Lacedonianews Archivio Anno 2006

TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE

 

Prof. Michele Sessa, docente di latino e greco presso il Liceo Classico di Lacedonia, già segretario della locale sezione della Democrazia Cristiana, ininterrottamente sindaco di Lacedonia dal 1988 al 1997 e vicesindaco dal 1997 al 2000.

Attualmente ricopre la carica di Presidente dell'Associazione politico culturale "Il punto sull'Irpinia".

 

 

 

Prof. Sessa, cosa pensa della lista del "Quadrifoglio", lista trasversale nata per "ridare democrazia ..."  alla cittadinanza; come valuta l'azione delle attuali forze politiche locali, anche sul piano amministrativo, in particolar modo della Margherita?
Commentare "a posteriori" la vicenda del "Quadrifoglio" è facile visto l'esito infelice di tale esperienza. Soprattutto per chi ha sempre sostenuto che le liste per le amministrative si fanno "per" e non "contro". La stessa motivazione che viene addotta da molti protagonisti di quella discutibile scelta è un condensato di opportunismo ed ipocrisia politica. Sostengono alcuni che tale scelta era indispensabile per "ridare la democrazia alla cittadinanza" e "superare il grande momento di tensione che vi era in paese in seguito ad episodi poco edificanti che avevano sconvolto la vita della comunità" (per ulteriori particolari in merito potrebbe essere illuminante la mia risposta al segretario di Rifondazione Comunista Renna Gerardo, pubblicata in questo sito). In realtà tutti sanno, e lo hanno sempre saputo, che quella anomala alleanza era stata cercata dai dirigenti di una sinistra ufficiale debole ed impotente, perché profondamente divisa, che sapeva di non essere in grado, da sola, di proporsi alla guida del paese, e che smaniava per rientrare nella stanza dei bottoni. Vi è riuscita grazie ad un accordo con settori a volte goliardici della politica lacedoniese e subendo un Sindaco qualunquista che non faceva mistero di non tenere in alcun conto i partiti ed i "politicanti". Non mancarono interferenze sotterranee in settori del P.P.I. dell'epoca in modo da evitare che questo mettesse in campo una lista avversaria credibile che offrisse una consistente alternativa di voto alla cittadinanza. In pratica la sinistra, ed in particolar modo parte della dirigenza dei D.S., ha alterato le regole del gioco venendo meno alla propria orgogliosa tradizione ed alimentando il qualunquismo e la cultura della trasversalità.

La novità politica di Lacedonia negli ultimi tempi è stata sicuramente la nascita del circolo della "margherita", dotato di un'attrattiva così forte che sono confluiti in esso, a quanto si sente, il Sindaco, ormai politico o politicante, e vari amministratori presentatisi alle elezioni del 2001 come elementi di centrodestra. In pratica è stata portata a termine una operazione trasformistica senza precedenti a Lacedonia che mina la credibilità generale delle forze politiche locali e diseduca la cittadinanza, in particolar modo i giovani, che sono indotti a pensare che "fare politica" significa manifestare un'appartenenza estemporanea che di volta in volta prende in prestito contenuti e ideali.

Le forze politiche della nuova maggioranza, in conclusione, hanno avuto, a mio avviso, un'ultima possibilità di riportare la vera politica al centro dell'attenzione dopo la crisi amministrativa e la fine della discutibile esperienza consociativa: riformulare un programma amministrativo a breve termine che mettesse in agenda i veri temi che interessano la popolazione con impegni precisi a scadenze prefissate. Ciò avrebbe dato una giustificazione ed una legittimazione minima ad una operazione piuttosto disinvolta di cui sfugge la ragione. O meglio, si comprende ma non si giustifica il desiderio di chi amministra di restare in sella anche in condizioni critiche, ma non si comprendono le ragioni di chi offre dall'esterno un appoggio acritico ed incondizionato. Il tutto aggravato dal fatto che il partito che "ospita" il maggior numero di consiglieri comunali non ha neppure partecipato alla competizione elettorale. Almeno impegni costoro su un programma e su idee che siano rese note alla cittadinanza anche a costo di pagare un prezzo per alcune scelte improrogabili al fine di salvare le ultime possibilità di un qualche sviluppo del paese e giustificare una campagna acquisti piuttosto disinvolta.

Come si sente fuori dalla politica attiva, dopo aver amministrato per tre mandati consecutivi, oltre ad una prima esperienza all'opposizione?
Quali i suoi programmi futuri, intende ricandidarsi? E con quale formazione politica?

