|
Tenendo per fermo
il concetto che alcun intento polemico anima queste righe, Vi apriamo il
cuore e l'intelletto collettivo, pervasi entrambi della strana sensazione
che la curia diocesana guardi ai fedeli di Lacedonia come a numeri e
statistiche dietro le quali non si celi alcun sentire. La realtà -sarebbe
opportuno ricordarlo al Consiglio dei Presbiteri -non è questa e le
decisioni di tale illuminato Ente potrebbero sicuramente riflettersi
negativamente sulla spiritualità complessiva della popolazione, riducendola
a mero esercizio formale e rituale, senza alcuna sostanza di vero apostolato
e, soprattutto, deprivata di qual si voglia elemento agevolante autentica
conversione.
Lacedonia, sede
vescovile da innumerabili secoli, come si legge negli Atti del Concilio di
Melfi del 1059, che tanto ha offerto genuinamente e spontaneamente a Santa
Madre Chiesa, si ritrova con un solo sacerdote a svolgere tutti i ruoli
ecclesiastici, da quello di parroco a quello di sacrestano. Senza nulla
togliere alla perizia e alla buona volontà del prelato prescelto, occorre
porre in rilievo che allo stato dell'arte la popolazione del nostro paese è
composta in larga parte da anziani soli, che trovano nella chiesa e
soprattutto nella figura dei sacerdoti la sola famiglia possibile. Già
lasciati dai propri figli per cause di forza maggiore, ora si ritrovano
abbandonati anche dai loro pur giovani Padri spirituali: ci chiediamo quale
impatto sulle coscienze, ma ancor di più sulle loro esistenze future, tale
decisione potrà mai avere. Con tutta la buona volontà possibile, un solo
sacerdote non potrà mai farsi carico di tante "croci", che attualmente
gravano, ripartite in equa misura, sulle spalle missionarie di chi regge la
parrocchia che si vorrebbe cancellare e su quelle di chi, già sa solo, regge
quella da ampliare. Per non parlare del congruo numero di giovani che
gravitano nella benefica orbita dell'ex convento francescano, oltre che in
quello della cattedrale: anime adolescenti che troverebbero nei bar la sola
alternativa all'incontro e alle attività che si svolgono in sede
parrocchiale. Delle quali cose, per non dir d'altro per ora, Vi preghiamo di
tenere debito conto, Eccellenza.
Se tale decisione
fosse stata determinata da esigenze di carattere economico, sappia che molti
di noi sarebbero disposti a farsi carico del mantenimento dei sacerdoti per
il tramite di un'autotassazione mensile.
Ciò Vi fornisca
il senso dell'importanza che noi attribuirono all'opera svolta e a quella da
svolgere a cura dei bravi sacerdoti, inconsapevoli della nostra iniziativa,
ai quali va riconosciuto il merito di aver suscitato una rifioritura
spirituale operando con grande umiltà, senso di responsabilità ed in
perfetto spirito di abnegazione.
Vogliate
perdonare questa "intromissione" in decisioni che sicuramente competono agli
organi ecclesiastici, ma ci siamo permessi di operarla perché riteniamo che
la cosa ci riguardi da vicino: la "Chiesa" siamo anche noi.
Con grande stima
ed affetto filiale
|
|