L'Universitā dice no
all'abilitazione speciale
per gli insegnanti di sostegno
La sanatoria a favore degli insegnanti di
sostegno privi di abilitazione disciplinare non si farā, o meglio non la
farā l'Universitā. Questo č quanto hanno deciso i Direttori delle Scuole di
Specializzazione all'insegnamento secondario, riuniti a Roma Sabato 7
Dicembre, per eleggere il nuovo Direttore della CoDISSIS, dopo le dimissioni
del prof Bonetta che dirige la Conferenza dei Direttori dalla sua nascita.
Lo aveva auspicato la VII Commissione del Senato il 17 luglio del 2002 e
decretatoil Ministro Moratti con un provvedimento del 26 novembre scorso.
Prima di emettere il decreto il Ministro aveva ottenuto un impegno
esplicito, che veniva citato in premessa del Decreto, da parte del Direttore
della Conferenza dei Direttori SSIS. Questa, alla prima riunione, ha
sconfessato l'iniziativa del suo coordinatore e ha deciso all'unanimitā che
l'Universitā italiana si dichiara indisponibile a tale attivitā corsuale.
Allo stato attuale pertanto, se il Ministro vuole continuare a dare seguito
all'ordine del giorno della VII commissione del Senato, deve trovare altri
interlocutori o modificare i contenuti del decreto. Il testo del
provvedimento ministeriale, come ci hanno dichiarato alcuni Direttori SSIS,
nella sua presente formulazione rischia di introdurre disparitā di
trattamento e di configurare un precedente di sanatoria che l'Universitā
italiana non vuole legittimare.
Vi č poi un problema di fattibilitā. L'Universitā italiana č attualmente
impegnata nello svolgimento del terzo e quarto ciclo di corsi SSIS, nelle
attivitā relative all'abilitazione richiesta dai sissini del primo ciclo che
vogliono abilitarsi per il sostegno e stanno frequentando u corso di almeno
400 ore e deve infine avviare altri corsi della durata di 800 ore per tutti
gli abilitati da altri canali che vogliono specializzarsi sul sostegno ai
ragazzi diversamente abili. Molta carne al fuoco che rischia di mandare in
tilt l'intera organizzazione. Sullo sfondo si colloca il Ministro Tremonti
con i suoi tagli e i 77 Rettori italiani che, cosa mai successa a memoria
d'uomo, si sono dimessi e minacciano di non approvare i magri bilanci se il
Parlamento non fa marcia indietro e ripristina almeno i finanziamenti degli
anni passati.
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