TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE
Mario Rizzi, nato a Lacedonia il
13.09.1967, docente in materie letterarie,
segretario del PPI dal 1999 al 2001, portavoce del Circolo territoriale
della Margherita "G. Grasso",
componente della Direzione provinciale |
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Lei, sig. Rizzi, è il primo
segretario della Margherita a Lacedonia, dopo essere stato l’ultimo dei
popolari. Ha gestito, quindi, il passaggio dai popolari alla Margherita e
pure un cambio di alleanza locale dai socialisti, compagni di strada dei
popolari nelle ultime tre tornate amministrative, a quella delle ultime
elezioni, una compagine composita da Rifondazione Comunista ai Ds, all’Udc,
a pezzi di An, tutti decisamente, in passato, anti-popolari! Poi, per strada
questa coalizione ha scartato dei "pezzi", quelli dell’Udc, ed ora si è data
una connotazione politica di centro-sinistra con il Sindaco, pare, e quattro
consiglieri, di cui due assessori, della Margherita.
L’impressione, ai più, è che questa lista sia stata favorita da una parte
dello stesso partito popolare più per scalzare i vecchi amministratori,
soprattutto popolari, che per convinzione politica. Cosa risponde?
La domanda risulta complessa, tuttavia cercherò di
rispondere in modo esaustivo.
Innanzitutto vorrei precisare che il regolamento
generale dei Circoli della Margherita non prevede la figura del segretario,
tradizionalmente intesa, ma quella del Portavoce, il quale ha precise
funzioni: esprimere in sintesi i risultati del dibattito interno.
Per quanto riguarda il passaggio dal PPI alla
Margherita, ritengo sia fondamentale ripercorrerne la storia in un’ottica
più generale. Nel 1994 il partito della D.C., sia a livello nazionale che a
livello locale, subisce una grave frattura: una parte confluisce nell’area
di centrodestra (CCD, Forza Italia, Alleanza Nazionale), l’altra parte, il
PPI, crea le condizioni per una formazione di centrosinistra.
Certamente queste aggregazioni, subite più che
consapevolmente accettate a causa di un sistema elettorale maggioritario che
prevedeva l’alternanza di due macroschieramenti, sono state inizialmente
poco assimilate dall’elettorato moderato, ma hanno portato, nel contempo, ad
una maggiore stabilità politica.
La scelta di campo nel centrosinistra da parte del
partito popolare, quindi, si è determinata in maniera inequivocabile nel
1994.
A livello nazionale, nel 2001, il Partito Popolare
Italiano, recuperando quella che risulta essere una delle principali regole
della politica, ha aggregato intorno ad un progetto partiti diversi
gravitanti nella stessa area con l'intento di rafforzare la coalizione di
centro-sinistra: nasce così la Margherita.
Tale Movimento si diffonde rapidamente su tutto il
territorio nazionale, articolandosi nei "circoli".
A Lacedonia, nel maggio del 2001, data delle
elezioni politico-amministrative, il circolo della Margherita non era ancora
costituito, infatti, nella competizione elettorale che ha visto la
contrapposizione tra due liste: " Il Quadrifoglio (lista civica) e "Progetto
futuro-SDI", non era presente nessun rappresentante che si richiamava alla
Margherita.
Pertanto, non solo non abbiamo cambiato alleanza
ma non ne potevamo fare, per le ragioni poc'anzi dette, di nessun tipo.
In seguito, e precisamente nel maggio 2002, due
consiglieri comunali costituiscono in seno al consiglio il gruppo della
Margherita. Solo all'inizio del 2003, su sollecitazione di molti cittadini
vogliosi di partecipare attivamente alla vita politica del paese, nasce il
"Circolo Territoriale della Margherita " Giovanni Grasso".
