Gerardo Palladino, nato a Lacedonia,
41 anni. Laureato alla facoltà di scienze agrarie ed ambientali
di Portici dove è stato assistente presso l’istituto di
idraulica e costruzioni.
Master in direzione aziendale presso
la Bocconi di Milano. Dipendente della Coldiretti di Avellino
con incarico di responsabile tecnico ed informatico nonché
segretario di zona presso la sede di Bisaccia.
Dopo brevi periodi di insegnamento ha
scelto… di non "emigrare" dall’Alta Irpinia.
Non si è mai occupato di politica.
Sindaco di Lacedonia dal maggio 2001
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Sig. Sindaco, intendiamo chiudere con Lei questo giro di interviste,
chiamiamole così, con i vari responsabili politici locali. A Lei,
ovviamente, porremo tutte le maggiori questioni fin qui emerse,
sicuri di avere un adeguato riscontro.
Cominciamo con una questione squisitamente politica ed attuale.
L’inedita, per Lacedonia, alleanza di centrosinistra che La sostiene
all’A.C. pare mostrare già le prime crepe; alla prima occasione, le
prossime elezioni provinciali, né la Margherita, né la sinistra con
Rifondazione Comunista ha saputo rinunciare ad un proprio candidato
locale compromettendo, così, l’elezione di entrambi. Pensa che
questa situazione possa avere conseguenze per la sua giunta?
Premesso che vi state rivolgendo alla
persona sbagliata per avere dei chiarimenti del genere, poiché
entrambi i candidati alla Provincia hanno "personalmente" sostenuto
la mia candidatura a Sindaco; "personalmente" mi hanno e mi stanno
aiutando nella soluzione degli infiniti problemi di questo Comune.
Data la acclarata coerenza ideologica e comportamentale dei
candidati escludo che possano essere fondate le vostre
preoccupazioni, per due motivi fondamentali e paradossalmente ancora
non "digeriti" dai cosiddetti opinion-leaders locali: il mio mandato
scade naturalmente nel 2006; se dovesse anticiparsi tale data mi
trova semplicemente indifferente, allorché consapevole di aver
sempre e con continuità dato tutto il mio impegno per la ricerca
delle soluzioni migliori ai problemi peggiori, non previsti nella
loro interezza all’inizio del mandato. In secondo luogo i locali
rappresentanti di Rifondazione Comunista hanno sempre ricordato che
nell’ultima tornata elettorale amministrativa non è stato eletto
nessun loro rappresentante. Se poi chi oggi occupa un ruolo a dir
poco "anomalo" lasciasse la possibilità alla maggioranza di avere il
giusto numero di rappresentanti, lasciasse agli altri non eletti di
partecipare attivamente alla vita amministrativa, allora anche
Rifondazione potrà avere i suoi rappresentanti e sicuramente questi
sapranno essere più "costruttivi" di chi oggi cerca giustifiche
politiche a meri atti di irresponsabilità amministrativa.
Si continua a dire che la maggioranza ha
cambiato pelle, si è modificata in corso d’opera. Questa
amministrazione è fatta dagli stessi uomini eletti regolarmente il
13 maggio 2001, perché votata dal 70% della popolazione di
Lacedonia. Ha presentato un programma e sta cercando di eseguirlo.
Non riesco proprio a capire perché questo programma debba essere
cambiato "in corso d’opera" per il solo fatto che oggi ad eseguirlo
siamo in nove e non in dodici. E se poi questi nove si sono sempre
riconosciuti nel centro-sinistra non è corretto dire che
l’amministrazione ha cambiato pelle.
Da più parti vengono formulate ipotesi circa la Sua appartenenza
politica.
Vuole, in questa sede, fare chiarezza al riguardo?
Non ho mai avuto tessere di partito.
Dall’ottobre 2003 sono iscritto al locale circolo della Margherita.
