Lacedonianews Archivio Anno 2006

TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE

Mario Rizzi, nato a Lacedonia il

13.09.1967, docente in materie letterarie, segretario del PPI dal 1999 al 2001, portavoce del Circolo territoriale

della Margherita "G. Grasso",

componente della Direzione provinciale

 

Lei, sig. Rizzi, è il primo segretario della Margherita a Lacedonia, dopo essere stato l’ultimo dei popolari. Ha gestito, quindi, il passaggio dai popolari alla Margherita e pure un cambio di alleanza locale dai socialisti, compagni di strada dei popolari nelle ultime tre tornate amministrative, a quella delle ultime elezioni, una compagine composita da Rifondazione Comunista ai Ds, all’Udc, a pezzi di An, tutti decisamente, in passato, anti-popolari! Poi, per strada questa coalizione ha scartato dei "pezzi", quelli dell’Udc, ed ora si è data una connotazione politica di centro-sinistra con il Sindaco, pare, e quattro consiglieri, di cui due assessori, della Margherita.

L’impressione, ai più, è che questa lista sia stata favorita da una parte dello stesso partito popolare più per scalzare i vecchi amministratori, soprattutto popolari, che per convinzione politica. Cosa risponde?

La domanda risulta complessa, tuttavia cercherò di rispondere in modo esaustivo.

Innanzitutto vorrei precisare che il regolamento generale dei Circoli della Margherita non prevede la figura del segretario, tradizionalmente intesa, ma quella del Portavoce, il quale ha precise funzioni: esprimere in sintesi i risultati del dibattito interno.

Per quanto riguarda il passaggio dal PPI alla Margherita, ritengo sia fondamentale ripercorrerne la storia in un’ottica più generale. Nel 1994 il partito della D.C., sia a livello nazionale che a livello locale, subisce una grave frattura: una parte confluisce nell’area di centrodestra (CCD, Forza Italia, Alleanza Nazionale), l’altra parte, il PPI, crea le condizioni per una formazione di centrosinistra.

Certamente queste aggregazioni, subite più che consapevolmente accettate a causa di un sistema elettorale maggioritario che prevedeva l’alternanza di due macroschieramenti, sono state inizialmente poco assimilate dall’elettorato moderato, ma hanno portato, nel contempo, ad una maggiore stabilità politica.

La scelta di campo nel centrosinistra da parte del partito popolare, quindi, si è determinata in maniera inequivocabile nel 1994.

A livello nazionale, nel 2001, il Partito Popolare Italiano, recuperando quella che risulta essere una delle principali regole della politica, ha aggregato intorno ad un progetto partiti diversi gravitanti nella stessa area con l'intento di rafforzare la coalizione di centro-sinistra: nasce così la Margherita.

Tale Movimento si diffonde rapidamente su tutto il territorio nazionale, articolandosi nei "circoli".

A Lacedonia, nel maggio del 2001, data delle elezioni politico-amministrative, il circolo della Margherita non era ancora costituito, infatti, nella competizione elettorale che ha visto la contrapposizione tra due liste: " Il Quadrifoglio (lista civica) e "Progetto futuro-SDI", non era presente nessun rappresentante che si richiamava alla Margherita.

Pertanto, non solo non abbiamo cambiato alleanza ma non ne potevamo fare, per le ragioni poc'anzi dette, di nessun tipo.

In seguito, e precisamente nel maggio 2002, due consiglieri comunali costituiscono in seno al consiglio il gruppo della Margherita. Solo all'inizio del 2003, su sollecitazione di molti cittadini vogliosi di partecipare attivamente alla vita politica del paese, nasce il "Circolo Territoriale della Margherita " Giovanni Grasso".

Intanto nel giugno 2003 si verifica una forte crisi all’interno della maggioranza consiliare e, nonostante i tentativi messi in atto anche dalla Margherita per evitare spaccature che potessero nuocere all’intera cittadinanza, ciò avveniva lo stesso con l’uscita dalla maggioranza di tre componenti che si richiamano al CCD. Solo grazie alla maturità d’alcune forze politiche, e tra queste la Margherita, si è evitato un nuovo commissariamento amministrativo con tutte le conseguenze politiche e sociali che esso avrebbe comportato.

Mario Megliola, da queste colonne, auspica la ripresa di un confronto politico sano e costruttivo, lamentando come questa amministrazione abbia acuito la frattura a Lacedonia tra politica e società civile.

Che giudizio dà dell’operato dell’attuale amministrazione e quali le vostre posizioni circa la recente mozione di sfiducia al Sindaco, presentata da otto consiglieri su sedici?