Intanto nel giugno 2003 si verifica una forte
crisi all’interno della maggioranza consiliare e, nonostante i tentativi
messi in atto anche dalla Margherita per evitare spaccature che potessero
nuocere all’intera cittadinanza, ciò avveniva lo stesso con l’uscita dalla
maggioranza di tre componenti che si richiamano al CCD. Solo grazie alla
maturità d’alcune forze politiche, e tra queste la Margherita, si è evitato
un nuovo commissariamento amministrativo con tutte le conseguenze politiche
e sociali che esso avrebbe comportato.
Mario Megliola, da queste colonne, auspica la ripresa di un confronto
politico sano e costruttivo, lamentando come questa amministrazione abbia
acuito la frattura a Lacedonia tra politica e società civile.
Che giudizio dà dell’operato dell’attuale amministrazione e quali le vostre
posizioni circa la recente mozione di sfiducia al Sindaco, presentata da
otto consiglieri su sedici?
Il problema posto circa il rapporto tra politica e
società civile dovrebbe essere affrontato con maggiore serenità e pacatezza
senza nessuna strumentalizzazione. Sicuramente, si è avuto a Lacedonia una
fase in cui tutti i partiti sono stati poco coinvolti nella dialettica
politico-amministrativa, ma ritengo, e ne faccio autocritica, che la colpa
non sia solo da addebitare all'Amministrazione (non dimentichiamolo è nata
come lista civica) ma anche agli stessi partiti che probabilmente non hanno
svolto fino in fondo il proprio ruolo. Oggi, che è iniziata una nuova fase
politica, non è tempo di andare alla ricerca di responsabilità e fare
dietrologia non serve a nessuno; ciò che occorre è non sbagliare ancora.
Solo agendo con trasparenza e con lealtà potremo riportare la fiducia e la
speranza nella politica, che ormai da un pò di anni si è affievolita. Siamo
lontani dalla prossima tornata elettorale, c'è un clima relativamente sereno
che può contribuire a far intraprendere un nuovo cammino, basato più sulle
aggregazioni che sulle divisioni. E questo nuovo percorso può considerarsi
come una svolta importante per il nostro paese. Per cui l'auspicio di un
confronto costruttivo e sano lo condivido e lo sottoscrivo. Ma per
raggiungere questo importantissimo obiettivo è necessario un forte
chiarimento. Noi, come Margherita, abbiamo iniziato a chiarire il quadro
nebuloso in cui si era impantanata la politica locale. L'auspicio, quindi, è
che anche le altre forze politiche possano precisare in modo netto e
definitivo il loro ambito di riferimento. Così sarà possibile intraprendere
un dibattito basato sulla proposta, sulla progettazione, sull’analisi dei
problemi e sugli obiettivi che si vogliono raggiungere e non più sui
personalismi. In questo modo, secondo me, si può recuperare quella
dialettica che si è perduta in un percorso senza politica. Per quanto
riguarda, invece, il giudizio complessivo sull'operato dell'Amministrazione,
sarà definito ed espresso al termine del mandato, quando avremo acquisito
tutti gli elementi per una corretta valutazione.
Per quanto riguarda il giudizio sulla sfiducia
presentata da otto consiglieri, visti i risultati, preferisco evitare
qualsiasi commento.
In passato si accusavano gli amministratori del tempo di confrontarsi poco
con gli organi ufficiali di partito, specie nell’allora Democrazia
Cristiana.
Oggi come vanno le cose?
Con gli attuali amministratori c’è sintonia circa obiettivi e metodi di
governo?
La domanda andrebbe precisata.
Infatti, non è chiaro a quale periodo storico si
riferisce. Per quanto riguarda l'attuale momento, si sta creando una
sinergia tra la maggioranza amministrativa, i componenti che si sono
richiamati spontaneamente ai valori del movimento della Margherita ed il
Circolo Giovanni Grasso.
Abbiamo avviato una serie di incontri settimanali
per discutere insieme, in modo pubblico e trasparente, tutte le questioni e
le problematiche del nostro territorio. E’ stata ripristinata quella che era
da sempre una buona consuetudine, vale a dire quella dei pre-consigli, per
delineare preventivamente gli sviluppi possibili d’ogni azione
amministrativa. Tanto che sulla definizione delle questioni locali
il circolo sta registrando una larga partecipazione. Il metodo adottato è quello della collegialità e
del confronto propositivo e democratico.
