Sciopero
generale il 24 ottobre
Per manifestare il proprio dissenso alla riforma
previdenziale definita dal Governo, i sindacati hanno proclamato per il
prossimo 24 ottobre lo sciopero generale: per il settore scuola l'astensione
durerà l'intera giornata.
Luigi Angeletti, Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta, segretari generali,
rispettivamente, di Uil, Cgil e Cisl, in una dichiarazione congiunta
chiariscono che non c'è alcuna emergenza previdenziale e ritengono che le
scelte del Governo e le relative motivazioni "drammatizzano il problema
della previdenza e non corrispondono alla verità".
Pertanto, le confederazioni sindacali hanno indetto uno sciopero generale
per il prossimo 24 ottobre. Peraltro, la mobilitazione intende contrastare
anche le proposte del Governo in materia di legge finanziaria, rinnovo dei
contratti per i pubblici dipendenti e difesa del potere di acquisto delle
pensioni e dei salari.
Per quanto riguarda l'attuazione dell'astensione dal
lavoro, lo sciopero generale avrà le seguenti modalità (se non vi siano
motivi per una differente articolazione): pubblico impiego e scuola
scioperano l'intera giornata; per i trasporti l'astensione è fissata in
4 ore gestite dalle categorie nel rispetto delle norme
dell'autoregolamentazione, possibilmente concentrate nella mattina dello
sciopero generale (il trasporto pubblico locale sciopera 4 ore da gestire a
livello territoriale); il settore del credito partecipa allo sciopero per
l'intera mattinata; per i lavoratori dei quotidiani e delle agenzie di
stampa le 4 ore di sciopero prevedono modalità indicate dalla categoria; i
lavoratori delle radio e delle tv si "fermano" per 4 ore il 23 ottobre, con
le modalità che saranno definite dalle federazioni di categoria. Da
segnalare che nelle province di Trento e Bolzano, considerata la scadenza
elettorale, lo sciopero generale si svolgerà nella mattina del 30 ottobre.
Nella dichiarazione congiunta, Angeletti, Epifani e Pezzotta, ribadendo che
le scelte governative non trovano fondamento nei fattori di equilibrio della
spesa previdenziale e la manovra è dettata dal bisogno di coprire
l'"incapacità di rispettare una corretta politica di finanza pubblica",
affermano che è invece necessaria una forma più flessibile e volontaria di
scelta da parte dei lavoratori. In attesa della verifica del sistema
previdenziale prevista dalla riforma Dini nel 2005, i leader sindacali
propongono interventi soltanto in tema di previdenza integrativa e aliquote
contributive. I segretari di Cgil, Cisl e Uil evidenziano che, in effetti,
"il nostro sistema è in equilibrio ed è tra i più sostenibili in Europa".
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