Apre i battenti in Irpinia, a Lacedonia, la prima associazione sportiva
Pietro Mennea, che vede la partecipazione diretta del grande velocista
che ha onorato l’Italia conseguendo i più notevoli allori a livello
mondiale, ivi compresi oro olimpico e record del mondo sui duecento metri,
detenuto per ben diciannove anni. Si tratterà di una vera e propria scuola
per aspiranti atleti, portata avanti sulla scorta del volontariato e del
no profit, con la periodica presenza di Mennea, che, in stage
preordinati, insegnerà ai giovanissimi soci le metodologie di allenamento
che lo hanno condotto sulla vetta del mondo sportivo mondiale. E’ soltanto
la prima delle scuole, poiché dopo un mese seguirà l’apertura di
un’analoga associazione in Calabria, a Castrovillari, e quindi a Barletta,
in Puglia. E’ il miglior modo, questo, per veicolare nelle nuove
generazioni i valori essenziali dello sport, quale forma di reazione alla
sua attuale degenerazione, che consegue ad una eccessiva
commercializzazione dello stesso. Da questo derivano i problemi quale la
diffusione estrema del doping, le droghe che amplificano le prestazioni
sportive e snaturano, di conseguenza, lo sport, che dovrebbe essere,
invece, veicolo di superamento dei limiti umani per il solo tramite dei
sacrifici, secondo giuste istanze portate avanti anche dalle istituzioni
sportive, entro le quali, e non in opposizione ad esse, Pietro Mennea
intende operare. Questo rimarca con forza, in una sua dichiarazione,
l’eurodeputato, il quale afferma:
Non è mia intenzione dar luogo ad associazioni alternative alle
federazioni ufficiali, tanto è vero che la prima cosa che faranno i miei
collaboratori sarà la richiesta di affiliazione alla FIDAL, ovvero al
CONI. Ciò non toglie che centrale, nell’ambito delle attività didattiche,
sarà la lotta contro il doping e contro i falsi miti dei quali i giovani
molto spesso sono vittime. Lo sport deve essere praticato soprattutto
perché è un ottimo strumento educativo e formativo e non sotto l’influenza
del miraggio di facile notorietà e rapido arricchimento. Se l’una e
l’altro alla fine giungono non è male, ma non voglio assolutamente che i
giovani abbiano a patire cocenti delusioni o cerchino scorciatoie illecite
e pericolose per raggiungere gli scopi imposti dal mercato dello sport.
Sul motivo per il quale la prima associazione nasce in Irpinia, Mennea
risponde:
Perché a Lacedonia ho innumerevoli amici che intrattengono rapporti
collaborativi con me da molti anni. Ho verificato che hanno saputo creare
condizioni ideali per la nascita di una scuola e che già sono pronti a
partire. Si tratta di una scommessa: ma perché non scoprire se tra i
piccoli e giovani figli del forte popolo irpino non si nasconde un qualche
potenziale campione? Sono convinto che a molti basterebbe che gli venga
offerta la benché minima possibilità di emergere per dimostrare che lo
sport, in Italia, non è affatto finito con il ritiro di gente come me, ma
attende soltanto un piccolo aiuto per evidenziarsi. |