TRIBUNA POLITICA LACEDONIESE
Gerardo Solomita, insegnante elementare in pensione.
Nel 1978 partecipò alle elezioni amministrative come indipendente in una lista DC. Ricoprì la carica di assessore per due anni. Attualmente è il portavoce ufficiale di AN.
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Nelle ultime elezioni il suo partito si è
di fatto spaccato. Alcuni suoi esponenti hanno aderito al Quadrifoglio
insieme a Rifondazione Comunista, DS, UDC ed esponenti popolari, poi
confluiti nella Margherita, altri alla lista civica "Progetto futuro "
promossa dal locale SDI.
Avete trovato l’unità?
Nelle ultime elezioni il partito di AN non si è
spaccato perchè si è trattato semplicemente della fuoriuscita di alcuni
elementi che hanno seguito influenze esterne, confluendo poi nel
centrosinistra e dimenticando la propria appartenenza.
Tempo fa avete aperto una sede locale di AN, poi
chiusa.
E’ così difficile fare politica a Lacedonia?
La sede di AN non è stata mai chiusa ma spesso
ospita riunioni quando vi sono argomenti da discutere. Certamente quando si
fa politica si è portati ad avere rapporti con tutti coloro che dichiarano
di condividere le proprie idee, ma purtroppo in alcuni casi l’opportunismo
prevale alterando valori e rapporti. Ciò è successo a Lacedonia creando
scompensi che di politico hanno ben poco perchè sulle idee è prevalso il
camaleontismo.
Quale il giudizio suo e del suo partito circa
l’operato dell’amministrazione Palladino, anche in virtù della sua recente
collocazione nel centro-sinistra?
Durante la competizione elettorale conclusasi,
come previsto, con la schiacciante vittoria del Quadrifoglio, fui definito
il puparo del momento solo perchè sostenitore della lista " Progetto futuro
". Molti erano convinti che vi sarebbe stato un rinnovamento e che la nuova
amministrazione avrebbe addotto riflessi positivi in ogni settore della vita
amministrativa.
PURTROPPO NON E’ STATO COSI’.
L’unica vera novità è stato un cartello affisso
nell’atrio del municipio in cui il Sindaco avvertiva i cittadini che
l’accesso al suo ufficio sarebbe stato consentito solo il martedì e il
giovedì dalle ore 12 alle 13,30. Di fatto i suoi "clienti" soltanto hanno
avuto libero accesso alle spalle dei cittadini che contribuiscono al suo
mantenimento. Altro elemento negativo è costituito dagli atteggiamenti
autoritari e vendicativi specialmente nei confronti delle persone non
allineate.
Il Sindaco ha insomma dimostrato di non essere il
rappresentante di tutta la comunità, ma solo di quella parte a cui è legato
per motivi spesso non chiari.
Pessima impressione hanno destato la pretestuosa
decadenza di un consigliere comunale e l’annullamento delle due delibere di
programmazione in materia di terremoto, una delle quali ad opera del
Commissario prefettizio, con gravi danni a svantaggio degli anziani e dei
disabili. In consiglio comunale ha sempre dimostrato un atteggiamento
arrogante con chiunque esprimesse, anche in pubblici manifesti, un’opinione
discorde. Alcuni atti sembrano discutibili se non addirittura illegittimi
come, a solo titolo di esempio, la delibera di nomina di ben due avvocati
per la "tutela dell’immagine amministrativa", e la delibera in cui viene
evidenziato lo sperpero dei fondi del terremoto in spese senza alcuna
attinenza.
Non si riesce a cogliere l’utilità di questa
amministrazione per la cittadinanza nè la logica dell’azione amministrativa,
visto che Lacedonia viene regolarmente esclusa da molti finanziamenti
regionali perchè spesso i fondi non sono neppure richiesti, non so se per
ignoranza o per inettitudine. Il Sindaco forse non sa che il paese è ormai
sotto la soglia fatidica dei 3000 abitanti a causa della recente
emigrazione. Si distingue nei convegni di regime solo per una inutile
vanagloria in relazione a grandi opere che esistono soltanto nella sua
fantasia.
A proposito di opere pubbliche sarebbe utile che
il Sindaco facesse un sopralluogo durante i piovaschi alla struttura
intitolata al Dr. Ciriello.
La collocazione nella "margherita" sembra essere
una scelta di sopravvivenza in una situazione di totale isolamento
personale. Anche il ventilato timore di un commissario prefettizio credo sia
esagerato da parte di alcuni segretari politici perchè almeno verrebbero
garantite l’ordinaria amministrazione e l’obiettività amministrativa. E’
superfluo dire che non sono in condizione di esprimere, date le premesse, un
giudizio positivo, anzi penso che se per caso decidessero di assentarsi per
un certo periodo nessuno ne sentirebbe la mancanza.
Il suo partito non ha propri esponenti ufficiali in
Consiglio Comunale. Per la
prossima tornata elettorale, in programma tra due
anni, quali i vostri intendimenti?