Per la carica che in questo momento occupo l’appartenenza politica
passa in secondo piano. Tutta la maggioranza è protesa ad
amministrare la comunità nella sua interezza. Ed è stata sempre
amministrativamente "daltonica".
In più occasioni Lei ha ribadito la linea della Sua amministrazione,
di non voler procedere ad un ampliamento dell’area PIP industriale
del Calaggio (ipotesi pensata dai vecchi amministratori ma anche
considerata come una delle possibilità di sviluppo, in questa
tribuna, dall’attuale assessore Gianni Caggiano, membro della Sua
giunta) rinunciando, così come ricorda Sessa, a parte di quei 280
miliardi delle vecchie lire che la Regione Campania ha destinato a
tal fine per la provincia di Avellino.
Ha, pertanto, preferito favorire con tutti i mezzi possibili il
reimpiego dei capannoni dismessi.
Con questa linea nuovi imprenditori si sono impegnati ad investire
nella ex- Ingred, ma la lista dei fallimenti è ancora molto lunga.
Ci sono novità anche per questi altri casi?
Con questa domanda mi date l’occasione per
farvi rilevare pubblicamente che, in base a quanto mi avevate
comunicato a gennaio, questa "tribuna politica" doveva riguardare
"solo" rappresentanti dei partiti presenti "ufficialmente" a
Lacedonia. Purtroppo questo non è avvenuto. Ed il risultato è sotto
i vostri occhi. Chi nel passato avrebbe dovuto e potuto dare
soluzioni all’area industriale oggi cerca risposte. Non credo
proprio alla casualità se ex amministratori come Megliola e Sessa ci
provocano in continuazione su Pip industriale e terremoto, negando
in più occasioni ogni nostro sforzo possibile. Perché di occasioni
per parlare e giustificare quello che ci hanno lasciato in eredità
ne hanno avute, eccome!
La vostra domanda è la perfetta
dimostrazione dei loro condizionamenti, perché probabilmente in
nessun modo si vuole accettare il fatto che questa amministrazione
le strade dello sviluppo le ha imboccate tutte. Alcune le sta
percorrendo più speditamente (favorendo lo sviluppo del terziario,
completando gli insediamenti nel PIP artigiani, promuovendo e
concretizzando le idee di turismo storico ed ambientale,
partecipando e patrocinando tutte le iniziative a tema programmatico
specifico, culturali, sportive, associazionistiche). Altre, di
fatto, sono oggi più impervie, come l’area industriale Calaggio.
Nata con i migliori propositi. Gestita nel peggiore dei modi (si
analizzi il rapporto fra gli occupati nostri concittadini e quelli
totali). L’attiguo sbocco autostradale l’avrebbe dovuta rendere "la
più funzionale", "la più appetibile", "la più infallibile".
Invece sta fallendo.
Qualcuno a più riprese manda continui
messaggi subliminali, vista la concomitanza dei fallimenti con
l’insediamento della nuova amministrazione. Come già ricordato dal
segretario dei DS l’area Calaggio sfugge dalle nostre competenze
amministrative, eppure, la richiesta di approvazione di un
regolamento che sveltisse le procedure fallimentari è stata scritta
sul mio computer, con l’aiuto dei locali rappresentanti di
Rifondazione e Margherita, ed inviata al Consiglio Regionale della
Campania. Diventata poi proposta operativa per merito dei
consiglieri regionali della Margherita e di Rifondazione.
Per chi continua ad accusarci che non
vogliamo l’ampliamento dell’area Calaggio ribadisco, ancora una
volta, che, appena insediati, siamo andati alla spasmodica ricerca
di questo famigerato progetto PIP, completo, già impacchettato, solo
da finanziare. FALSO. Solo a livello di progettazione DEFINITIVA,
mai approvato, nemmeno per la esigua superficie iniziale, mq.46.657.
