L’imponente Biblioteca, acclusa al Museo, raccoglie circa novemila volumi, patrimonio sommamente impreziosito dalla presenza di trentasei cinquecentine, innumerevoli seicentine e 108 pergamene di epoca altomedioevale. Negli stessi locali è custodito il celeberrimo trittico (portato ad Ariano e tutt'ora lì custodito, non si capisce il perché visto che ormai è pienamente operativo il nuovo parroco) attribuito ad Antoniazzo da Romano, dipinto su commissione di Ferrante I D'Aragona nel XV secolo. L'Episcopio di Lacedonia poggia, restaurato dopo il terremoto del 1930, sul Palazzo Vescovile Nuovo che già doveva esistere prima del 1500; il palazzo fu restaurato dal Vescovo De Dura (1500 - 1538, così si legge nel manoscritto del Palmese, conservato in Archivio Vescovile). Il Vecchio Palazzo Vescovile, da non confondere con il suddetto Nuovo, si trovava, nei primi secoli della Diocesi, al Vico S. Nicola. La rimanente parte dell'edificio, il cui prospetto è sulla Piazza De Sanctis, fu ampliata ed adibita a Seminario nel 1557 (cfr. Palmese ). Qui visse per tre anni (1741-"44) S. Gerardo Majella come servitore del Vescovo Albini. |