i fattori di disagio economico ed industriale; quindi bisogna accettare che anche in periodi di vacche grasse il mondo industriale non sempre regge il confronto con il mercato e protegge la risposta al lavoro. Probabilmente anche l’azione delle passate amministrazioni in qualche momento avrà avuto lacune e disattenzioni verso questo settore, però mai è mancata la sensibilità, la presenza e la solidarietà ai lavoratori, e l’impegno alle problematiche dell’area industriale Calaggio. Ricordo che strumenti e condizioni di sostegno economico (provinciale, regionale e nazionale) presenti oggi nel panorama degli interventi industriali erano fino a qualche anno fa inesistenti poiché ancora non del tutto terminato l’utilizzo dei fondi degli impegni originali dell’art. 32 della Legge 219/81. L’intuizione che abbiamo sempre tenuto presente e che oltre al dato strutturale e fisiologico della crisi di alcuni opifici bisognasse, di rimando, creare le condizioni di ampliamento e di diffusione della domanda legata all’investimento, poiché ci sembra naturale che ad un’azienda in crisi irreversibile di contro vi fosse una condizione di ulteriore e nuovi investimenti tali da rendere indolore l’eventuale disagio del mondo del lavoro.

Abbiamo sempre manifestato in tante circostanze l’importanza e l’esigenza della formazione professionale tanto da organizzare convegni e manifestazioni con al centro la qualità delle nostre scuole e il collegamento con il mondo formativo e del lavoro. Probabilmente l’impegno in questa direzione non è stato sufficiente e costante e perciò va ripreso e rilanciato. Quindi la riflessione attenta e le proposte del settore del mondo industriale oggi sono più praticabili ed efficienti, basti pensare al contratto d’area, ai Patti Territoriali, al sistema S.T.L., alle misure settoriali dei p.o.r. e al distretto industriale, che rappresentano una base di confronto di impegno e di slancio per il settore produttivo.

Non penso che rispetto a questo l’attuale amministrazione sia grandemente e fortemente impegnata con una chiara e ampia azione amministrativa tesa a sensibilizzare e perseguire obiettivi di sviluppo possibili, da mesi noi abbiamo proposto, come minoranza, un osservatorio sulle questioni del mondo industriale che monitorasse e seguisse costantemente l’evolversi delle varie situazioni; da mesi abbiamo insistito per conoscere le progettualità contenute nelle schede presentate alla Regione Campania per il distretto industriale; da sempre insistiamo perché la Regione e altre istituzioni preposte regolamentino in modo snello e pratico e le modalità di trasferimento di suoli e opifici inutilizzati, da sempre ripetiamo che bisogna individuare siti ed aree idonee, per nuove domande di investimento e di produzione di beni e servizi; da tempo lamentiamo la mancata organizzazione e formazione culturale del rapporto lavoro-diritti, alla base di ogni sana e robusta vocazione industriale.

Ecco allora che, indipendentemente dal ruolo e dalle condizioni particolari, penso di aver contribuito ad una base di confronto e di discussione su cui misurarsi e anche scontrarsi se è il caso, ma in ogni modo pronunciarsi nel merito delle questioni, in modo che anche i lavoratori e i cittadini possano giudicare impegno e capacità a risolvere i problemi, costume oramai abbandonato nel nostro modo di fare quotidiano sia come operatori amministrativi che come gruppo dirigente poiché tale e tanto è presente e praticato "il metodo di essere contro qualcosa e qualcuno e non invece per realizzare qualcosa e dimostrare che si è più bravi e capaci di qualcuno". Se con umiltà riprendessimo, nel rispetto politico e istituzionale, un confronto sano e costruttivo sarebbe la migliore risposta che probabilmente i nostri cittadini aspettano e desiderano dal gruppo dirigente passato, presente e futuro.

 

Sempre a proposito del Calaggio, Caggiano, dopo che il Sindaco ha più volte parlato di un recupero degli esistenti capannoni non utilizzati, auspica che la Regione adotti tutte le iniziative necessarie per superare lo stato di crisi, anche un eventuale ampliamento dell’area stessa.

Dunque questa amministrazione sta arrivando sulle posizioni da voi assunte in passato, dopo averle per due anni e mezzo pubblicamente avversate. Che ne pensa?

Penso che era ora che si scoprisse l’acqua calda poiché non sfugge oramai a nessuno che uno della condizioni di immobilismo della nostra area industriale è la sua mancanza di ulteriore superficie utilizzabile e disponibile per cui manca il ricambio degli investimenti industriali e delle nuove condizioni dello sviluppo. Il problema che si pone con la domanda, con forte crisi anche del mercato e oramai non più rinviabile, è dove e come individuare un’area di ampliamento per nuove condizioni di sviluppo produttivo. E’ questo l’impegno e la sfida in questo settore della nostra comunità e su questo che questa amministrazione, i partiti politici tutti e il gruppo dirigente locale devono misurarsi.

