Melitese - Lacedonia 3-1 |
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LACEDONIA, LA PAR CONDICIO NEL CALCIO.Ancora una volta gli uomini di Caggiano tornano a casa con tre reti al passivo. E il gol di Sciretta di Domenico Bonaventura Impegnati al “Renzulli” di Ariano Irpino contro la Melitese, i nostri rossoblu vengono bucati per altre tre volte. E la figura rimediata è di quelle dure da digerire. Un 3 a 1 che non ammette repliche. E che conferma, una volta di più, il periodo di scarsa concentrazione -eufemismo- vissuto dalla nostra retroguardia. Perché, se è vero com’è vero che si vince e si perde in undici, è altrettanto vero che l’errore di un singolo può determinare irrimediabilmente l’esito di un match. Le assenze nell’undici titolare si fanno sentire. In modo particolare, Palladino non avendo “controfigure” in rosa, si palesa elemento insostituibile. Si cerca di puntare sulla grintosissima maturità del redivivo Giuseppe Cuozzo, il quale, però -non voglio essere spietato-, pare non essere più quello di una volta. In avanti Nicola Bonaventura ha smarrito quel cinismo che lo ha portato più volte alla rete nelle passate apparizioni, mentre Sciretta va, sì, a segno, ma ha il demerito di sbagliare il “rigore della speranza” e di non essere, al contrario di altre occasioni, quel silenzioso trascinatore che conosciamo. Il centrocampo, come detto, soffre l’assenza di un metronomo (Clemente, schierato insieme a Quatrale, non ne ha le caratteristiche), mentre sulla difesa, che dire… Dovrebbe essere un muro, pare più uno scolapasta. E’ da altrettanti colossali svarioni della retroguardia, infatti, che nascono le tre reti dei padroni di casa. La prima è un macro-errore del giovane Di Conza che, improvvisamente innamoratosi della sfera, evita accuratamente di cederla a qualche compagno meglio piazzato, fino a farsela soffiare da un avversario il quale, tutto solo, s’invola verso la porta e batte Palladino. I nostri baldi giovani cercano e trovano una reazione furente e decisa: è Sciretta che, da fuori area, fa secco il portiere avversario con un destro (!) preciso. Ma la nostra difesa non ci sta e, stavolta con la collaborazione di Palladino, consente ad un avversario di andare a rete di testa da posizione impossibile. Non bastasse, arriva pure la rete della tranquillità, frutto di una colossale papera difensiva, che mette un avversario a tu per tu con Palladino. In uscita, il portiere frana sull’avversario: rigore e gol. La partita sembra chiusa, ma è smossa da un sussulto degli ospiti, che conquistano un calcio di rigore. Ad incaricarsi della battuta è Sciretta, il quale però manca incredibilmente il bersaglio. E’ il segno tangibile di una squadra spenta, quasi svogliata. Che merita in pieno il risultato finale. Un 3 a 1 che non fa una piega. Anzi, a recriminare sono addirittura i giocatori della Melitese, che avrebbero potuto dilagare. Dunque, coda tra le gambe, testa bassa e a casa. Errare è umano, perseverare è diabolico. Tre sberle ad Avellino contro i Falchi Rossi, altre tre a Montemiletto contro l’Irpinia Teora: giocando sui proverbi, potremmo dire che non c’è due senza tre. E’ più probabile, però che in piena campagna elettorale i nostri vogliano rispettare con fedeltà la legge della par-condicio. Speriamo si ravvedano… IL MIGLIORE IN CAMPO. Impossibile scovarne uno. Una sconfitta umiliante e bruciante quale è questa presuppone una prestazione indegna ed inguardabile da parte di tutti. Nessuno escluso. Quindi, arrivederci alla prossima settimana. Sempre che qualcuno si ricordi di giocare.
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