Partito della Rifondazione Comunista

ALTA
IRPINIA,
un territorio in discussione !! ….
La ricerca e la definizione di duraturi meccanismi di crescita
economica delle aree interne della Campania, ed in particolare dell’Alta
Irpinia, passano attraverso la prioritaria acquisizione di due fondamentali
principi:
1.conoscenza complessiva delle
varie potenzialità del territorio e loro presa di coscienza da parte
degli utenti del territorio stesso;
2.creazione di un tessuto
imprenditoriale diffuso, inteso principalmente come nuovo atteggiamento
culturale rispetto al bisogno di un futuro diverso.
L’Alta Irpinia, a dispetto di una non eccessiva attenzione ad essa rivolta
dai livelli di programmazione a scala maggiore, negli ultimi anni ha
autonomamente perseguito con proprie energie tentativi di elaborazione
progettuale, che le hanno consentito di creare condizioni di oggettive
opportunità da spendere sul terreno della crescita e dello sviluppo, a
fronte di una situazione occupazionale nel settore dell’industria ( leggi
aree ex art. 32) oggettivamente preoccupante (la situazione del
Calaggio ne è emblema) e di una agricoltura eccessivamente
interessata solo a sfruttare le opportunità di acquisizione di risorse
pubbliche e comunitarie che non a mettersi in discussione rispetto al suo
effettivo ruolo produttivo e di ripensamento una sua inderogabile
ricollocazione all’interno di un panorama economico teso essenzialmente al
depauperamento del territorio.
Su questi aspetti vi è la necessità di riappropriarsi di un livello della
discussione e della programmazione in un’ottica nuova che ponga le premesse
per una radicale inversione di logiche produttive oramai consolidatesi come
estranee al nostro territorio.
L’opportunità di sperimentare un nuovo percorso di elaborazione può essere
rappresentato dalle opportunità offerte dal Distretto Industriale di CALITRI,
che all’interno della programmazione regionale del POR ha ottenuto la
possibilità di disporre di risorse economiche rilevanti da investire per la
definizione di un livello infrastrutturale consono alle necessità
territoriali e per la creazione di nuova imprenditorialità.
Tale occasione può rappresentare un laboratorio proficuo e non, ciò che
nessuno vuole, una mera e inutile realizzazione di infrastrutture
fine a se stessa.
I segnali di forte novità sono in tutta la loro potenzialità venuti fuori in
termini ben definiti; si è strutturato una diffusa condizione di pensare e
perseguire percorsi autonomi pensati dal basso.
Sono notorie le azioni messe in atto dai vari strumenti della programmazione
negoziata, Contratto D’area, Patti territoriali in primo luogo, dai PIT
sugli Itinerari Culturali, Parchi Letterari, Gruppi di Azione Locale ed
altro.
Pur nella comprensibile sovrapposizione ed interferenza creatasi tra questi
vari strumenti , è indubbio il profilarsi all’orizzonte di nuove opportunità
di crescita socio-economica ; le varie azioni messe in atto sono finalizzate
a consegnare a questo territorio una nuova dimensione culturale che partendo
dalla valorizzazione della qualità ambientale e delle rilevanti emergenze
storico –archeologiche – architettoniche e paesaggistiche, possono
innescare un virtuoso circuito di produzione di risorse che, se veicolate in
un’ottica di sistema, risulta oggettivamente plausibile chiedere al mondo
della politica una diversa e nuova stagione di rapporti con le aree interne.
E’ in tale direzione che le energie e le intelligenze ancora aggrappate
a questa terra sono impegnate; ed è per queste energie, per questa terra e
per la storia di decenni di fatica e sofferenze che la politica deve
assumere un valore aggiunto e non un’occasione di mera e fatua
autocelebrazione.
Per evitare ciò, come candidato del PRC del Collegio Provinciale e delle
zone interne della regione Campania , indico alcune questioni comuni e
peculiari delle nostre comunità.
La nostra è un’area interregionale, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata,
territorio di cerniera tra Napoli e Bari, che ha come centro l’area
Industriale del Calaggio da tutti osannata, ma che sostanzialmente non ha
avuto fortuna, nonostante la grande quantità di denaro pubblico speso.
Questo è il più grosso problema che la nuova Regione dovrà affrontare
poiché, tra le fabbriche fallite e quelle in difficoltà, la situazione si è
fatta molto pesante; fra i 1.800 posti di lavoro persi nel 2003 dalla
provincia di Avellino, molti vengono proprio dal Calaggio con circa 200
posti persi. L’Autogestione ( attraverso la Capitalizzazione delle
spettanze arretrate)da parte dei lavoratori delle Aziende dallo stato e
fallite.
