Lacedonianews Archivio Anno 2006

   

Insomma a che gioco giocano

In occasione del 25° anniversario del terremoto dell’Irpinia ci stanno rifilando un’altra beffa oltre ai danni gia determinati dalla natura “il terremoto del 23 novembre 80”.

Si parla molto in questi giorni ed in quest’Area di ( Calaggio in particolare) degli strumenti di programmazione negoziati di Agenzia di sviluppo e quant’altro dovrebbe servire per alleviare le sofferenze di popolazione, attraverso il Contratto D’Area ed il Distretto Tessile che altro non sono che ulteriore foraggio ad “ imprese” che di questo territorio ne hanno solo profittato: prima con i fondi dell’art. 32 delle legge219/81 ed adesso con i cosiddetti strumenti della programmazione negoziata con finanziamenti Cipe.

Alla luce dell’ultimo bando del Contratto quest’Area cioè,il Calaggio “ si dice”  viene esclusa miseramente dagli interventi, poiché con un artificio del Bando che “Premia si fa per dire” quelle Aziende a Maggior Tasso occupazionale, che guarda caso sono Imprese tessili che fanno capo all’attuale presidente della Confindustria Regionale, e come se non basta le stesse sono anche ai primi posti del Distretto Tessile per la Modica spesa di circa venti milioni di Euro circa 15.00 milioni del Contratto D’Area e 4.00 del Distretto Tessile. L’assessore Cozzolino non più tardi del mese di Settembre in occasione della Fiera di Calitri disse “che i settori economicamente maturi non vanno finanziati, bisogna invece aiutare quelle Aziende che oggi sono positive sul Mercato”.

Allora come mai ci troviamo di fronte al fatto che sia nel Contratto che nel Distretto le prime in graduatoria sono Tessili vista la Crisi che sta attraversando il settore?

Come Mai aziende che hanno centinaia di lavoratori in Cassa Integrazione o mobilità sono prime in classifica?

Come Mai stesse aziende che partecipano ad un Bando con determinati vincoli occupazionali poi vanno a Roma dal Cipe a ricontrattare le condizioni di crisi per cui se raggiungono anche il 30% dell’obbiettivo di cui al bando essi ricevono lo stesso il contributo del 50% sull’investimento così come prevede la legge, danneggiando chi pur avendo fatto domanda con investimenti Propri si trova nei quartieri bassi della classifica stilata da ASSE.

Allora, se si vuole per davvero dare una speranza (sia pure piccola) a questa terra si cominci a fare pulizia. Il terremoto e la ricostruzione conseguente dovevano essere un’occasione di rinascita e sviluppo di queste zone eternamente martoriate non solo dalla natura ma anche dall’emigrazione prima bracciantile ed oggi intellettuale, è fallita miseramente.

Le case sono Vuote, i Paesi sono Sfollati, i giovani Laureati e non,non hanno prospettive.

Per cui, manca anche la Materia Prima per organizzare una Qualsiasi Lotta per Rivendicare il Diritto a Restare sulla propria terra.

Ma non ci rassegniamo a sognare che un giorno, io spero non lontano, si riaccende la speranza e si ricomincia daccapo. Del Resto come in queste zone si è sempre fatto, è con la lotta che abbiamo avuto i risultati più tangibili, l’occupazione delle terre degli anni 50, al grido la terra ai Contadini, la Terra a chi la lavora; verso la fine degli anni 77/78 con l’occupazione dei cantieri Forestali ci conquistammo circa 80 posti di Lavoro, con l’occupazione dell’Autostrada del 1981/1982 ci conquistammo il diritto alla rinascita ed alla Ricostruzione di Lacedonia esclusa dall’elenco dei paesi terremotati, ecc.ecc..

Oggi c’è molta rassegnazione, ma ci sono alcuni che non si rassegnano e lottano e combattono affinché una nuova stagione di lotta si apra per la riscossa di queste terre e queste popolazioni.

Alle forze politiche dell’UNIONE un appello: questa terra Vi/Ci  ha dato tanti consensi, smettetela con le chiacchiere e cominciate dal 22/11/2005 a dare le risposte che queste popolazioni si meritano.

 

Lacedonia 17/11/2005                                                           Antonio Di Ninno

                                                                                                            Presidente C.P.F.

                                                                                     Partito della rifondazione Comunista di Avellino

 

 
   

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