Giovanissimo si accosta alla politica-a meno di 22 anni-viene eletto, con largo suffragio, consigliere comunale di Lacedonia (AV). Entra in giunta come assessore ai LL.PP. -con delega alla firma - risulta l’assessore comunale più giovane d’Italia. Dopo una difficile ma attiva e qualificata militanza, per profondi dissensi, abbandona il PCI. Affascinato dalle posizioni politico-culturali, a fine 1954, aderisce alla DC schierandosi sulle posizioni dell’On. Sullo. E’ tra i fondatori con De Mita, Bianco, Agnes, Aurigemma, Mancino ed altri del gruppo irpino della “Sinistra di Base”. Svolge un particolare tipo di attività decisa dalla DC, per le zone depresse del nostro paese. 1956: s’impegna nel Sindacato-CISL, in Alta Irpinia 1957: regge la Segreteria sindacale di Nuoro, nella cui difficile realtà sociale ottiene significativi risultati, organizzativi e di tutela degli interessi dei lavoratori. Una utile esperienza. 1959: con la vincita del concorso Magistrale, si trasferisce a Torino, ove alla attività di educatore, affianca quella politica realizzando una delicata sintesi delle responsabilità relative alla famiglia, al lavoro, alla politica. 1963: fonda il Centro Studi Enrico Mattei. Sede Torino, con sezioni a Napoli, Avellino, Foggia, La- cedonia. 1964: partecipa, come candidato della DC, alle elezioni Comunali di Torino, totalizzando una preferenza di 3.120 voti. Manca il successo per 4 voti !!! 1965-69: fa parte del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda Municipale Acquedotto di Torino. E’ anche Presidente del Circolo Ricreativo e della Resistenza Aziendale. 1970: viene eletto Consigliere Comunale di Torino, con 3.360 voti. 1973: dall’aprile all’ottobre, ricopre la carica di Assessore Comunale di Torino, allo Stato Civile e ai Servizi Demografici. La conduzione dell’Assessorato, si caratterizza in particolare per le seguenti iniziative: - Piano di riorganizzazione dei servizi demografici. - Proposta, avanzata al Ministero degli Interni, per la modifica del documento di riconoscimento. Le indicazioni della proposta vengono accolte e rese operative. - Proposta di legge, giunta in Parlamento ma non esaminata, preparata di concerto con gli Assesso- rati ai Servizi Demografici di Genova e Milano, per la disciplina dell’elettorato attivo. 1975: rieletto al Consiglio Comunale di Torino, con 4000 voti. 1977: 25 Ottobre - viene gambizzato dalle “BR”. 1979: si laurea in Scienze Politiche, presso l’Università di Torino. 1980: scade il mandato Amministrativo. Nonostante, le insistenze di amici ed elettori, decide di non ripresentare la sua candidatura. Preferisce svolgere il suo impegno, in altra dimensione ed in altre strutture, anche per la impossibilità fisica di essere presente nei luoghi, ove si originano i problemi reali e si svolgono i dibattiti più significativi. 1960 - 85: fa parte del Comitato Cittadino della DC-Torinese. Una esperienza utile, nei primi anni. Avvilente, in seguito. Un paravento per decisioni prese altrove! Come Vittima del Terrorismo, con altri amici, viene cooptato nel Comitato Regionale. 1980 - 82: designato dal Ministero del Lavoro, ricopre la carica di Presidente del Collegio Sindaca- le dei Revisori di Conto del Fondo Pensione della C.R.T. 1985 - 90: designato dal Comune di Torino, fa parte del Collegio Sindacale dei Revisori di Conto dell’Azienda Municipale AMRR - oggi AMIAT. 