La seconda questione che riguarda il nostro territorio è sicuramente
l’Agricoltura, che qui è il settore primario. Due mi sembrano le linee di
orientamento più importanti: la filiera del Grano e dei Cereali in genere, a
partire dal lavoro della terra (quando si parla di Tracciabilità questa
parte del Lavoro viene sempre omessa), e quella della Carne e del Latte,
valorizzando i prodotti della nostra terra e dei nostri pascoli che sono
ancora per certi versi incontaminati.La Politica Agricola Comunitaria, non
può trattare il lavoro come se fosse un’appendice”cioè produci o non produci
è la stessa cosa, tanto l’aiuto Comunitario lo prendi lo stesso” è una sorta
di cassa integrazione, senza dirlo. E dopo il 2013 che si fa?
La questione delle fonti Energetiche Alternative deve vedere impegnata
fortemente la Regione nonché la Provincia, non solo per il suo Sviluppo, con
la creazione di veri e propri laboratori di ricerca a partire dalle scuole,
ma anche valorizzando il centro di ricerca Regionale, in contrada Formicoso
( cosa gia richiesta dalla IVPC, e, finora senza Risposta).
Partendo dal Piano Energetico, bisogna fare una seria programmazione del
e sul territorio della distribuzione dell’Eolico, in modo da salvaguardare
oltre alla risorsa, il vento, anche il paesaggio, la ricerca di nuovi siti
non può essere un fatto casuale.
Sperimentare anche le nuove fonti, come il Solare, il Termico e il
Fotovoltaico, con piccole centrali anche Idroelettriche a Diga San Pietro e
Conza della Campania, riconsiderando il ruolo dell’acqua non come una
merce, ma un bene Comune Dell’Umanità. Inoltre verificare la possibilità
di far risparmiare il costo del KWH alternativo, del costo energetico se
prodotto con altre fonti tradizionali, petrolio, carbone, Ecc. Ecc…
La questione mai risolta dei Rifiuti Solidi Urbani non può e non deve
essere affrontata in maniera Emergenziale: ci vogliono soluzioni definitive
che non possono essere le Discariche.
La lotta paga: per adesso, le discariche sono chiuse, ma non basta.
Occorre che la nostra Provincia si faccia effettivamente carico dei suoi
Rifiuti e li smaltisca correttamente senza correre il rischio che altri,
profittando della nostra debolezza, vengano a scaricarli da noi. Siamo
sostanzialmente un’area che produce Rifiuti poveri e, quindi, smaltibili in
loco attraverso una seria separazione Secco Umida dei Rifiuti , a partire
dalla casa. Con una impiantistica si possono separare gli RSU ed inviarli ai
consorzi nazionali della plastica, del vetro, della carta e del ferro,
mentre l’Umido, visto che gli impianti di compostaggio Conza della Campania
e Bisaccia, possono tranquillamente soddisfare le nostre esigenze
territoriali
La questione dell’acqua come bene comune da non privatizzare, magari
riunificando lòa gestione e la risorsa tutta a livello Regionale, per
evitare comportamenti contraddittori nella regione e con le Regioni
confinati(Puglia AQP Molise e Lazio) senza dimenticare che la prima delibera
di opposizione alla legge finanziaria del 2002 venne proprio da Lacedonia.
La questione delle Scuole non è solo strutturale, ci sono anche
problemi di indirizzo legati, non solo all’evoluzione scientifica della
società in generale , ma anche alla necessità di ripensare al sistema
Istruzione finalizzandolo alle nuove professioni ed alle prospettive di
sviluppo del mercato del lavoro in loco ( per intenderci non possiamo
continuare a fabbricare diplomati e Laureati e mandare i giovani altrove),
valorizzando qui l’investimento che le famiglie fanno.
Viabilità e Trasporti: qui l’isolamento è quasi totale. A parte i raccordi
Autostradali, il resto sono tutte macerie. Spero che la Candidata a
Presidente nel suo giro elettorale se ne renda conto ed una volta eletta
intervenga.
La questione del reddito di Cittadinanza non puo essere risolta ( anche se
non lo è ancora) solo un fatto di sussidio economico, bisogna dare
prospettiva di lunga durata agli abitanti di questa Regione, quindi la
questione del Collocamento, anche esso privatizzato e precarizzato.
Valorizzare infine la rete dei piccoli Comuni, per eliminare lo strapotere
dell’ANCI che non tiene affatto conto delle nostre realtà, andando anche
incontro alla necessità che l’Ente provincia, anche in funzione ad i nuovi
poteri conferitogli dalle varie riforme, sia effettivamente più vicina alle
nostre piccole Comunità, favorendo anche l'approvazione della legge sui
piccoli Comuni ferma al Senato.
Naturalmente questi vogliono essere solo alcuni spunti di riflessione per la
campagna elettorale, dell’Unione guidata da Antonio Bassolino.
Lacedonia 5/ marzo 2005 Antonio Di
Ninno Candidato PRC
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