Inesistente il progetto complessivo di ulteriore ampliamento,
presente solo una relazione descrittiva delle intenzioni, priva
dell’atto fondamentale: lo studio idrogeologico. Il Comitato Tecnico
Regionale non lo prese nemmeno in considerazione. Il tutto
strapagato per 335 milioni di lire. Nonostante ciò, questa nuova
amministrazione convoca la commissione edilizia integrata, lo fa
approvare e lo consegna tempestivamente alla Regione. Lo consegna
così tempestivamente che anticipa anche il bando stesso. Lo presenta
definitivamente il 09/04/2002, prot. 2230. Contemporaneamente,
propone uno studio di fattibilità prima per una centrale a gas e poi
per una a bio-massa, al fine di contribuire in modo significativo
alla sensibile riduzione dei costi fissi delle aziende in
difficoltà, al fine di rendere ancora più "appetibile" l'intera
area, al fine di favorire nuovi investimenti. In primis nei
capannoni di aziende fallite. Così facendo non si impegnava l’Ente
con impossibili esborsi economici, anzi, si era riusciti a trovare
anche chi mettesse i soldini al posto del Comune.
La Regione NON RIGETTAVA IL PROGETTO
DEFINITIVO "AMPLIAMENTO CALAGGIO", ma dava priorità di finanziamento
ai progetti ESECUTIVI, già cantierabili. Nell'ottobre del 2002
l'amministrazione ha dovuto accendere un mutuo per pagare la
progettazione definitiva di quella misera area di ampliamento, e
doveva trovare altrettanti milioni di vecchie lire per rendere il
progetto esecutivo. Senza trascurare che, ad eventuale finanziamento
dell'opera, bisogna avere disponibili nelle casse del Comune tre o
quattro miliardi di vecchie lire per il cofinanziamento. E la
partecipazione in forma consortile con i comuni limitrofi non
decollava e non decolla, perché ogni comune vuole il suo "pippetto"
fatto in casa e… sotto casa. Tutto ciò che si dice sull'area
Calaggio, in relazione a questa Amministrazione è denigrazione
gratuita. Magari fosse politica. E tutti dimenticano che senza
soldi…
Nello stesso periodo si assisteva ai
fallimenti. Giusto per non essere tacciati di immobilismo,
percorremmo autonomamente la "pista" D’Amato, incontrato "per caso"
in una fredda mattina del dicembre 2002 nella ex Ingred e poi, a più
riprese, ad Arzano, presso la sede italiana delle sue attività
industriali. Non ci si rivolgeva ad un imprenditore qualunque ma al
Presidente di Confindustria. A chi, cioè, potesse dare un decisivo
impulso anche all’immagine stessa dell’Area Calaggio. A suo dire
però le lungaggini burocratiche di assegnazione, oltre che dei
macchinari anche del capannone, lo hanno distolto dal realizzare
investimenti in quell’area. Però, prese un preciso impegno e,
attraverso l’Unione Industriali di Avellino, almeno la ex Ingred
riaprirà, con il raddoppio dei dipendenti.
Sarebbe troppo lungo l’elenco degli
imprenditori contattati, delle istituzioni (Regione, Provincia, ASI)
e di chiunque altro, banche comprese, ci potesse aiutare a
rilanciare l’area Calaggio. Mentre qualcuno pensava addirittura di
riempire i capannoni con "ecoballe" di immondizia.
L’istituzione del comitato dei Sindaci,
voluto e realizzato da questa Amministrazione, ha fatto sentire la
propria "disperazione" sia in Prefettura che in Regione. Qualche
positivo risultato lo ha già raggiunto. Ora aspettiamo la tornata
elettorale e poi si riparte. Pare che anche il Governo Centrale si
sia accorto della situazione ma… sta ancora indagando.
Circa la questione del terremoto tanti, primo tra tutti il
segretario di Rifondazione Comunista, hanno avanzato, da questa
tribuna, delle perplessità circa la sua gestione.
