Irpinia Teora - Lacedonia 3-3 |
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LACEDONIA, DOPPIA RIMONTA CHE VALE SOLO UN PARI.Due volte sotto, i rossoblù recuperano lo svantaggio. Ma il pari sembra non bastare. di Domenico Bonaventura Un filotto di vittorie, s’era detto. “Urge un filotto di vittorie”. Questo il sentimento comune tra i tifosi per sperare in un rilancio della squadra. Pare proprio che chi scende in campo non la pensi così. Due pareggi consecutivi non sono esattamente quello che ci si sarebbe aspettati da undici giocatori che non possono nascondersi dietro la fumosa cortina della continua emergenza-infortuni. Il 3 a 3 contro l’Irpinia Teora (sul campo neutro di Montemiletto), squadra di media classifica e senza particolari pretese, conferma la tendenza al pareggio che ultimamente i nostri baldi giovani hanno palesato. E’ evidente un approccio mentale errato, quasi si fosse in una gita liceale. Se dopo nemmeno 15 minuti abbiamo già subito due reti, qualcosa vorrà pur dire. La difesa in modo particolare (Senese-Damiano-Leonardo Megliola-Ivan Di Conza) pare soffrire non poche amnesie che aprono preoccupanti crepe al suo interno. E’ proprio da due macro-errori della nostra retroguardia che scaturiscono le prime due marcature dei padroni di casa. La reazione tuttavia è veemente, e si concretizza con un rigore trasformato alla mezzora da Sciretta, concesso per un netto fallo di mano in piena area di un difensore avversario. Nel secondo tempo, il pallino del gioco è totalmente nelle mani dei nostri giocatori, che costringono gli avversari nella propria metà campo. Il frutto del forcing è la rete di Leonardo Megliola, abile, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ad indirizzare il pallone “dove nessuno può arrivare” (frase coniata all’istante dallo stesso marcatore). Nemmeno il tempo di esultare, però, che arriva il nuovo vantaggio dell’Irpinia Teora, ancora una volta con la complicità della difesa, impreparata su un innocuo spiovente da destra; Palladino si ritrova a dover fronteggiare a pochi passi un giocatore avversario, sulla cui conclusione nulla può. In avanti alla disperata ricerca del pari, gli ospiti pervengono finalmente al pareggio all’ ’85. E’ ancora Sciretta, liberato al tiro da un bel passaggio di Antonio Vece, a bucare l’estremo difensore avversario, ristabilendo la parità. Il match finisce qui, senza altri sussulti. La reazione, è evidente, c’è stata. Sotto per due volte (la prima di due gol), abbiamo recuperato in entrambi i casi. Tuttavia, la riflessione che viene spontanea è un’altra. Andare in trasferta ad Avellino (Falchi Rossi), segnare due reti e subirne tre; andare in trasferta contro l’Irpinia Teora, segnare tre reti e subirne altrettante. Bene, quando fuori casa si va a segno due, tre volte, non c’è storia, bisogna fare bottino pieno. Il fatto che questi 5 gol siano valsi un misero punto dovrebbe far riflettere. Lì dietro c’è qualcosa da registrare. Mancano ancora nove gare al termine del campionato. Rimbocchiamoci le maniche, il miracolo è ancora possibile. IL MIGLIORE IN CAMPO. Senza dubbio Sciretta, sempre più pistolero di questa squadra. Segna con freddezza il rigore della riscossa, si fa vedere in campo come raramente di questi tempi. Nella seconda frazione, spostato più sul centrocampo, fa impazzire gli avversari col suo movimento. In più, s’infila nello spazio dettando il passaggio di Vece per la rete del pareggio, che almeno evita una cocente umiliazione. àncora.
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