Sinceramente non sento la mancanza della poltrona, anche perché non mi sono mai considerato più o meno importante in relazione alla carica ricoperta, penso che i miei concittadini l'abbiano capito dopo anni di continuo confronto. Questo però non significa che mi disinteressi della vita amministrativa sia pure in maniera più distaccata, come cittadino privato. Certo non apprezzo l'atteggiamento di alcuni amministratori i quali approfittano della mia mancanza in consiglio comunale per attribuire a me ed alle amministrazioni cui ho partecipato colpe inesistenti, per coprire le proprie responsabilità ed omissioni. Chi vive per tanti anni i problemi della comunità e se ne fa carico anche in termini di responsabilità civili, contabili e penali, ha una sua visione delle possibili soluzioni e non può non criticare l'atteggiamento vanaglorioso ed autosufficiente di alcuni amministratori e l'apatia di altri, l'insofferenza per le critiche tollerate solo da parte di alcuni interlocutori privilegiati. Per quanto mi riguarda ho esercitato nell'amministrazione della cosa pubblica vari ruoli, quello di oppositore, quello di Sindaco e quello di vicesindaco, ma non ho mai pensato di potere evitare di dar conto all'esterno del mio operato.

In questo momento non do certo per scontata la mia partecipazione a future competizioni amministrative, anche perché sto cercando, tra mille perplessità la mia strada politica, cosa non facile in un momento in cui i valori della nostra tradizione democratica e democristiana sono stati abbandonati e scambiati, e la crisi della vera politica si manifesta con drammatica evidenza dappertutto, ed in modo particolare in provincia di Avellino. Oggi alcuni che si illudono di "far politica" non pensano di qualificarsi agli occhi dei propri concittadini attraverso la proposta, l'impegno disinteressato e l'esempio, ma cercano soltanto di captare effimeri consensi attraverso l'ostentazione di amicizie e presunto potere riflesso. In tal modo gli interessi del paese vengono posti su un tavolo più vasto in cui diventano parte minima di una contrattazione più generale per finalità spesso non coincidenti con gli interessi della nostra comunità. Mai in passato ci siamo fatti influenzare dall'esterno sulle scelte importanti, né siamo stati passivi esecutori di ordini, e parlo anche per i tanti amici che hanno ricoperto incarichi di responsabilità, che sicuramente si riconosceranno in queste parole. Lei mi chiederà cosa c'entra tutto questo con la domanda, molto breve e precisa. La risposta è la seguente: se le forze politiche di Lacedonia riacquisteranno un metodo di confronto sereno e democratico, se si spersonalizzeranno le questioni politiche-amministrative, se si agirà oggettivamente solo per il bene comune, se si uscirà dalla logica dei clan, non vi sarà bisogno dell'impegno attivo mio, della mia generazione, delle tante persone che la pensano come me.

Molti cittadini comunque si domandano se il "nuovo" è stato migliore del vecchio.

Come valuta l'azione amministrativa della giunta Palladino  ed il suo recente cambio, da civica a politica di centrosinistra. Ritiene che questa amministrazione abbia portato a termine nel migliore dei modi tutte le iniziative intraprese dalle precedenti amministrazioni da Lei guidate?
La giunta Palladino non è mai stata civica ma ibrida, l'attuale evoluzione risolve solo in parte il problema dell'identità politica dell'A.C. Infatti l'attuale maggioranza governa con voti di  destra che certamente in circostanze diverse non sarebbero serviti per formare un'amministrazione di centrosinistra. Altra perplessità provoca la posizione dello SDI, parte organica del centrosinistra, che resta almeno apparentemente all'opposizione. Sarebbe, a mio avviso, politicamente corretto allargare la maggioranza, se l'opposizione fosse disponibile, e programmare una crisi amministrativa in tempi non immediati ma utili per riportare la cittadinanza al voto nel 2005, evitando un lungo commissariamento. In tal modo si farebbe chiarezza definitiva e l'amministrazione comunale avrebbe la possibilità di concludere il proprio mandato in maniera più forte ed autorevole. Le tre amministrazioni cui ho contribuito a vario titolo si sono distinte per una notevole progettualità ed una forte carica idealistica. Soprattutto la prima (1988-93) ha saputo portare a termine quanto programmato  dalla precedente amministrazione Cuozzo ed ha saputo impostare grandi problemi e grandi scelte di notevole impatto sul futuro del paese. Basta pensare alla ricostruzione delle casette asismiche, alla impostazione del risanamento del costone rupi, alle delocalizzazioni dal centro storico, alla progettazione del PIP, alla progettazione generale della rete depurativa e fognante, al primo lotto del nuovo collegamento con il Calaggio, all'ipotesi di completamento di questa opera anche in collaborazione con i comuni di Aquilonia e Monteverde fino all'Ofantina. Di tutto questo non si sente nessuna notizia da parte degli attuali amministratori. Eppure siamo in periodi favorevoli per ottenere i finanziamenti necessari per completare quanto iniziato o programmato. Soprattutto il PIP Calaggio, il sistema fognante ed il completamento del risanamento del costone rientrano nelle priorità di legge con ampia disponibilità di fondi.