Diamo anche a Lei, qui, la possibilità di descrivere quali sono
state le procedure adottate e di chiarire a tutti i lacedoniesi i
dubbi avanzati da più parti.
Se potessi rispondere solo con una battuta
direi… "maledetto terremoto". Causa, o concausa, di tanto astio fra
cittadini ed istituzioni, fra cittadini e tecnici, fra cittadini e…
cittadini. Una problematica questa che poteva e doveva essere già
risolta nel passato. Invece alle forti scosse telluriche di oltre
vent’anni or sono si è susseguito un "increscioso" bradisismo
legislativo e procedurale, fertile humus per politicanti, tecnici e
opportunisti di varia specie e natura. Arma infallibile di tante
campagne elettorali. All’indomani del nostro insediamento questa
nebulosa ci ha subito investito e perseguitato. Abbiamo ritenuto
opportuno avvalerci di consulenze legali e tecniche esterne, al di
sopra di ogni sospetto. Abbiamo seguito i loro consigli, fiduciosi
che la componente gestionale dell’Ente avesse poi chiuso il cerchio,
producendo documenti di programmazione certi: resoconti economici,
elenchi, proposte di riparti per impegni "futuri e non pregressi"
(es. pagamento degli aggiornamenti).
Quello che sostiene il segretario di
rifondazione è giustissimo, in linea con le normative. Ma andava
programmato almeno nel 1992. Oggi è difficile. Ma non impossibile.
Solomita, sempre da questa tribuna, ha lamentato una scarsa azione
della Sua amministrazione a sostegno delle aziende ed imprese
locali.
Ci riferiamo al Bando Industria per la L. 488\92 scaduto il 15 marzo
u.s. ed a quello per gli artigiani che scade il 31 maggio prossimo;
ci riferiamo ai 75 milioni di euro previsti dal POR per i Progetti
Integrati Territoriali stanziati dalla Giunta Regionale; ci
riferiamo, infine, ai Piani d’Inserimento Professionale per
agevolare l’occupazione di giovani disoccupati.
Eppure avevate parlato di un locale "Sportello per le imprese".
A che punto è questo progetto?
Scusate per la polemica ma Solomita
farebbe bene a decidere cosa vorrà fare da grande, visto che nessuna
amministrazione gli è mai andata bene. E se sono stato costretto a
regolamentare l’accesso al Municipio, com’è realtà in tutti gli
Enti, è solo per non dover continuare a trascorrere intere mattinate
con lui e il suo "personale terremoto".
Ed è bene chiarire in prima battuta che
non siamo l’ufficio di collocamento. Un’amministrazione ha il
compito di favorire gli insediamenti, di risolvere cioè nel più
breve tempo possibile le problematiche burocratiche legate ai
possibili nuovi investimenti privati. Non è un caso se abbiamo
regolarizzato le pendenze economiche con la Baronia Spa e ci siamo
presenti, unico Ente, con due rappresentanti nel C.d.A. E i privati
che hanno investito e stanno investendo sono sotto i vostri occhi. E
i corsi (due) di formazione professionale si stanno svolgendo
proprio a Lacedonia.
Abbiamo aderito al BSI (Baronia Sviluppo
Impresa), pronti ad aiutare il privato investitore e farci aiutare
nel rilancio dell’area industriale.
Abbiamo aderito all’STL (Sistema Turistico
Locale), di cui fanno parte finora 45 Enti di Puglia e Campania. Il
comitato promotore dell’STL si costituì proprio a Lacedonia; e
Lacedonia fa parte di quel comitato ristretto, attraverso il quale
abbiamo già presentato progetti sul nostro centro storico con
l’obiettivo di percorrere concretamente anche questa strada di
sviluppo turistico, ottimale se ben sfruttata, per favorire
l’impiego di manodopera (tanta) a bassa specializzazione.