Il problema posto circa il rapporto tra politica e società civile dovrebbe essere affrontato con maggiore serenità e pacatezza senza nessuna strumentalizzazione. Sicuramente, si è avuto a Lacedonia una fase in cui tutti i partiti sono stati poco coinvolti nella dialettica politico-amministrativa, ma ritengo, e ne faccio autocritica, che la colpa non sia solo da addebitare all'Amministrazione (non dimentichiamolo è nata come lista civica) ma anche agli stessi partiti che probabilmente non hanno svolto fino in fondo il proprio ruolo. Oggi, che è iniziata una nuova fase politica, non è tempo di andare alla ricerca di responsabilità e fare dietrologia non serve a nessuno; ciò che occorre è non sbagliare ancora. Solo agendo con trasparenza e con lealtà potremo riportare la fiducia e la speranza nella politica, che ormai da un pò di anni si è affievolita. Siamo lontani dalla prossima tornata elettorale, c'è un clima relativamente sereno che può contribuire a far intraprendere un nuovo cammino, basato più sulle aggregazioni che sulle divisioni. E questo nuovo percorso può considerarsi come una svolta importante per il nostro paese. Per cui l'auspicio di un confronto costruttivo e sano lo condivido e lo sottoscrivo. Ma per raggiungere questo importantissimo obiettivo è necessario un forte chiarimento. Noi, come Margherita, abbiamo iniziato a chiarire il quadro nebuloso in cui si era impantanata la politica locale. L'auspicio, quindi, è che anche le altre forze politiche possano precisare in modo netto e definitivo il loro ambito di riferimento. Così sarà possibile intraprendere un dibattito basato sulla proposta, sulla progettazione, sull’analisi dei problemi e sugli obiettivi che si vogliono raggiungere e non più sui personalismi. In questo modo, secondo me, si può recuperare quella dialettica che si è perduta in un percorso senza politica. Per quanto riguarda, invece, il giudizio complessivo sull'operato dell'Amministrazione, sarà definito ed espresso al termine del mandato, quando avremo acquisito tutti gli elementi per una corretta valutazione.

Per quanto riguarda il giudizio sulla sfiducia presentata da otto consiglieri, visti i risultati, preferisco evitare qualsiasi commento.

 

In passato si accusavano gli amministratori del tempo di confrontarsi poco con gli organi ufficiali di partito, specie nell’allora Democrazia Cristiana.

Oggi come vanno le cose?

Con gli attuali amministratori c’è sintonia circa obiettivi e metodi di governo?

La domanda andrebbe precisata.

Infatti, non è chiaro a quale periodo storico si riferisce. Per quanto riguarda l'attuale momento, si sta creando una sinergia tra la maggioranza amministrativa, i componenti che si sono richiamati spontaneamente ai valori del movimento della Margherita ed il Circolo Giovanni Grasso.

Abbiamo avviato una serie di incontri settimanali per discutere insieme, in modo pubblico e trasparente, tutte le questioni e le problematiche del nostro territorio. E’ stata ripristinata quella che era da sempre una buona consuetudine, vale a dire quella dei pre-consigli, per delineare preventivamente gli sviluppi possibili d’ogni azione amministrativa. Tanto che sulla definizione delle questioni locali il circolo sta registrando una larga partecipazione. Il metodo adottato è quello della collegialità e del confronto propositivo e democratico.

Spero che il percorso su indicato, appena intrapreso, possa essere perseguito con costanza anche nelle future occasioni.

 

Negli ultimi tempi la sua gestione del partito si sta caratterizzando per una decisa virata a sinistra, con una alleanza con quasi tutti i suoi partiti, da Rifondazione Comunista ai DS, fino agli indipendenti di Sinistra in Movimento.

Come va quest’alleanza? Ritiene che possa avere un futuro a Lacedonia?

L’ambizioso progetto della formazione di un centro sinistra aperto alla società civile è l'approdo naturale di un percorso intrapreso in modo del tutto organico rispetto alle realtà sovracomunali, provinciali, regionali e nazionali. Per cui ritengo che da parte del sottoscritto non ci sia stata nessuna virata a sinistra ma il prosieguo coerente di un cammino chiaro, limpido e, mi auguro, condivisibile.

Certamente in quest’ambito, forti della consapevolezza che le differenze arricchiscono il dibattito se confluiscono in un’utile sintesi, la collaborazione e l’integrazione con le forze politiche locali riconoscibili in area di centro sinistra, risultano fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

E' superfluo sottolineare, per quanto detto precedentemente, che tale progetto basato sull’alleanza di centrosinistra, a mio modesto parere, rappresenta un sicuro investimento per lo sviluppo della comunità lacedoniese.