Per la verità l'ampliamento della casa di riposo e la ricostruzione della vecchia pretura stanno per essere portati a termine, altro non mi risulta.

Circa la  questione del terremoto, come giudica le recenti scelte  amministrative?
Sulla questione terremoto rinvio al comportamento adottato dalle amministrazioni di cui ho fatto parte: fino al 1992, con la legge 219/81, esame delle pratiche in ordine di presentazione e finanziamento in ordine di approvazione da parte della commissione ex art.14; dal 1992 in poi, in applicazione della legge32/92, finanziamento secondo le priorità previste, che tutti conoscono, con precedenza alle pratiche presentate entro il 31/03/84; rispetto delle esigenze abitative dei residenti e di coloro che si trovavano in uno stato precarietà e provvisorietà; controlli per verificare alcuni aspetti delle dichiarazioni di atto notorio da parte dei vigili urbani;rispetto delle procedure:
a) formulazione dei criteri da parte dei tecnici responsabili;
b) approvazione di tali criteri in consiglio comunale;
c) pubblicazione della graduatoria degli aventi diritto da parte dei tecnici e concessioni di termini per i

    ricorsi;
d) esame dei ricorsi da parte degli organismi competenti;
e) approvazione in consiglio comunale della graduatoria definitiva;
f) erogazione dei contributi per la ricostruzione;
Non sostengo certo che sia l'unica procedura possibile, ma è stata sicuramente democratica e trasparente.

A quanto mi risulta l'ultima "infornata" di due anni fa è stata gestita in modo diverso, i rilievi che molti cittadini fanno tutti li conoscono e molti li condividono, è possibile leggere qualcosa anche in altri interventi di questa tribuna, per cui voglio evitare di essere ripetitivo.

Mi auguro che, nonostante le apparenze, sia stata rispettata la legge e che le somme disponibili siano presto impegnate in modo da poter richiedere al più presto nuovi fondi. Sarebbe mortificante ed avvilente per la nostra cittadina un "terremoto giudiziario" che rischierebbe di bloccare tutto chissà per quanto tempo.

A proposito della crisi dell'area industriale del Calaggio, l'attuale amministrazione ha stralciato i piani di ampliamento dell'area stessa presentati dall'ultima giunta cui Lei ha partecipato.
Ritiene che questa scelta possa essere fatale per un possibile sviluppo dell'area?

L'area Calaggio è sempre stata in crisi, anche quando sembrava che tutto andasse per il meglio, non dimentico che uno dei primi problemi che trovammo nel 1988 fu la crisi della Mulat , gestita direttamente dall'organismo preposto della Presidenza del Consiglio, attualmente mi sembra che nessuna soluzione sia stata trovata nonostante i vari cambiamenti di gestione e l'intervento di vari soggetti istituzionali.
Per quanto riguarda l'ampliamento, cioè la realizzazione del PIP, risulta che la Regione Campania ha stanziato qualche mese fa circa 280 miliardi delle vecchie lire per la provincia di Avellino finanziando le richieste di decine di comuni, ma Lacedonia è stata esclusa per motivi che non ci è dato di sapere. Il Sindaco sostiene di aver presentato una richiesta che non è stata accolta, ma sinceramente ho dubbi molto fondati, mi auguro che anche su questo tema si ricominci a ragionare con serenità cercando di recuperare le possibilità perdute.

Io farei il possibile per riprogrammare l'intervento pure a costo di ripresentare il progetto anche in una zona diversa da quella individuata in precedenza. E' chiaro che senza disponibilità di suoli ad uso produttivo il paese si trova in una situazione di immobilismo totale.

I Patti Territoriali, come stanno evolvendo? Si stanno mantenendo le promesse fatte all'atto della loro costituzione? Sono ancora la sola possibilità di sviluppo per le nostre zone? In alternativa, quali altre?
Questa domanda ha una valenza generale ed una di carattere locale, alla prima rispondo positivamente nonostante le tante disfunzioni, perché l'idea di delegare la programmazione e la gestione delle risorse ad un organismo espressione del territorio non può fare altro che responsabilizzare positivamente i tecnici, gli imprenditori e gli amministratori locali, e comunque anche a Lacedonia qualche iniziativa tra molte difficoltà ha visto la luce in passato. Esprimo forte perplessità per la indisponibilità di suoli in area PIP che impedisce di fatto il sorgere di nuove iniziative.

