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1PLINIO IL VECCHIO, N.H., III, 105.

2 G. RADKE, Viae publicae romanae, Op. Cit., p. 172   Nella Tab. Peut. in tre casi deve leggersi X, invece di V; XXI invece di XVI ( distanza Aeclanum-Subromula), XI invece di VI ( distanza Aquilonia-Pons Aufidi ) e XXIII(I) invece di XVIII (distanza Pons Aufidi-Venusia)" . La distanza reale tra la stazione di Subromula e quella di Aquilonia č di VI miglia ( = km 9 circa). Anche la distanza effettiva tra Aquilonia e Pons Aufidi č di XXIII(I) miglia (= km 35,500 circa), come dice Radke.

3 G. DEVOTO, Gli antichi Jtalici,Vallecchi Editore, Firenze, 1969, p. 175.

4 G. DEVOTO, Tabule Iguvinae, editae a Iacobo Devoto, 1940, p.272 ; IDEM, Le Tavole di Gubbio, Sansoni, Firenze, 1948 : G. BOTTIGLIONI, Manuale dei dialetti italici, STEB, Bologna, 1954, p.254 e voce: Akeraniam-em; A. MORANDI Epigrafia Italica,  L'ERMA" di Bretschnider, Roma, 1982, p.82.

In lingua osca, EC = ecco, questo NER = principe, nume, patrono, protettore ; AK(E)RIV = Cicogna. Ecco il patrono: la Cicogna. Il patrono ( numen) degli Irpini era l'hirpus, il Lupo (=Marte), il patrono dei Picentini era il picus, il Picchio, il patrono dei Lucani era il Lykos, il Lupo. Il nume (numen) di Roma era la Ruma ( = Madre), il cui vero nome era tenuto segreto: era pronunziato solo durante cerimonie religiose segrete. PLINIO IL VECCHIO (XXVIII, 18) attesta che, quando veniva assediata una cittą nemica, i sacerdoti invocavano la divinitą protettrice della Cittą assediata e le promettevano di trasferirla a Roma per riservarle un culto maggiore. Ma per evitare che i nemici di Roma facessero lo stesso, era severamente proibito pronunziare il vero nome della Cittą (Roma). Chi violava il segreto era condannato a morte. La Ruma č la Lupa capitolina che allatta i due gemelli, č la madre di due popoli. Oggi la Ruma (=Madre) si chiama Roma. Era questa la religione teriomorfica. praticata dai popoli italici. Nelle Tavole di Gubbio, ogni animale rappresenta un popolo. Il sacerdote officiante, davanti all'ara, dove c'era un animale, simbolo di un popolo amico o alleato, faceva sacrifici e benediceva; di fronte all'animale, simbolo di un popolo nemico, invece, pronunziava un anatema, una esecrazione, una maledizione.

6 Nell'angolo superiore destro dell'epigrafe mutilata, dopo ECN... manca una lettera: E o A? La lacuna potrebbe essere eliminata se, a Capo dell'Acqua, si riuscisse a trovare il pezzo mancante.

7 T. LIVIO, X, 16, 3; X, 18; X, 19; X, 22,5; Gellio Egnazio cadde nella battaglia del Sentino (11V10, X,29)

8 APPIANO, B.C. ,I,52,228 segg.; OROSIO, V,18,1; LIVIO, Perioche, 75

9 PLINIO IL VECCHIO, op. cit., III 106: Cetera intus in secunda regione Hirpinorum colonia una Beneventum auspicatius mutato nomine, quae quondam appellata Maleventum, Aeculani, Aquiloni, Ablellinates cognomine Proptropi, Compsani, Caudini, Ligure qui cognominantur Corneliani et qui Baebiant...


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Ultimo aggiornamento: 13-12-06