Egregio amico, Non conoscevo la sventura che ha colpito voi e tutta la cittadinanza di Lacedonia, e ve ne fo le più cordiali condoglianze. Mi sta ancora innanzi quella immagine affettuosa ingenua di quella semplicità proverbiale, e ricordo con gratitudine certi versi che ebbe la cortesia di indirizzarmi. Egli era molto affezionato al suo paese del quale tesseva la storia, e son sicuro che tutta Lacedonia abbia rimpianto quel caro vecchietto e conserverà la sua memoria. La mia malattia è scemata ma non è ancora doma: confido in quest'aria pura e asciutta. Vi stringo cordialmente la mano e amate sempre il vostro aff.mo Francesco De Sanctis S.Giorgio a Cremano 13 Giugno 1882 |