Spero che il percorso su indicato, appena
intrapreso, possa essere perseguito con costanza anche nelle future
occasioni.
Negli ultimi tempi la sua gestione del partito si sta caratterizzando per
una decisa virata a sinistra, con una alleanza con quasi tutti i suoi
partiti, da Rifondazione Comunista ai DS, fino agli indipendenti di Sinistra
in Movimento.
Come va quest’alleanza? Ritiene che possa avere un futuro a Lacedonia?
L’ambizioso progetto della formazione di un centro
sinistra aperto alla società civile è l'approdo naturale di un percorso
intrapreso in modo del tutto organico rispetto alle realtà sovracomunali,
provinciali, regionali e nazionali. Per cui ritengo che da parte del
sottoscritto non ci sia stata nessuna virata a sinistra ma il prosieguo
coerente di un cammino chiaro, limpido e, mi auguro, condivisibile.
Certamente in quest’ambito, forti della
consapevolezza che le differenze arricchiscono il dibattito se confluiscono
in un’utile sintesi, la collaborazione e l’integrazione con le forze
politiche locali riconoscibili in area di centro sinistra, risultano
fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
E' superfluo sottolineare, per quanto detto
precedentemente, che tale progetto basato sull’alleanza di centrosinistra, a
mio modesto parere, rappresenta un sicuro investimento per lo sviluppo della
comunità lacedoniese.
Perché non avete invitato lo SDI nella nuova giunta, visto che sono parte
integrante dell’Ulivo a tutti i livelli e con loro, ci riferiamo agli stessi
uomini, amministrate alla Comunità Montana?
La domanda è stimolante perché mi dà l'opportunità
di riconfermare l'invito allo SDI a definire la sua posizione politica a
livello locale, coerentemente con quella già espressa con chiarezza negli
enti sovracomunali (infatti, proprio qualche giorno fa il delegato SDI alla
comunità Montana Alta Irpinia ha firmato insieme con altri rappresentanti
politici un chiaro documento d’adesione al Centro Sinistra). Il diverso
quadro politico che si è delineato a Lacedonia in quest’ultima fase può
offrire la base per una futura intesa programmatica sottoscritta dai partiti
di centro sinistra, senza alcuna esclusione, dalla Margherita al partito di
Rifondazione Comunista.
Comunque, le scelte politiche e i contenuti
programmatici saranno rigorosamente valutati e rapportati alle esigenze
dello sviluppo sociale, economico, politico.
Quali i programmi politici della Margherita nell’immediato e nel futuro?
Il nostro primo obiettivo, il più importante al di
là del programma amministrativo tout court, è quello di creare uno
spazio-paese in cui confrontarci apertamente e liberamente su temi politici
e amministrativi senza vincoli di correnti e di interessi personali, per
fare emergere l'opinione e le proposte di tutti. E' fondamentale, per me,
che si allarghi la partecipazione, sia per aprire gli orizzonti sia per
diversificare gli angoli di visuale. Più numerosi saremo a chiedere
trasparenza, più saremo intransigenti nel richiederla; quanto maggiore sarà
il nostro interesse per la cosa pubblica, tanto più sarà difficile, per chi
amministra, eludere i propri doveri verso la cittadinanza. Ecco perché, se
mi permette, voglio rivolgere un invito, un appello a tutti a scendere in
campo e a vincere la scommessa, il futuro è di tutti e tutti dobbiamo
impegnarci per migliorarlo.
E' giunto il momento di uscire dal proprio
particolare: non basta lamentarsi che le cose non vanno come vorremmo; non
si può e non si deve delegare ad altri a pensare e a designare il futuro per
noi, il nostro futuro ci appartiene e spetta a tutti noi contribuire a
determinarlo. Se le cose non vanno come vorremmo la colpa è anche di chi,
per troppo tempo, si è rifugiato nel disimpegno politico, civile, sociale.