 

Perché non avete invitato lo SDI nella nuova giunta, visto che sono parte integrante dell’Ulivo a tutti i livelli e con loro, ci riferiamo agli stessi uomini, amministrate alla Comunità Montana?

La domanda è stimolante perché mi dà l'opportunità di riconfermare l'invito allo SDI a definire la sua posizione politica a livello locale, coerentemente con quella già espressa con chiarezza negli enti sovracomunali (infatti, proprio qualche giorno fa il delegato SDI alla comunità Montana Alta Irpinia ha firmato insieme con altri rappresentanti politici un chiaro documento d’adesione al Centro Sinistra). Il diverso quadro politico che si è delineato a Lacedonia in quest’ultima fase può offrire la base per una futura intesa programmatica sottoscritta dai partiti di centro sinistra, senza alcuna esclusione, dalla Margherita al partito di Rifondazione Comunista.

Comunque, le scelte politiche e i contenuti programmatici saranno rigorosamente valutati e rapportati alle esigenze dello sviluppo sociale, economico, politico.

 

Quali i programmi politici della Margherita nell’immediato e nel futuro?

Il nostro primo obiettivo, il più importante al di là del programma amministrativo tout court, è quello di creare uno spazio-paese in cui confrontarci apertamente e liberamente su temi politici e amministrativi senza vincoli di correnti e di interessi personali, per fare emergere l'opinione e le proposte di tutti. E' fondamentale, per me, che si allarghi la partecipazione, sia per aprire gli orizzonti sia per diversificare gli angoli di visuale. Più numerosi saremo a chiedere trasparenza, più saremo intransigenti nel richiederla; quanto maggiore sarà il nostro interesse per la cosa pubblica, tanto più sarà difficile, per chi amministra, eludere i propri doveri verso la cittadinanza. Ecco perché, se mi permette, voglio rivolgere un invito, un appello a tutti a scendere in campo e a vincere la scommessa, il futuro è di tutti e tutti dobbiamo impegnarci per migliorarlo.

E' giunto il momento di uscire dal proprio particolare: non basta lamentarsi che le cose non vanno come vorremmo; non si può e non si deve delegare ad altri a pensare e a designare il futuro per noi, il nostro futuro ci appartiene e spetta a tutti noi contribuire a determinarlo. Se le cose non vanno come vorremmo la colpa è anche di chi, per troppo tempo, si è rifugiato nel disimpegno politico, civile, sociale.

Con riferimento invece al programma più strettamente politico-amministrativo della Margherita ritengo opportuno rilevare in questa sede alcune delle direttive principali sulle quali ci stiamo muovendo:

  • Risoluzione del problema occupazionale, attraverso una serie d’interventi che vanno dall’assistenza ed incentivazione del cooperativismo giovanile al potenziamento ed ampliamento delle strutture industriali esistenti;

  • Valorizzazione della formazione scolastica con possibili e concreti atti di modernizzazione secondo la migliore tradizione culturale e razionale utilizzazione delle strutture esistenti, anche attraverso l’istituzione non solo di nuovi indirizzi ma anche e soprattutto la promozione di corsi d’alta formazione professionale, in settori innovativi caratterizzati da forte richiesta di mercato;

  • Riapertura dello Sportello Informagiovani abbinato ad uno Sportello di Informaimprese per l’assistenza, la progettazione e il finanziamento di nuove imprenditorialità;

  • Piena utilizzazione, anche attraverso forme di incentivazione, delle aree PIP artigianali disponibili, e successiva verifica di ipotesi di ampliamento;

  • Valorizzazione e riuso del patrimonio storico-architettonico del centro storico, attraverso l’approvazione ed attuazione del Piano di Recupero e la redazione di specifici programmi integrati e piani di valorizzazione, inclusi quelli del colore al fine di rientrare nei finanziamenti ai privati disposti dalla regione Campania e dalla comunità europea.

Mario Megliola dice che, sulla questione "terremoto", le scelte di spesa fatte da questa amministrazione non hanno sempre avuto criteri condivisibili.

Lei, queste scelte, le condivide?

Mario Megliola commenta sommariamente le scelte di spesa dell’attuale Amministrazione; non vi entra nel merito, al punto che non risulta possibile partire da esse per sviluppare un’analisi accurata. Si impone pertanto una lettura più ampia e generale dell’intero fenomeno.