Non ci è stato possibile avere una
rappresentanza nel comitato del Distretto Tessile di Calitri, per il
solo fatto che tale comitato SI E’ COSTITUITO 10 GIORNI PRIMA DEL
NOSTRO INSEDIAMENTO. Vogliamo prendercela con il Commissario
prefettizio? Ci siamo dovuti accontentare di "soli 3 miliardi" delle
vecchie lire per la realizzazione di una struttura a servizio delle
aziende industriali e di promozione delle nostre produzioni.
Non siamo presenti nel PIT Ofanto…. perché
tale programmazione andava fatta nel 1996.
Mi chiedo e vi chiedo, fatta eccezione per
i laureati, il resto dei disoccupati quali scuole professionali
(integrate con l’offerta di lavoro locale) hanno avuto la
possibilità di frequentare?
Abbiamo messo in sicurezza il PIP
artigiani. Adeguato il regolamento. Fatto il bando per i lotti.
Assegnati. Tempo sei mesi e 20 lavoratori potranno, con gli
investimenti privati, grazie anche alla 488/92, iniziare a lavorare.
Per chi vuole fare impresa gli spazi ci sono ancora. E gli strumenti
programmatici anche.
Si è fatto cenno alle varie opere pubbliche che questa A.C. ha in
animo di realizzare: una serie di interventi sul fiume Osento, la
ristrutturazione della ex Scuola Materna, il completamento Piscina
comunale, il rifacimento dello Slargo-invaso spaziale Via
Tribuni-Chiesa S.Maria la Cancellata, ed altre ancora. A che punto
sono i vari procedimenti?
Le offriamo un’opportunità: perché non utilizza il nostro sito per
pubblicare stralci significativi di queste opere e vedere un po’ la
gente come la pensa?
Ben detto. Si è accennato solo ad alcune.
Non si è evidenziata però una precisa programmazione amministrativa:
1) realizzare il più possibile a totale
carico di Enti sovracomunali (Regione, Provincia, Comunità
Montana, accordi di programma intercomunali) senza aggravi di
spesa sul bilancio comunale.
2) realizzare….. completando.
Spiego meglio il concetto. All’indomani
del nostro insediamento la prima cosa che abbiamo fatto è stata
quella di verificare quali e quanti progetti erano depositati presso
l’ufficio tecnico. Quali di questi avevano copertura finanziaria.
Per quanti progetti erano già state avviate le procedure di
realizzazione. Quali opere erano in itinere (diciamo così!) ma non
avevano possibilità di completamento. Tante: ampliamento casa di
riposo, piscina, "campi sportivi", spogliatoi campo calcetto, strada
casello-Ofantina (il cosiddetto "muro del pianto"), ampliamento
strada Toscano, PIP artigiani, ampliamento cimitero,
ristrutturazione mattatoio comunale, rete idrica comunale, rete
fognaria, costone Rupi e… ampliamento PIP Calaggio.
E ben 98 mutui accesi, gran parte dei
quali a totale carico del Comune di Lacedonia. Con residui di fondi
mai prelevati e per opere mai completate.
Nel frattempo il POR Campania andava nella
fase esecutiva. Il nostro Comune non ha potuto partecipare con
propri progetti, perché non ne aveva di cantierabili. Allora abbiamo
convocato tutti i tecnici locali chiedendo loro una sostanziale
collaborazione. In due anni sono stati presentati 16 progetti a
concorso POR.
La "missione" di un amministratore è
questa. Non siamo mai stati invidiosi se un’opera era stata
"pensata" da altri e, solo per tal motivo, non andava realizzata o
non andava completata. Purtroppo veniamo distolti continuamente da
altri problemi: politici, legali, contabili. Inoltre, in tre anni
abbiamo dovuto affrontare emergenze di non poco conto. Più di
qualcuno ricorderà da quanto tempo non nevicava in quel modo, da
quanti lustri non si subivano piogge così intense ed abbondanti.