Con riferimento invece al programma più
strettamente politico-amministrativo della Margherita ritengo opportuno
rilevare in questa sede alcune delle direttive principali sulle quali ci
stiamo muovendo:
-
Risoluzione del problema occupazionale,
attraverso una serie d’interventi che vanno dall’assistenza ed
incentivazione del cooperativismo giovanile al potenziamento ed
ampliamento delle strutture industriali esistenti;
-
Valorizzazione della formazione scolastica con
possibili e concreti atti di modernizzazione secondo la migliore
tradizione culturale e razionale utilizzazione delle strutture esistenti,
anche attraverso l’istituzione non solo di nuovi indirizzi ma anche e
soprattutto la promozione di corsi d’alta formazione professionale, in
settori innovativi caratterizzati da forte richiesta di mercato;
-
Riapertura dello Sportello Informagiovani
abbinato ad uno Sportello di Informaimprese per l’assistenza, la
progettazione e il finanziamento di nuove imprenditorialità;
-
Piena utilizzazione, anche attraverso forme di
incentivazione, delle aree PIP artigianali disponibili, e successiva
verifica di ipotesi di ampliamento;
-
Valorizzazione e riuso del patrimonio
storico-architettonico del centro storico, attraverso l’approvazione ed
attuazione del Piano di Recupero e la redazione di specifici programmi
integrati e piani di valorizzazione, inclusi quelli del colore al fine di
rientrare nei finanziamenti ai privati disposti dalla regione Campania e
dalla comunità europea.
Mario Megliola dice che, sulla questione "terremoto", le scelte di spesa
fatte da questa amministrazione non hanno sempre avuto criteri
condivisibili.
Lei, queste scelte, le condivide?
Mario Megliola commenta sommariamente le scelte di
spesa dell’attuale Amministrazione; non vi entra nel merito, al punto che
non risulta possibile partire da esse per sviluppare un’analisi accurata. Si
impone pertanto una lettura più ampia e generale dell’intero fenomeno.
Il terremoto in Irpinia, evento calamitoso dalle
carattestiche tragiche e disastrose, è stato visto dal legislatore del tempo
come l’occasione per affrontare con forza i temi endemici dell’arretratezza,
del degrado sociale e del sottosviluppo, non soltanto occupazionale, delle
zone interne, coniugando in un unico disegno organico la ricostruzione con
lo sviluppo. La ricostruzione nelle campagne e nei centri urbani si poneva
all’interno di una "costruzione" del territorio attraverso una rete di nuove
infrastrutture e di poli industriali (Calaggio, Nusco, Lioni, Calitri, ed
altri) funzionali ad una rinascita economica generale. Era sperimentato per
la prima volta un modello d’intervento dove il ruolo degli Enti locali (in
particolare modo il Comune) assumeva un carattere strategico fondamentale.
A quest’ultimo, ritengo, si riconosceva infatti
non un ruolo passivo d’ente territoriale che "ospitasse" le aree industriali
ex art. 32 con la connessa viabilità, o che ricevesse riparti e stanziamenti
da distribuire a favore dei privati o degli interventi pubblici in generale,
bensì la funzione attiva di raccolta ed organizzazione delle istanze locali,
da una parte private, per la riparazione del patrimonio immobiliare
danneggiato al fine di garantire il soddisfacimento delle necessità
abitative, o funzionali alle attività produttive, artigianali e commerciali,
dall’altra pubbliche, per la controllata e rapida programmazione e
realizzazione delle infrastrutture di supporto, in stretto rapporto con
l’andamento delle richieste occupazionali. Oggi, a ventiquattro anni dal
triste evento, la ricostruzione continua irrorando beneficamente la fragile
economia del paese. La nostra visione politica, necessariamente in linea con
le codifiche legislative ormai da oltre un decennio consolidate e confermate
dall’ultima norma varata dalla Regione Campania nel 2003 in materia di
semplificazione delle procedure e snellimento delle attività, deve
senz’altro intervenire oculatamente per coordinare le istanze locali con
regione e stato, impegnarsi, essere presente e manifestare fermamente la
necessità da un lato della copertura del fabbisogno globale, chiedendo ed
ottenendo riparti di risorse finanziarie dal CIPE continui ed adeguati, e
dall’altra di evitare che le somme concesse risultino per lungo tempo
giacenti.