Il terremoto in Irpinia, evento calamitoso dalle carattestiche tragiche e disastrose, è stato visto dal legislatore del tempo come l’occasione per affrontare con forza i temi endemici dell’arretratezza, del degrado sociale e del sottosviluppo, non soltanto occupazionale, delle zone interne, coniugando in un unico disegno organico la ricostruzione con lo sviluppo. La ricostruzione nelle campagne e nei centri urbani si poneva all’interno di una "costruzione" del territorio attraverso una rete di nuove infrastrutture e di poli industriali (Calaggio, Nusco, Lioni, Calitri, ed altri) funzionali ad una rinascita economica generale. Era sperimentato per la prima volta un modello d’intervento dove il ruolo degli Enti locali (in particolare modo il Comune) assumeva un carattere strategico fondamentale.

A quest’ultimo, ritengo, si riconosceva infatti non un ruolo passivo d’ente territoriale che "ospitasse" le aree industriali ex art. 32 con la connessa viabilità, o che ricevesse riparti e stanziamenti da distribuire a favore dei privati o degli interventi pubblici in generale, bensì la funzione attiva di raccolta ed organizzazione delle istanze locali, da una parte private, per la riparazione del patrimonio immobiliare danneggiato al fine di garantire il soddisfacimento delle necessità abitative, o funzionali alle attività produttive, artigianali e commerciali, dall’altra pubbliche, per la controllata e rapida programmazione e realizzazione delle infrastrutture di supporto, in stretto rapporto con l’andamento delle richieste occupazionali. Oggi, a ventiquattro anni dal triste evento, la ricostruzione continua irrorando beneficamente la fragile economia del paese. La nostra visione politica, necessariamente in linea con le codifiche legislative ormai da oltre un decennio consolidate e confermate dall’ultima norma varata dalla Regione Campania nel 2003 in materia di semplificazione delle procedure e snellimento delle attività, deve senz’altro intervenire oculatamente per coordinare le istanze locali con regione e stato, impegnarsi, essere presente e manifestare fermamente la necessità da un lato della copertura del fabbisogno globale, chiedendo ed ottenendo riparti di risorse finanziarie dal CIPE continui ed adeguati, e dall’altra di evitare che le somme concesse risultino per lungo tempo giacenti.

 

Una domanda circa la crisi dell’area industriale del Calaggio: non ritiene che i referenti politici di queste zone, nonché suoi di riferimento, seppure sempre votati, ci abbiano lasciati per un po’ troppo tempo al nostro destino, mentre altre realtà, vedi l’area industriale Nusco-Lioni e quella di Calitri, potevano contare su imprenditori di altra levatura ed oggi sono decisamente più floride?

La crisi dell'area Calaggio si sta protraendo già da qualche anno e non può essere riferita solo a quest'ultimo periodo, forse oggi ha raggiunto valori massimi in quanto si inserisce anche in una congiuntura economica poco favorevole che ha accresciuto la situazione di disagio della nostra ma anche di altre realtà industriali, comprese quelle cui lei fa riferimento che, pur mostrando qualche lieve spiraglio, evidenziano i segni di una grave crisi. Per cui non è certo edificante fare demagogia su questo grave problema e creare polemiche stupide e strumentali. E' evidente l'impegno profuso dall'amministrazione comunale, protagonista di una bella iniziativa: riuscire non solo a costituire ma anche a coinvolgere nel "Comitato di coordinamento dei sindaci della zona" tutti gli enti comunali e sovracomunali al fine di dare rilevanza istituzionale, politica e sociale alla questione "Calaggio " che quindi diventa un problema non solo di Lacedonia ma di tutto il territorio. E' opportuno sottolineare con forza che la questione Calaggio è stata, soprattutto in quest'ultimo periodo, ripetutamente posta all'attenzione degli organismi regionali e provinciali dai nostri rappresentanti politici. A livello provinciale è stato istituito un Tavolo di Concertazione, presieduto dal Presidente Franco Maselli che in più occasioni ha dimostrato il suo sostegno e la sua attenzione alle varie vertenze del Calaggio. Sono stati già ottenuti due importanti risultati:

a) La dichiarazione dello Stato di Crisi dell'area Calaggio;

b) La priorità dei finanziamenti nel CONTRATTO D'AREA.