Per quanto riguarda il resto ho smesso di illudermi da un bel po' e credo che l'alternativa sia soprattutto nella capacità dei nostri concittadini di cambiare mentalità, gli strumenti legislativi si sono un po' ridotti rispetto al passato ma tuttora non mancano, mi sia consentito di risparmiarle la solita tiritera di chi vuole sembrare un intenditore ripetendo pappagallescamente il solito caleidoscopio di acronimi noti a tutti.

Come vede il futuro di Lacedonia?
Una domanda secca che mi costringe ad una analisi impietosa della dura realtà.

Provo ad essere sintetico nella diagnosi e nella prognosi, anche se non è facile. Purtroppo Lacedonia non è riuscita ad uscire dalla logica della monocultura del grano e dalla mentalità del lavoro dipendente. Pochi imprenditori sono nati e non sono neppure sostenuti dalle istituzioni locali. Il pubblico impiego ormai non offre che scarse possibilità. La politica locale si è isterilita nei personalismi.

Come si esce da tutto questo prima che anche gli ultimi giovani rimasti prendano la via dell'emigrazione?

Provo ad esprimere qualche considerazione.
Sarebbe necessario creare un "sistema paese" che abbia come priorità la valorizzazione di tutto ciò che può concorrere allo sviluppo delle risorse locali, da quelle agricole, ambientali e territoriali alle risorse umane, che sono il patrimonio più importante di una comunità. Ciò si ottiene facendo ognuno la propria parte nella distinzione però dei compiti e dei ruoli, senza confusione e senza compromessi. A cominciare dalla più importante istituzione, il Comune. Chi lo governa ha l'ingrato compito di decidere per gli altri ed ha il diritto-dovere di farlo seguendo le proprie convinzioni ma senza sottrarsi al confronto, senza abusare del potere pubblico e senza neppure dare l'impressione di farlo. Deve agire in positivo, collaborando con tutti,  senza prevenzioni nei confronti di nessun cittadino e senza drammatizzare le critiche. Le forze politiche locali hanno il dovere di  "pensare" immaginando il futuro ed indirizzando l'attenzione dei cittadini verso circuiti virtuosi, facendo opera di informazione e promuovendo il confronto, non pettegolezzi e personalismi. Anche una forte contrapposizione serena ma senza compromessi può essere un elemento di positività in un momento di totale immobilismo. Ovviamente non si può fare a meno di chiarezza e verità. Gli operatori economici devono sapere di trovare interlocutori attenti e disponibili ed interessati alla promozione di idee produttive. I cittadini devono fare la loro parte senza chiedere scorciatoie ma anche senza cedere sui loro diritti e sul rispetto dei principi. Solo in tal modo, a mio avviso, si rasserena l'ambiente all'interno e si conquista all'esterno il rispetto delle istituzioni sovracomunali.

Esistono queste condizioni attualmente a Lacedonia in tutto o in parte?
La risposta a chi è interessato a riflettere ed a vivere la vita della nostra cittadina in maniera attenta e consapevole. In passato le amministrazioni di cui ho fatto parte hanno sempre mostrato sensibilità verso le forze produttive locali, a cui furono affidati vari servizi comunali privatizzati, coniugando contenimenti di spesa con efficienza di gestione. Le imprese locali dovrebbero essere coinvolte come soggetti attivi, con lo strumento delle società miste o in altra forma, nell'ampliamento dei servizi e nella ricerca delle risorse, per fare in modo che gli utili derivati possano fornire benefici al territorio. Altra strada da seguire, peraltro già tentata, è quella di incoraggiare gli insediamenti artigianali attraverso incentivi che prevedano anche la costruzione di capannoni da affidare ad artigiani del posto. Inoltre è importantissimo valorizzare a fini turistici il nostro patrimonio immobiliare acquisito recentemente ai beni comunali. Ciò che più conta è, infine, essere sempre attenti e pronti a cogliere le opportunità offerte dai tempi attuali attraverso la partecipazione attiva da protagonista a tutte le iniziative che le realtà sovracomunali propongono in stretto collegamento con esse. Sarebbe interessante su questi argomenti di natura programmatica-occupazionale un "forum" specifico che consentisse di allargare il discorso e di uscire dalla genericità.


In conclusione esprimo forte apprezzamento per la vostra iniziativa di far dialogare, sia pure indirettamente, coloro che maggiormente si interessano della comunità e mi auguro che vi possa essere un giro successivo in cui altri cittadini possano esprimere le loro opinioni ed eventualmente porre ulteriori quesiti.


Grazie


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