Continuare con esperienze civiche, oppure creare
un’intesa con le altre forze politiche del Polo presenti a Lacedonia?
AN era rappresentata in Consiglio comunale da un
candidato che aveva riscosso un discreto consenso elettorale, ma il
trasformismo ha privato il partito di un’importante presenza. Per quanto
riguarda i futuri intendimenti non è agevole programmare oggi una situazione
locale in continua evoluzione, ma nei propositi di AN vi è, come sempre, un
progetto politico che tende alla polarizzazione di forze politiche affini.
Circa la ripartizione dei fondi del terremoto vi è,
ancora, un diffuso malcontento. Anche RC, che sostiene questa giunta
dall’esterno, non condivide i criteri adottati da questa giunta.
Quale il vostro punto di vista?
A mio avviso il capitolo del terremoto racchiude
la storia più vergognosa del comune di Lacedonia. Richiederebbe una lunga
trattazione perché è il settore in cui maggiormente si notano le
ingiustizie, la mancanza di obiettività di questa amministrazione comunale
ed anche la violazione più evidente delle norme stabilite dalle leggi 219\81
e 32\92.
I contributi assegnati mancano di requisiti
essenziali per una reale legittimità:
-
mancanza di elementi essenziali all’interno del
P. d. R. esistente;
-
mancato controllo della esecutività dei progetti
al 31.3.89;
-
mancanza di requisiti soggettivi per moltissime
pratiche, come l’unicità dell’abitazione e l’esigenza abitativa legata ai
concetti di provvisorietà e precarietà;
-
mancato controllo delle dichiarazioni di atto
notorio all’atto dell’emissione dei decreti di finanziamento.
Tali anomalie non sono una mia invenzione, ma sono
state ribadite più volte da un’associazione culturale, anche a mezzo di
manifesti e volantini, in una interpellanza parlamentare, negli esposti
trasmessi in fotocopia al comune dal Ministero Infrastrutture e Trasporti in
data 20.5.02 e da consiglieri comunali di minoranza. A proposito
dell’interpellanza parlamentare il Sindaco dichiarò in un’intervista che
tutto si sarebbe risolto in un buco nell’acqua mostrandosi particolarmente
baldanzoso e tronfio, come se godesse di particolari protezioni.
Molti elementi, che in passato parlavano di
"gestione clientelare, di varianti strutturali con contributi privilegiati,
di contributi erogati in assenza di graduatoria, di responsabilità contabili
e penali", oggi, pur a conoscenza di tanti abusi, non solo zittiscono, ma
sfoderano acredine e sarcasmo contro chi motivatamente critica il malcostume
imperante. Anche la critica di Rifondazione Comunista non mi sembra abbia
prodotto effetti positivi. Come può il cittadino difendere le proprie idee
ed i propri diritti in una situazione di favoritismo e di abuso se non
ricorrendo alla suprema difesa da parte della legge?
Per concludere invito il Sindaco a fare chiarezza
sui gravi dubbi sollevati in questa ed altre sedi, ad evitare per il futuro
di distrarre fondi dalle specifiche destinazioni e di assegnare contributi a
cittadini che non sono nelle condizioni di legge. Come responsabile del
Circolo di AN mi impegno a vigilare attentamente che non si possano ripetere
impunemente tali gravi irregolarità.
Circa i problemi del territorio, in primis la crisi
dell’area industriale del Calaggio, quali le ricette di AN?
E, in generale, come pensa possano crearsi, anche
in settori diversi dall’industria, nuovi posti di lavoro per i giovani
lacedoniesi?
Lo sviluppo economico delle nostre zone non può
prescindere dalle sorti dell’area industriale del Calaggio. Purtroppo,
l’attuale amministrazione non sembra credere molto nel volano del Calaggio
visto che ha individuato una nuova e diversa area di dimensioni minori,
probabilmente solo per ovattare gli strali lanciati al riguardo da altri
esponenti di area contrapposta. Lo stesso Sindaco affermò, nell’ultimo
pubblico incontro avuto con la cittadinanza, che ad un eventuale ampliamento
si sarebbe provveduto solo se fossero giunte all’uopo specifiche richieste.