Una domanda circa la crisi dell’area industriale del Calaggio: non ritiene
che i referenti politici di queste zone, nonché suoi di riferimento, seppure
sempre votati, ci abbiano lasciati per un po’ troppo tempo al nostro
destino, mentre altre realtà, vedi l’area industriale Nusco-Lioni e quella
di Calitri, potevano contare su imprenditori di altra levatura ed oggi sono
decisamente più floride?
La crisi dell'area Calaggio si sta protraendo già
da qualche anno e non può essere riferita solo a quest'ultimo periodo, forse
oggi ha raggiunto valori massimi in quanto si inserisce anche in una
congiuntura economica poco favorevole che ha accresciuto la situazione di
disagio della nostra ma anche di altre realtà industriali, comprese quelle
cui lei fa riferimento che, pur mostrando qualche lieve spiraglio,
evidenziano i segni di una grave crisi. Per cui non è certo edificante fare
demagogia su questo grave problema e creare polemiche stupide e strumentali.
E' evidente l'impegno profuso dall'amministrazione comunale, protagonista di
una bella iniziativa: riuscire non solo a costituire ma anche a coinvolgere
nel "Comitato di coordinamento dei sindaci della zona" tutti gli enti
comunali e sovracomunali al fine di dare rilevanza istituzionale, politica e
sociale alla questione "Calaggio " che quindi diventa un problema non solo
di Lacedonia ma di tutto il territorio. E' opportuno sottolineare con forza
che la questione Calaggio è stata, soprattutto in quest'ultimo periodo,
ripetutamente posta all'attenzione degli organismi regionali e provinciali
dai nostri rappresentanti politici. A livello provinciale è stato istituito
un Tavolo di Concertazione, presieduto dal Presidente Franco Maselli che in
più occasioni ha dimostrato il suo sostegno e la sua attenzione alle varie
vertenze del Calaggio. Sono stati già ottenuti due importanti risultati:
a) La dichiarazione dello Stato di Crisi dell'area
Calaggio;
b) La priorità dei finanziamenti nel CONTRATTO
D'AREA.
Infatti, proprio in questi giorni (martedi 17
febbraio 2004) all' Unione Industriale c'è stato un incontro tra il
Presidente della Provincia, i Presidenti dell’ASI e dell'ASSE e i
rappresentanti sindacali per riassegnare contributi pubblici (circa 20
milioni) liberati dalle prime tre rinunce al contratto d'area. L'importanza
dell'incontro sta nella stesura di un documento che dà "priorità alle realtà
produttive dell'area industriale del Calaggio". Quindi, il Presidente
Maselli, su nostra specifica sollecitazione, per accelerare i tempi, ha
indetto un incontro con il giudice delegato del tribunale di Sant'Angelo dei
Lombardi rappresentante dell'80% circa delle aziende in curatela
fallimentare. Al confronto abbiamo richiesto la partecipazione anche degli
stessi curatori fallimentari chiamati a fare chiarezza sulle gestioni in
atto. L'incontro sarà finalizzato a velocizzare l'iter di riacquisizione
delle aree e degli
stabilimenti delle aziende sottoposte a fallimento in modo che gli stessi
possono essere, come detto prima, oggetto della rimodulazione del contratto
d'area. E' importante definire un quadro preciso e dettagliato delle
situazioni industriali fallite e in curatele. Queste sono risorse importanti
da liberare e destinare a nuovi progetti d'investimento. A livello
regionale, grazie all'impegno di tutti i rappresentati politici della zona,
è stata approvata in Giunta, su nostra proposta, con deliberazione n°3848 il
"REGOLAMENTO PER LE FUTURE ASSEGNAZIONI DEGLI OPIFICI": uno strumento
normativo che non solo sana un vuoto procedurale ma supera i tempi biblici
delle curatele fallimentari. Con questo Regolamento si affida all'ASI un
ruolo molto importante, per cui anche noi, in quanto componenti della
stessa, diventiamo, in parte, protagonisti delle scelte future che non ci
verranno più imposte dall'alto. Ma per raggiungere questi importanti
obiettivi è opportuno rimboccarsi le maniche, superare non solo gli steccati
politici ma anche quelli ideologici, perchè solo se saremo in grado di
ricompattarci intorno a queste problematiche generali potremmo essere in
grado di raggiungere qualche chiaro risultato.