1990: elezioni Amministrative. Capolista DC, viene eletto, con 980 voti, Consigliere della Circo- scrizione/6 di Torino. Mandato interrotto con lo scioglimento del Consiglio Comunale della città. ANTONIO COCOZZELLO ha un’alta considerazione della Politica, intesa come servizio ed anche come sano protagonismo, per cui assolve i doveri di amministratore e di rappresentante politico, con chiarezza, impegno, sensibilità e passione. Ha sempre e duramente pagato di persona per le sue scelte. Mostra vivo interesse, per il dibattito politico - culturale - sociale, emergente dalle scottanti realtà cittadine. Passionale ed incisivo, il suo impegno, per una convivenza civile tra le Comunità immigrate e gli indigeni. (Vedasi pubblicazione “L’INTEGRAZIONE: IMPEGNO DI CIVILTA’ “). Nella DC, occupa le posizioni, concretamente, più avanzate, ispirando il suo impegno al messaggio evangelico e alla più valida tradizione politica dei cattolici democratici. (Popolare,Democratica, Antitotalitaria). Giornalista - pubblicista. Dirige “Opinioni Libere”, che fonda nel 1966. Il Periodico, valido strumento di formazione e di dibattito, affronta, con coraggio, chiarezza di posizioni e semplicità di linguaggio la problematica del nostro tempo. Spirito irrequieto, ma fattivo, incoraggia la nascita di molti periodici. Notevole la sua qualificata attività giornalistica. Questa sua complessa ed articolata testimonianza ha costituito ed ancora rappresenta un punto fermo di riferimento, per quanti intendono dedicarsi ad un impegno di servizio. GLI ANNI DI PIOMBO: L’ATTENTATO. Torino - 25/10/1977: Antonio Cocozzello alle ore 07.40 esce di casa per recarsi al lavoro. Nell’attesa di un suo amico, viene “gambizzato” da un commando-BR, sotto la sua abitazione in Via Giovanni Cravero n.45/9. Tutto avviene in presenza di decine di persone, impotenti ad intervenire, perchè minacciate dai terroristi. Dopo rilevante ritardo, giunge l’autoambulanza, che lo porta all’ospedale “N.A.M.” (Nuova Astanteria Martini - oggi Giovanni Bosco). Il 31/10/1977 viene sottoposto a delicato intervento chirurgico alle gambe; all’ospedale, assistito dai familiari e confortato dalla solidarietà delle Istituzioni, dei Partiti, delle OO.SS. di numerosissimi amici e cittadini da ogni parte d’Italia e della Stampa locale-nazionale-ed anche estera, soprattutto dalla FEDE, affronta e supera sconforti, sofferenze e dolori. La ripresa sarà lunga, dolorosa e fastidiosa! UN DRAMMA NEL DRAMMA: Cocozzello viene dimesso dall’ospedale il 02/02/1978 e la moglie viene ricoverata il 04/02/1978 per “TRAUMA”, non regge alle conseguenze, ancora presenti, dell’attentato subìto dal marito. Torino - Sentenze al processo delle BR - 1983. A fine Luglio si conclude il processo penale ai terroristi delle “bierre” torinesi, responsabili di 10 omicidi, 17 azzoppamenti, 2 tentate stragi, sequestri ed aggressioni. La prima Corte d’Assise di Torino, dopo 57 udienze e 5 giorni di Camera di Consiglio, la sentenza contro i 62 imputati. I giudici infliggono 12 ergastoli (contro i 17 richiesti dal P.M.) e complessivamente 300 anni di carcere (525 richiesti dal P.M.). La “legge sui pentiti” svuoterà i verdetti !!! __________________________________ Si riportano i nominativi e le condanne del “commando-BR” che il 25/10/1977 gambizzò Antonio Cocozzello; tutti vennero arrestati su confessione di P.Peci nel Marzo 1980. q Patrizio PECI ................... super pentito: 8 anni. q Maria Rosaria ROPPOLI.............10 anni e 9 mesi ( P.M. 26 anni e 6 mesi ) q Pierluigi BOLOGNINI....... pentito: 2 anni ( P.M. 2 anni e 6 mesi ) q Leonardo POLICASTRO.... pentito: 2 anni, 4 mesi e 10 giorni ( P.M. 2 anni e 5 mesi ) Nota: _ Il super pentito Peci, nel suo libro “Io l’Infame” Mondadori, pagg. 155-158, descrive a suo modo, l’attentato ad Antonio Cocozzello. _ Pier Luigi Bolognini scrive una lettera a Cocozzello. I contenuti delle pagg. 155-158 e la lettera di Bolognini sono stati riportati su “Opinioni Libere” nr.5 Settembre Ottobre 1984, nell’inserto dedicato al terrorismo. ----------------- ◊ ------------------ OPERATO IERI AL GINOCCHIO IL CONSIGLIERE DC FERITO DALLE BR. COCOZZELLO: “ Tra due mesi torno in Consiglio “ da: “ LA GAZZETTA DEL POPOLO “ 01/11/1977 |