La mia domanda è: chi mai propenderebbe per un insediamento in un’area priva
di suoli disponibili? Chi sarebbe disposto a procrastinare l’investimento
aspettando i "comodi" degli amministratori per l’ampliamento? E’ evidente
che non c’è minimamente la volontà di puntare ad una futura
industrializzazione e\o riconversione delle attuali industrie nè può
ritenersi adeguato il PIP artigianale, già inidoneo ad ospitare insediamenti
più grandi di una piccola attività produttiva. Desta perplessità
l’interessata attenzione e solerzia per favorire l’insediamento di una
industria di bio-massa. La stessa gestione della crisi occupazionale desta
preoccupazione per le tante famiglie rimaste senza alcun sostentamento, e
questo perchè l’iniziativa del coordinamento dei sindaci è giunta tardiva ma
anche perchè mi risulta che l’A.C. non abbia tentato nè di promuovere nè ha
partecipato a tavoli di concertazione presso il Ministero delle Attività
Produttive prima ancora che scoppiasse il "bubbone" dei licenziamenti
collettivi. Inoltre si sta perdendo il treno delle possibilità occupazionali
offerte dai nuovi strumenti di concertazione riservati alle zone ad
Obiettivo 1, anche in considerazione che solo per qualche anno ancora
potremo vantare di essere annoverati tra i territori prioritari di
intervento pubblico. Perciò mi sarei aspettato almeno l’istituzione dello
Sportello Unico delle Imprese che avrebbe semplificato il dialogo tra la
P.A. ed aziende, promuovendo l’immagine del territorio attraverso iniziative
volte ad ottenere investimenti, supportando la carente e malata
imprenditorialità. La ricetta è che quando manca o è scarsa l’iniziativa
privata le istituzioni devono fungere da traino nella direzione dello
sviluppo, informando e documentando sui finanziamenti agevolati e fondi
comunitari, agendo in una logica di coordinamento tra enti locali,
territorio, imprenditorìa, associazionismo. Questa amministrazione purtroppo
non svolge alcuna attività di impulso, sostegno o supporto alla crescita
delle imprese locali. Anzi, è risaputa la mortificazione riservata ad alcune
cooperative del posto... Ad esse, ad esempio, sarebbe potuta essere affidata
la gestione del territorio ed alcuni servizi comunali per il tramite di
società miste pubbliche-private, mentre parte del patrimonio disponibile
comunale, scarsamente valorizzato, (terreni ed immobili rurali e civili
acquisiti nella disponibilità dell’Ente) potrebbe essere assegnato in
concessione gratuita pluriennale a quei giovani, singoli o associati,
fautori di iniziative produttive nel campo dell’agricoltura. Per chi invece
si facesse promotore di nuovi investimenti artigianali da localizzare nel
PIP artigianale, si potrebbe pensare di assegnare loro piccoli opifici
appositamente fatti costruire su quell’area, con diritto di riscatto
decennale. Con riguardo alle aziende già insediate si lamenta invece la
mancanza di iniziative dirette a formare risorse umane altamente
professionalizzate. Infatti, si è soliti lagnarsi della discriminazione
patita dai giovani locali nelle poche assunzioni che vengono fatte al
Calaggio. In altre realtà limitrofe invece, vedi Lioni, Sant’Angelo L. o
Grottaminarda, le scuole del posto si sono accreditate presso la Regione per
istituire corsi finanziati con il FSE o nell’ambito del PON proprio per
creare, su indicazione delle aziende presenti ed operanti sul territorio,
particolari figure lavorative che vengono poi progressivamente assorbite
nelle locali realtà industriali. Ma questo, a Lacedonia, sembra essere solo
utopia....
A proposito dei Patti Territoriali è giusto
ricordare che la spinta decisiva a quello della Baronia fu dato dall’allora
assessore regionale all’Industria D’Ercole, di AN, per creare in periferia
uno sviluppo industriale che facesse da contr’altare a quello, forte, di
Avellino.
Oggi le amministrazioni di centro-sinistra, ai vari
livelli, si stanno impegnando particolarmente per la riuscita di questi
nuovi strumenti di "sviluppo dal basso", i Patti Territoriali, i PIT, ed
altri?
Voi di AN che ne pensate? Così come si stanno
configurando, possono essere un serio volano di sviluppo per le nostre zone?
La questione non va posta in termini di
amministrazioni di centro-sinistra o di centro-destra. Infatti lei stesso
ricorda l’impegno profuso dall’onorevole D’Ercole e cita gli sforzi di
aggregazioni politiche diverse nell’ottica di far decollare tali iniziative.
Sicuramente quelli che lei definisce "strumenti dal basso" garantiscono una
seria potenzialità di sviluppo se vengono opportunamente colte le
prospettive che offrono, ma il problema è un altro: chi li diffonde e chi li
pubblicizza, informando le aziende destinatarie e i cittadini?
L’amministrazione comunale di Lacedonia certo non lo fa. Quanti sanno che il
giorno 15 marzo è scaduto il Bando Industria per la L.488\92 e che il 31
maggio scade invece quello per gli artigiani? Chi è a conoscenza che qualche
settimana fa la Giunta Regionale ha stanziato 75 milioni di euro previsti
dal POR per i Progetti Integrati Territoriali? Quante imprese locali
conoscono le opportunità offerte dai Piani d’Inserimento Professionale per
agevolare l’occupazione di giovani disoccupati? Queste sono tematiche
alquanto estranee ad una larga fetta di imprese operanti sul nostro
territorio e, ripeto, questa amministrazione purtroppo non intraprende
nessuna iniziativa di impulso e sostegno per agevolare la conoscenza e la
diffusione di tali nuovi strumenti.
Mi congratulo con la redazione per la lodevole
iniziativa e ringrazio per avermi offerto la possibilità di esporre il
pensiero mio personale e del coordinamento cittadino di Alleanza Nazionale.
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