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SALVIAMO SAFYA
Safya
Husseini Tungar-Tudu è una ragazza nigeriana di trent’anni, senza
marito.
Ha avuto un bambino e dunque, per la legge fondamentalista
islamica che nel suo paese ha valore di legge penale, se non interviene
una vasta protesta internazionale, fra un mese o
poco più sarà posta in una buca, seppellita sino al seno e poi lapidata
a morte dalla gente del suo villaggio. Chiusa nella sua
capanna, in questi giorni allatta il suo bambino, che è diventato la sua
condanna a morte, e chissà quali ninna nanne gli canta. Lo potrà tenere
al seno per qualche settimana (144 giorni dopo la nascita), poi la
trascineranno nella fossa e la massacreranno. Possiamo fare qualcosa. Per esempio, possiamo scrivere all’Ambasciata di Nigeria, via Orazio 18, 00193 Roma,
dicendo
che vogliamo che Safya
viva, chiediamo che il presidente della repubblica nigeriana le
conceda la grazia. Ma bisogna che le nostre lettere siano tante e
perciò vi prego di trasmettere questo appello alle vostre amiche e ai
vostri amici (ANCHE QUELLE E QUELLI CHE NON HANNO E-MAIL!) e di scrivere
al più presto all’ambasciata: sapete anche voi che se non lo fate
stasera stessa o domani mattina, rischiate di dimenticarvene! Un’ultima cosa: quello di Safya non è una questione di donne. Come sempre succede in questi casi, il padre del bambino è stato assolto per insufficienza di prove.
Non
possiamo rimanere ai bordi della sua fossa !!! via Orazio 18, 00193 Roma. |
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