 

Vuole dirci la sua circa la questione delle "cartelle pazze", visto che Caggiano ha qui tirato in ballo la precedente amministrazione?

Sull’argomento i fatti sono di una facile interpretazione poiché si è trattato di un errore tecnico amministrativo di questa amministrazione che con furbizia e malizia si è cercato di attribuire ad atti e scelte del passato. Bastava che si ammettesse con un minimo di umiltà che vi era stato confusione tra i vari soggetti societari che disponevano degli accertamenti eseguiti in passato e un pò di accortezza in più e questo disagio sarebbe stato evitato.

 

Lei è stato vice-sindaco di Sessa dall’’88 al ’97, poi, nell’ultima amministrazione Caffaro ha avuto un ruolo un po’ più defilato.

Quali i meriti della vostra azione amministrativa, quali gli obiettivi che avete mancato ma che possono ancora essere perseguiti da questa amministrazione?

I meriti delle amministrazioni dal 1988 al 1997 sono anche i risultati elettorali conseguiti da quelle amministrazioni in particolare nel 1993 e nel 1997 poiché per anni molti cittadini e partiti si sono riconosciuti in quelle azioni amministrative; molti sono stati gli obiettivi raggiunti e definiti, tante le iniziative perseguite e praticate e naturalmente molte anche le cose non realizzate, problematiche trascurate e obiettivi non finalizzati; detto questo, probabilmente però, in quegli anni sono mancati maggiore capacità di confronto, disponibilità al dialogo ed in un certo modo scarso funzionamento degli organismi consiliari e politici. Su questi temi io non nego negligenza e distrazioni, assumendomi anche le mie responsabilità. Per cui mi piacerebbe rinviare la trattazione del tema specifico sulle condizioni programmatiche progettuali e politiche dal 1988 al 2000 in una trattazione specifica poiché tali e tanti sono le motivazioni, i confronti, gli scontri, i risultati raggiunti e non, le opere realizzate e non, le iniziative praticate e non, le intuizioni progettuali e programmatiche compatibili, che richiedono una trattazione specifica e cui mi piacerebbe dare il mio contributo, sperando nella vostra pazienza nell’ospitare ulteriori e future riflessioni nel merito della domanda in oggetto trattandosi non di una mera indagine analitica e descrittiva ma della storia, dei risultati, delle insufficienze e delle difficoltà di parte della nostra storia politica ed amministrativa. Voglio solo ricordare che dal 1997 non ho più esperienze e presenza nell’organo esecutivo della giunta comunale poiché mi sono occupato, anche per scelta personale, delle nuove problematiche territoriali e provinciali, supporto indispensabile per inserire una proficua e sollecita azione amministrativa e comunale, per cui il termine da Lei usato "defilato" è in parte improprio.

 

Con Lei, che ha amministrato in passato, cominciamo a parlare di "terremoto".

Cosa, a tal proposito, non la convince delle attuali scelte amministrative?

Sulla questione terremoto, anche rispetto alla nuova legge regionale n. 20/2003, noi abbiamo chiesto un primo confronto in consiglio comunale, poiché la stessa legge stabilisce in modo vincolante che le condizioni di spesa, sia per capitoli e settori sia per quel che riguarda l’edilizia privata, debbono essere approvate in consiglio comunale con criteri e scelte chiare e trasparenti. Nel recente passato le logiche delle condizioni di spesa non sempre hanno avuto come presupposto criteri condivisibili. Sarebbe ora, anche se con molto ritardo, creare condizioni che rendano possibile una graduatoria di merito con elenco definitivo dei diritti dei cittadini sulla ricostruzione, impegnarsi ed utilizzare le capacità politiche ed amministrative affinché la Regione ed il Governo stanzino le somme necessarie per chiudere il capitolo della ricostruzione.

 

Lei, socialista, ha amministrato per anni con i democristiani, con i comunisti all’opposizione, così come avveniva a livello nazionale. Ora quel quadro politico non esiste più.

Il suo partito, lo SDI, è parte dell’Ulivo con tutta la sinistra, comunisti, ex-comunisti, parte degli ex-democristiani. Infatti, Lei, alla Comunità Montana amministra con i rappresentanti di questi partiti; a Lacedonia, invece, è all’opposizione anche della nuova giunta di centro-sinistra.

L’hanno interpellata nella formazione del nuovo esecutivo locale?

