  | 
      
       
      
      PRESENTAZIONE di Piero Marrazzo 
       
      
      "Non c'è carità 
      più grande del fare in modo che un fratello non abbia mai più bisogno di 
      carità". La frase di Don Oreste Benzi è sospesa tra la speranza e 
      l'utopia, ma solca in modo netto il percorso di chi nella sua esistenza 
      vuole con decisione schierarsi da una parte. La scelta di campo di stare 
      dalla parte dei meno fortunati, degli esseri più deboli che sono portatori 
      nella maggior parte dei casi di una profonda ricchezza. E a questa 
      ricchezza non vuole rinunciare Giuseppe Leone, un solido irpino che ad un 
      certo punto della sua vita ha abbandonato una terra difficile per fare 
      rotta verso mari costantemente agitati. Che sia l' Africa o il Sud America 
      l'obiettivo non cambia, come non cambia la determinazione nel vivere una 
      scelta. La sua esperienza ci arriva attraverso le pagine della 
      pubblicazione che avete tra le mani:   | 
    
    
      | 
       
      il libro vive 
      un desiderio, quello dell'autore, di testimoniare la sfida di un uomo che 
      del "Buon Samaritano" ha fatto un modello. Ma cosa significa nella 
      tormentata esistenza dei giorni nostri ispirarsi ad un modello di tale 
      portata, così lontano dallo sfrenato messaggio consumistico che pervade i 
      rivoli delle società ricche o povere dell'emisfero. Aiutare a non perdere 
      i valori del rispetto per la persona, del lavoro come strumento capace non 
      solo di evadere bisogni limitati e materiali, ma anche utile ad elevare i 
      comportamenti ed arricchire il paniere dell'etica. Ma serve una siffatta 
      solidarietà ad esseri umani che a volte hanno rinunciato persino alla 
      dignità, possono padri e madri stremati dalla fame e dalla malattia 
      stringere la mano tesa da uomini come Giuseppe 
      Leone? Ci vuole una buona dose di amore laico o di profonda fede 
      religiosa per non cadere nello sconforto del pessimismo e rinunciare alla 
      sfida impossibile di cambiare le Cose. In Italia come nel resto del mondo 
      è sempre necessario scendere, come racconta Carlo Levi nella prefazione di 
      "Cristo si è fermato a Eboli", nel profondo dei moralismi della società 
      allo stesso modo di come Gesù fece a Gerusalemme. Sono tutti sempre pronti 
      a giudicare chi naviga per acque perigliose, generosi di parole vuote, ma 
      così poveri di gesti di aiuto. Dietro l'angolo della nostra vita ci sono 
      fragili esseri umani, sta a noi decidere di voltare lo sguardo e non 
      vederli, oppure passargli accanto e superarli con l'indifferenza della 
      presunta superiorità sociale, fisica od economica. Ma siamo così sicuri 
      che le nostre società occidentali siano forti e strutturate, dotate di 
      mura spesse e alte tali da difenderci dalle paure profonde? Non pare 
      proprio se pensiamo al male oscuro che pervade le coscienze di milioni di 
      persone nel nostro paese e nelle altre nazioni definite ricche. Ed allora 
      accogliete questo libro come una testimonianza che nella nostra vita 
      scegliere il bene può costare prezzi altissimi, può portarti ai confini 
      della sconfitta, ma alla fine si tramuta nell'unica meta consona all'uomo, 
      pellegrino in transito nel mondo che conosciamo.   
                                                                                                                
       
                    
      Piero Marrazzo  |