Insomma a che gioco giocano
In occasione del
25° anniversario del terremoto dell’Irpinia ci stanno rifilando
un’altra beffa oltre ai danni gia determinati dalla natura “il
terremoto del 23 novembre 80”.
Si parla molto in
questi giorni ed in quest’Area di ( Calaggio in particolare) degli
strumenti di programmazione negoziati di Agenzia di sviluppo e
quant’altro dovrebbe servire per alleviare le sofferenze di
popolazione, attraverso il Contratto D’Area ed il Distretto Tessile
che altro non sono che ulteriore foraggio ad “ imprese” che di
questo territorio ne hanno solo profittato: prima con i fondi
dell’art. 32 delle legge219/81 ed adesso con i cosiddetti strumenti
della programmazione negoziata con finanziamenti Cipe.
Alla luce
dell’ultimo bando del Contratto quest’Area cioè,il Calaggio “ si
dice” viene esclusa miseramente dagli interventi, poiché con un
artificio del Bando che “Premia si fa per dire” quelle Aziende a
Maggior Tasso occupazionale, che guarda caso sono Imprese tessili
che fanno capo all’attuale presidente della Confindustria Regionale,
e come se non basta le stesse sono anche ai primi posti del
Distretto Tessile per la Modica spesa di circa venti milioni di Euro
circa 15.00 milioni del Contratto D’Area e 4.00 del Distretto
Tessile. L’assessore Cozzolino non più tardi del mese di Settembre
in occasione della Fiera di Calitri disse “che i settori
economicamente maturi non vanno finanziati, bisogna invece aiutare
quelle Aziende che oggi sono positive sul Mercato”.
Allora come mai
ci troviamo di fronte al fatto che sia nel Contratto che nel
Distretto le prime in graduatoria sono Tessili vista la Crisi che
sta attraversando il settore?
Come Mai aziende
che hanno centinaia di lavoratori in Cassa Integrazione o mobilità
sono prime in classifica?
Come Mai stesse
aziende che partecipano ad un Bando con determinati vincoli
occupazionali poi vanno a Roma dal Cipe a ricontrattare le
condizioni di crisi per cui se raggiungono anche il 30%
dell’obbiettivo di cui al bando essi ricevono lo stesso il
contributo del 50% sull’investimento così come prevede la legge,
danneggiando chi pur avendo fatto domanda con investimenti Propri
si trova nei quartieri bassi della classifica stilata da ASSE.
Allora, se si
vuole per davvero dare una speranza (sia pure piccola) a questa
terra si cominci a fare pulizia. Il terremoto e la ricostruzione
conseguente dovevano essere un’occasione di rinascita e sviluppo di
queste zone eternamente martoriate non solo dalla natura ma anche
dall’emigrazione prima bracciantile ed oggi intellettuale, è fallita
miseramente.
Le case sono
Vuote, i Paesi sono Sfollati, i giovani Laureati e non,non hanno
prospettive.
Per cui, manca
anche la Materia Prima per organizzare una Qualsiasi Lotta per
Rivendicare il Diritto a Restare sulla propria terra.
Ma non ci
rassegniamo a sognare che un giorno, io spero non lontano, si
riaccende la speranza e si ricomincia daccapo. Del Resto come in
queste zone si è sempre fatto, è con la lotta che abbiamo avuto i
risultati più tangibili, l’occupazione delle terre degli anni 50, al
grido la terra ai Contadini, la Terra a chi la lavora; verso
la fine degli anni 77/78 con l’occupazione dei cantieri Forestali ci
conquistammo circa 80 posti di Lavoro, con l’occupazione
dell’Autostrada del 1981/1982 ci conquistammo il diritto alla rinascita
ed alla Ricostruzione di Lacedonia esclusa dall’elenco dei paesi
terremotati, ecc.ecc..
Oggi c’è molta
rassegnazione, ma ci sono alcuni che non si rassegnano e lottano e
combattono affinché una nuova stagione di lotta si apra per la
riscossa di queste terre e queste popolazioni.
Alle forze
politiche dell’UNIONE un appello: questa terra Vi/Ci ha dato tanti
consensi, smettetela con le chiacchiere e cominciate dal 22/11/2005
a dare le risposte che queste popolazioni si meritano.
Lacedonia 17/11/2005
Antonio Di Ninno
Presidente C.P.F.
Partito della rifondazione Comunista di Avellino
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