Infatti, proprio in questi giorni (martedi 17 febbraio 2004) all' Unione Industriale c'è stato un incontro tra il Presidente della Provincia, i Presidenti dell’ASI e dell'ASSE e i rappresentanti sindacali per riassegnare contributi pubblici (circa 20 milioni) liberati dalle prime tre rinunce al contratto d'area. L'importanza dell'incontro sta nella stesura di un documento che dà "priorità alle realtà produttive dell'area industriale del Calaggio". Quindi, il Presidente Maselli, su nostra specifica sollecitazione, per accelerare i tempi, ha indetto un incontro con il giudice delegato del tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi rappresentante dell'80% circa delle aziende in curatela fallimentare. Al confronto abbiamo richiesto la partecipazione anche degli stessi curatori fallimentari chiamati a fare chiarezza sulle gestioni in atto. L'incontro sarà finalizzato a velocizzare l'iter di riacquisizione delle aree e degli stabilimenti delle aziende sottoposte a fallimento in modo che gli stessi possono essere, come detto prima, oggetto della rimodulazione del contratto d'area. E' importante definire un quadro preciso e dettagliato delle situazioni industriali fallite e in curatele. Queste sono risorse importanti da liberare e destinare a nuovi progetti d'investimento. A livello regionale, grazie all'impegno di tutti i rappresentati politici della zona, è stata approvata in Giunta, su nostra proposta, con deliberazione n°3848 il "REGOLAMENTO PER LE FUTURE ASSEGNAZIONI DEGLI OPIFICI": uno strumento normativo che non solo sana un vuoto procedurale ma supera i tempi biblici delle curatele fallimentari. Con questo Regolamento si affida all'ASI un ruolo molto importante, per cui anche noi, in quanto componenti della stessa, diventiamo, in parte, protagonisti delle scelte future che non ci verranno più imposte dall'alto. Ma per raggiungere questi importanti obiettivi è opportuno rimboccarsi le maniche, superare non solo gli steccati politici ma anche quelli ideologici, perchè solo se saremo in grado di ricompattarci intorno a queste problematiche generali potremmo essere in grado di raggiungere qualche chiaro risultato.

 

Le voci del toto-candidature alla Provincia ci dicono che Lei è tra i papabili a correre per la Margherita nel Collegio "Bisaccia-Lacedonia-Andretta-Aquilonia-Monteverde".

Quindi l’ultima domanda fa al caso suo: quali direttrici di sviluppo, alternative all’industria, ritiene possano praticarsi a Lacedonia? E come?

E' prematuro parlare di candidature provinciali, ma è chiaro che il circolo della Margherita di Lacedonia in virtù del ruolo che occupa a livello sovracomunale sta lavorando affinché si crei una forte candidatura. L'obiettivo prioritario, però, e' quello di riuscire a coagulare il massimo dei consensi intorno al candidato, chiunque esso sia, tenendo presente la forte rappresentanza della Margherita nelle varie realtà comunali.

Le nuove accresciute funzioni assegnate alla Provincia c’impongono il dovere di considerare attentamente l’eventualità della rappresentanza forte nel Consiglio provinciale, evitando quelle forme di divisione e frammentazione campanilistiche e di partito che possono compromettere il successo politico, così com’è successo nelle passate elezioni dove l'unità delle altre realtà distrettuali ha finito col prevalere sulla nostra mancanza di coesione, mettendo in fuorigioco le candidature che esprimevamo.

Per quanto riguarda la seconda parte della domanda, ritengo che al momento non esistono alternative credibili e sufficienti sotto il profilo occupazionale che si contrappongono allo sviluppo industriale, perciò partendo da quelle realtà "positive" esistenti nell’area Calaggio (vedi imprenditori seri e desiderosi di creare prospettive concrete), occorre immaginare, in una condizione d’industrializzazione ancora debole e non radicata nel territorio, un processo di sviluppo sinergico, basato sulle complementarietà e le sussidiarietà e non sulle rigide alternative.

E’ opportuno che la risorsa Calaggio, area industriale completamente infrastrutturata, si inserisca pienamente all’interno delle strategie di sviluppo del territorio (Contratto d’area, Distretto tessile, etc.).

Certamente vanno valorizzati i settori dell’agricoltura, modernamente intesa, (POR Campania 2000-2006) favorendo l’apertura di attività di impresa agricola locale, infrastrutturando e razionalizzando l’uso del territorio e del turismo rurale e culturale, basato su un sistema turistico locale (STL) articolato sul territorio attraverso itinerari interregionali.

In tal modo la differenziazione e la specializzazione delle attività, oltre che potenziare i settori preesistenti, genera domanda aggiuntiva di servizi migliorativi alle imprese, evitando nel contempo eccessive esposizioni nelle cicliche fasi di recessione industriale ed economica.

 

Mi complimento con la redazione di "lacedonia.com" per la lodevole iniziativa e, soprattutto, per il modo in cui avete allestito il sito, diventato, senza dubbio, un punto di incontro per i lacedoniesi di ogni parte del mondo.
Spero che la linea editoriale prosegua nel segno della continua ricerca e nell'originalità dei contenuti.

                    Grazie

 


CONTATTI: lacicogna@lacedonia.com