Domenica 26 e lunedì 27 novembre
prossimi si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio
di Istituto, che rappresenta l’organismo
esecutivo e decisionale per antonomasia, ovvero è l’organo di
governo della scuola.
Il nostro Istituto conta meno di 500
alunni, per cui in base a quanto
stabilito dall’art. 5 del Titolo I del Decreto Legislativo n. 297
del 16 aprile 1994, atto ad integrare i famosi Decreti Delegati del
1974, la composizione numerica del suddetto organo collegiale è di
14 membri, tra cui: il Dirigente Scolastico, 6 rappresentanti dei
genitori, un rappresentante del personale non docente, 6
rappresentanti dei docenti.
La lista dei docenti candidati nella
nostra scuola, ha adottato il seguente motto:
“PER UNA SCUOLA APERTA AL
TERRITORIO”.
Uno slogan che probabilmente
risulterà alquanto banale, scontato,
convenzionale.
Effettivamente, e francamente, non ci
siamo arrovellati troppo il cervello per formularne uno migliore,
più originale e geniale.
Tuttavia, riteniamo che l’assunto
scelto, per quanto schematico e semplicistico,
stia ad indicare la volontà e il proposito di esaltare e
rilanciare il ruolo della nostra scuola all’interno della realtà
ambientale e socio-culturale in cui essa è presente, concependo ed
interpretando la scuola dell’ “autonomia” nel senso migliore e più
giusto del termine, ossia come “scuola partecipata” e “scuola
allargata”.
Il motto ,
quindi, è la sintesi di una filosofia, di una visione della scuola
intesa come “scuola della partecipazione” (una partecipazione sempre
più ampia ed estesa, sia all’interno che all’esterno della realtà
scolastica in questione), è l’espressione di un progetto di
rinnovamento della scuola e della società intera.
Si tratta dunque di un disegno
di ampio respiro in cui la scuola riesca
ad esercitare una funzione di traino culturale, come centro o
elemento di “avanguardia” rispetto ad un processo più globale che
coinvolga l’intero contesto territoriale, socio-politico ed
intellettuale di appartenenza. In questo senso il nostro progetto,
di cui il motto è semplicemente la formula più sintetica e
simbolica, appare molto ambizioso, molto impegnativo, molto arduo e
difficile da realizzare, sicuramente molto più di quanto si possa
immaginare, per cui lo slogan adottato è
indubbiamente meno banale e meno convenzionale di quanto sembri.
Tutto sta ad intraprendere e gestire
un percorso progettuale che deve riuscire a coinvolgere tutte le
componenti, interne ed esterne, che
operano nella scuola e che vengono ad essere rappresentate
all’interno del Consiglio di Istituto: la dirigenza, i docenti, il
personale non docente e le famiglie degli alunni.
Pertanto, occorre sollecitare una
seria politica di investimenti locali, e
di altra origine (regionale, nazionale, europea) a favore delle
istituzioni scolastiche presenti ed operanti sul territorio (da qui
la necessità di una “rete di scuole”) in quanto agenzie promotrici
dell’istruzione pubblica, del sapere e della cultura come beni
comuni da mettere a disposizione dell’intera collettività sociale.
Così intesa ed organizzata, la scuola
potrebbe provare ad incidere positivamente ed efficacemente per
influenzare e condizionare lo sviluppo sociale, economico e
culturale della realtà territoriale nel suo complesso, interagendo
con le altre istituzioni, anche a livello politico-amministrativo.
Alcuni docenti
dell’I.C. di Sant’Angelo dei Lombardi
(Avellino) |