Fenomeni questi che hanno amplificato le già critiche condizioni
idrogeologiche di un territorio quasi tutto "in frana", con tanto di
dichiarazione di stato di calamità naturale da parte della Regione e
tanto di riconoscimento (oltre cinque milioni di euro) da parte
degli Enti di controllo.
Come se ciò non bastasse l’onda emotiva
del terremoto del Molise ci ha obbligati a chiudere un intero plesso
scolastico. Elementari, materne, asilo nido, mensa. Non è stato
semplice riallocarle. Non prendetele come scusanti. Ma
acconsentiteci almeno il beneficio del dubbio quando sentite dire
che non stiamo facendo niente.
Ora parliamo delle importanti opere pubbliche programmate dalle
precedenti amministrazioni che, come ha ricordato Sessa, pare siano
cadute nel dimenticatoio, anche se Senese, nostro ex assessore ai
Lavori Pubblici, ha qui affermato di avere stipulato un
cronoprogramma con la Regione Campania.
Ci riferiamo al risanamento del costone Rupi, al rinnovamento di
buona parte della rete fognaria ed alla realizzazione della parte
mancante della rete depurativa; ma anche al nuovo collegamento con
il Calaggio, all'ipotesi di completamento di questa opera anche in
collaborazione con i comuni di Aquilonia e Monteverde fino all'Ofantina.
Come stanno le cose?
Mi ricollego alla risposta precedente e
chiedo, molto semplicemente, dove sono i progetti? Ma soprattutto,
dove sono le opere, sbandierate ai quattro venti dalla platea e mai
affrontate concretamente quando si era nella stanza dei bottoni. E’
innegabile ciò che abbiamo trovato. Quale la situazione di fatto.
Dei tratti di fogna "in salita", dei deflussi a "ruscellamento"
delle acque piovane nel centro abitato, senza l’ombra di un
chiusino, un depuratore appena consegnato e "saccheggiato" prima
dell’apertura. Si accusava l’amministrazione Cuozzo di pensare
troppo in grande. Oggi si accusa l’amministrazione Palladino di
pensare troppo alle "cose spicce". E il periodo intermedio in cosa
si è caratterizzato? Per le "confortevoli" ed "economiche" casette
asismiche? Per aver portato a termine le opere incomplete?
Non faccio nessuna critica alle idee, la
critica la faccio al non averle concretizzate con iter progettuali e
finanziari validi. E la dimostrazione che non siamo contro quelle
idee sta nel fatto che stiamo cercando di renderle attuabili. E
finanziabili.
Gli equilibri in Consiglio Comunale sono radicalmente cambiati.
Oggi riesce a lavorare meglio?
Quali gli obiettivi che intende perseguire nei prossimi due anni?
Non parlerei di "equilibri". Dico
piuttosto che nei primi due anni questa Amministrazione ha
impattato, compatta, in due problematiche. Il caos amministrativo,
progettuale, finanziario, gestionale… sociale. E le continue
provocazioni di chi tale caos ha lasciato. Ci è caduto addosso di
tutto. Dalle denunce legali a quelle penali. Dai manifesti di
contestazione agli articoli di giornale provocatori. Dai soliti
cittadini atavicamente insoddisfatti a quelli contro "per
principio". Non è stato facile fare il punto della situazione,
rimettere in moto la "macchina amministrativa". Mancava il
carburante, ci bucavano in continuazione le ruote, il motore
funzionava ad uno o due pistoni, non era sincronizzato nei movimenti
e superava di molto il carico consentito di problematiche complesse.
Non era in regola nemmeno con i tagliandi di revisione. Ci sono
voluti due anni per rimetterla in moto e farla andare, anche se a
passo lento, ma farla avviare. Devo ringraziare quanti, nostri
elettori e non, ci hanno dato fiducia standosene buoni in speranzosa
attesa. Quando questa macchina ha iniziato a prendere velocità
qualcuno ha preteso il posto di autista, decidendo autonomamente la
direzione. Risultato: siamo andati a sbattere e qualcuno è dovuto
scendere andandosi a curare le ferite… che ancora sprizzano veleno.