Ci chiarisce un po’, dal suo punto di vista, il nuovo quadro politico lacedoniese, presente e futuro? In sostanza, i locali partiti di centro-sinistra, Margherita, DS e mettiamoci pure Rifondazione Comunista, sono, per Lei, affidabili?

In genere, io credo nell’affidabilità dei partiti quando questi perseguono quelli che sono i loro ruoli e le loro funzioni, che ricordo anche a me stesso, sono in primis servizio alla comunità e capacità di individuare, affrontare e risolvere i problemi che la società richiede. A me pare che queste funzioni complessivamente, anche per condizioni obiettivamente non tutte ascrivibili alla realtà locale, non siano oramai patrimonio del confronto e della dialettica nei e tra i partiti, di cui la crisi di credibilità e di fiducia bisogna al più presto recuperare. Anche nella vicenda della recente crisi amministrativa, i partiti non sempre si sono comportati in modo chiaro e convincente, poiché era evidente che, non essendovi più le condizioni e le motivazioni originali della maggioranza amministrativa, bisognava ripensare a presupposti diversi su cui basare l’eventuale continuità nell’azione di governo, per cui i partiti dovevano dichiarare in modo chiaro quali metodi dell’azione amministrativa, quali obiettivi e finalità riproporre e su quali programmi si sarebbe dovuto sviluppare il loro impegno. Tutto questo non è stato fatto, per cui è inevitabilmente venuto meno il ruolo e la partecipazione dei soggetti politici e non, che hanno a cuore le sorti della nostra comunità. Di chi le responsabilità? E quali le mancanze e le omissioni per creare condizioni deontologiche di confronto e di sana dialettica? Naturalmente queste risposte, che sono oggetto di riflessioni e di dibattito quotidiano, saranno al centro delle discussioni dei cittadini e del corpo elettorale.

 

Caggiano dice che non abbiamo grandi alternative all’industrializzazione e che questa va integrata con le altre possibilità che offre il territorio, senza, peraltro, menzionarle.

Vuole dirci un po’ Lei, che è stato per anni delegato del Comune di Lacedonia presso il Patto Territoriale Baronia, quali piste "alternative" ritiene debbano battersi per dare occupazione ai giovani lacedoniesi?

Io credo che l’industrializzazione e le questioni della risposta al bisogno di lavoro siano solo una parte delle esigenze e occupazionale, in altri termini penso che non tutte le occasioni di lavoro possano essere finalizzate investendo in attività industriali e similari, vi sono tanti e tali settori che ormai danno più margini di sostegno al reddito a risposta alla disoccupazione, mi riferisco ai servizi, al territorio e alle persone, al settore dell’agricoltura avanzata, alle questioni legate all’ambiente e alla conservazione e tutela del territorio e a tutte quelle attività in cui le istituzioni possono organizzare e coordinare efficienza, contenimento della spesa e naturale ricaduta occupazionale.

Un discorso particolare merita il settore turistico, le cui potenzialità e attrattive del nostro territorio sono di gran lunga superiore alle stesse aspettative e all’impegno della politica e delle istituzioni verso questo settore, a cui si lega una riflessione ed una serie di interventi e di iniziative che, per questioni di tempo e di spazio, inviterei ad affrontare in una intervista-servizio nel particolare. Evidentemente, in una simile azione politica di attenzione alla coniugazione delle esigenze e delle problematiche legate al lavoro e allo sviluppo complessivo, un’azione propulsiva e innovativa dell’amministrazione comunale è necessaria e ineludibile. Ma, detto questo, non sfuggo alla risposta, tant’è vero che rispetto al mero settore industriale ho dedicato anche parte del mio impegno politico ed amministrativo. I risultati del Patto Territoriale della Baronia sono conosciuti e confutabili, l’attenzione al Contratto d’area, all’accordo di programma agro-industria, al distretto industriale, al Pit enogastronomico, al Leader plus, le problematiche e l’informazione e la sensibilizzazione quotidiana alle varie misure del POR 2000-2006 fanno parte ormai anche di dibattito e di confronto continuo e costante. Inoltre, è noto a tutti l’impegno e la diffusione sul territorio del contributo dato nel settore della prevenzione, del recupero e della sicurezza idrogeologica.

 

Porgo le mie congratulazioni per le iniziative, l’impegno e i sacrifici della redazione del sito web lacedonia.com che sicuramente contribuisce alla crescita culturale della nostra comunità e della diffusione sia informativa che del dibattito culturale, sociale e politico del nostro paese. Auspicando maggiori e più proficui risultati ringrazio per la pazienza e l’attenzione ricevuta.

                  Grazie


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