Le voci del toto-candidature alla Provincia ci dicono che Lei è tra i
papabili a correre per la Margherita nel Collegio "Bisaccia-Lacedonia-Andretta-Aquilonia-Monteverde".
Quindi l’ultima domanda fa al caso suo: quali direttrici di sviluppo,
alternative all’industria, ritiene possano praticarsi a Lacedonia? E come?
E' prematuro parlare di candidature provinciali,
ma è chiaro che il circolo della Margherita di Lacedonia in virtù del ruolo
che occupa a livello sovracomunale sta lavorando affinché si crei una forte
candidatura. L'obiettivo prioritario, però, e' quello di riuscire a
coagulare il massimo dei consensi intorno al candidato, chiunque esso sia,
tenendo presente la forte rappresentanza della Margherita nelle varie realtà
comunali.
Le nuove accresciute funzioni assegnate alla
Provincia c’impongono il dovere di considerare attentamente l’eventualità
della rappresentanza forte nel Consiglio provinciale, evitando quelle forme
di divisione e frammentazione campanilistiche e di partito che possono
compromettere il successo politico, così com’è successo nelle passate
elezioni dove l'unità delle altre realtà distrettuali ha finito col
prevalere sulla nostra mancanza di coesione, mettendo in fuorigioco le
candidature che esprimevamo.
Per quanto riguarda la seconda parte della
domanda, ritengo che al momento non esistono alternative credibili e
sufficienti sotto il profilo occupazionale che si contrappongono allo
sviluppo industriale, perciò partendo da quelle realtà "positive" esistenti
nell’area Calaggio (vedi imprenditori seri e desiderosi di creare
prospettive concrete), occorre immaginare, in una condizione
d’industrializzazione ancora debole e non radicata nel territorio, un
processo di sviluppo sinergico, basato sulle complementarietà e le
sussidiarietà e non sulle rigide alternative.
E’ opportuno che la risorsa Calaggio, area
industriale completamente infrastrutturata, si inserisca pienamente
all’interno delle strategie di sviluppo del territorio (Contratto d’area,
Distretto tessile, etc.).
Certamente vanno valorizzati i settori
dell’agricoltura, modernamente intesa, (POR Campania 2000-2006) favorendo
l’apertura di attività di impresa agricola locale, infrastrutturando e
razionalizzando l’uso del territorio e del turismo rurale e culturale,
basato su un sistema turistico locale (STL) articolato sul territorio
attraverso itinerari interregionali.
In tal modo la differenziazione e la
specializzazione delle attività, oltre che potenziare i settori
preesistenti, genera domanda aggiuntiva di servizi migliorativi alle
imprese, evitando nel contempo eccessive esposizioni nelle cicliche fasi di
recessione industriale ed economica.
Mi complimento con la redazione di "lacedonia.com"
per la lodevole iniziativa e, soprattutto, per il modo in
cui avete allestito il sito, diventato, senza dubbio, un punto di incontro
per i lacedoniesi di ogni parte del mondo.
Spero che la linea editoriale prosegua nel segno della continua ricerca e
nell'originalità dei contenuti.
Grazie
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