L’abbiamo rimessa in moto e siamo ripartiti con gli stessi
passeggeri. Non l’abbiamo riverniciata, non ha cambiato né il colore
né la direzione originaria. Si è solo alleggerita delle presunzioni
ed ha evitato nuovi sovraccarichi, lasciandosi alle spalle anche
pesanti fardelli di multe non pagate. Un’ultima considerazione: non
ha mai pensato di investire nessuno.
Cosa pensa di lasciare, di importante, ai lacedoniesi al termine del
Suo mandato?
Visto l’ambiente, non tutto quello che
avremmo voluto, ma molto di più di quanto si sarebbero aspettato o
avrebbero mai pensato potesse realizzarsi. I risultati
verifichiamoli a fine mandato.
Un’ultima considerazione: che idea s’è fatta, dalla posizione
privilegiata che occupa in questo momento, sulla società lacedoniese?
Ha le potenzialità per risollevarsi in un prossimo futuro?
Non occupo nessuna posizione privilegiata.
Mi considero un lacedoniese uguale a tutti gli altri. La carica di
Sindaco non mi sta dando nessun privilegio, anzi, sicuramente me ne
ha tolti e comunque sono stato io a non volerne. Sto interpretando
questo ruolo con profondo senso civico, convinto di assolvere ad un
preciso dovere, proprio di tutti i lacedoniesi. Non dico che tutti
debbano candidarsi a sindaco per dare il proprio contributo. E’
sufficiente avere maggiore rispetto per il prossimo, quello che
abita alla porta accanto. Quello che non può circolare liberamente
se gli ostruiamo il passaggio con la nostra macchina. Quello che non
viene al Municipio per chiedere il contributo, la casa o, peggio
ancora, a volere che si faccia del male al suo "nemico", vicino o
parente.
La società lacedoniese? E’ costituita in
grandissima parte da tanta gente tranquilla e operosa. Non va
illusa, non va convinta e confusa con pretestuose argomentazioni,
denigratorie e diffamatorie. Forse anche da parte mia andava solo
capita, accettata e … sfruttata. Paradossalmente però la gente è
poco abituata a sentire le tristi verità, soprattutto sui problemi
personali, oggetto di decennali promesse.
Continuo comunque a ritenere che si debba
rinunciare un po’ all’assistenzialismo e rimboccarsi di più le
maniche. Ed è bene ricordare che qui ci vivono anche tutte quelle
persone che avevano di meglio da scegliere ed hanno preferito
restare a Lacedonia. Non neghiamo loro anche la possibilità di
migliorarla e… cerchiamo, tutti, di far circolare meno chiacchiere.
Nota della redazione
Egr. Sig. Sindaco,
prima di tutto La ringraziamo per la
disponibilità dimostrataci, e non solo in questa occasione, ma ci
dispiace (e ci sorprende) sentire i Suoi "rimproveri" per le nostre
interviste al Sig. Sessa e al Sig. Megliola. Se sono state fatte è
stato "solo ed esclusivamente" per arricchire questo dibattito
politico, dato il loro recente passato di amministratori per più
mandati; il primo, inoltre, è il Presidente della locale
Associazione, dichiaratamente politico-culturale, "Il punto sull'Irpinia"
ed è stato più volte chiamato in causa, mentre il secondo ricopre,
attualmente, l'incarico di capogruppo SDI in Consiglio comunale.
Infine, ci urge sottolineare (e ci duole
sapere che lo ha pensato...) che le nostre domande non "subiscono" i
condizionamenti di nessuno ma, al contrario, offrono a tutti la
possibilità di esporre il proprio punto di vista sulla vita politica
lacedoniese, evidenziando le positività dei propri programmi e
progetti futuri, nell'interesse di tutti.
Cordiali saluti, La redazione.
Grazie