Lacedonia - Montemiletto 3-3 |
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IL LACEDONIA PAREGGIA 3 A 3 MA MANTIENE L’ IMBATTIBILITA’ CASALINGA. Giornata n. 29 - 30/4/2006- Non basta una doppietta del solito N. Bonaventura e una rete di Quaglia per chiudere con i tre punti. di Domenico Bonaventura Penultima partita stagionale, ultima in casa, dove c’era l’imbattibilità da mantenere. Missione impossibile? Macchè. Il Montemiletto, infatti, pur alla ricerca dei punti salvezza, non è esattamente quella che generalmente viene definita una corazzata inaffondabile. Al “Tonino Arminio” si gioca in una giornata di fine aprile, ma le condizioni atmosferiche non sono poi tanto diverse da quelle di inizio gennaio, quando si disputò il match d’andata. Allora, i nostri rossoblu furono autori di uno splendido secondo tempo, tutto cuore e muscoli, che consentì loro di ribaltare un risultato che li vedeva in svantaggio. Stavolta, il copione si ripete, ma pare che le parti si siano invertite. Ci si aspettava una bella giornata di sole, che richiamasse un numeroso pubblico sugli spalti. Invece, la pioggia che va e viene consiglia ai più di disertare. Grande assente della giornata, Mister Caggiano. La formazione, eccezion fatta per qualche pedina, è quella base. Palladino in porta; Leone, Damiano, Ivan Di Conza e Senese in difesa; Quaglia, Quatrale, Clemente e D. Bonaventura sulla linea mediana; N. Bonaventura e il giovanissimo Leonardo Cuozzo (solo 17 anni) in avanti. Dopo un’iniziale fase di studio (vi partecipa anche Clemente, che decide di studiare da molto vicino la natura chimica del terreno di gioco: stilisticamente perfetta la sua caduta), le due squadre iniziano a portare attacchi all’area avversaria. Noi attacchiamo soprattutto da sinistra; in quella zona, al 15’, D.Bonaventura conquista un calcio di punizione. Clemente, nel frattempo rialzatosi, scodella al centro per N.Bonaventura che, indisturbato, può girare comodamente di testa e battere il portiere. Neanche cinque minuti e arriva il raddoppio: ancora uno spiovente di Clemente, stavolta dalla destra. Il colpo di testa di D. Bonaventura è impreciso, ma serve involontariamente il fratello, che di destro insacca. Una rete “contesa”, dal momento che la paternità è reclamata da ambedue gli attaccanti. Sembra di assistere ad una di quelle puntate di “Holly&Benji” in cui Holly e Tom Becker segnano colpendo entrambi il pallone. In ogni caso, il mistero è presto svelato, perché anche Cuozzo ammette che la segnatura è del suo compagno di reparto. Sul 2 a 0, i nostri baldi giovani si rilassano un po’ troppo. Immediatamente, arriva il gol che accorcia le distanze. Un calcio d’angolo dalla destra non viene trattenuto da Palladino, che perde la sfera, spingendola addirittura in rete: è lui il vero capocannoniere della squadra. Come se non bastasse, gli ospiti pervengono al pareggio: sono sufficienti tre passaggi per bucare una difesa altissima (va di moda “fare il fuorigioco”) e piazzare un giocatore a tu per tu con Palladino, che a sua volta si fa bucare sul suo palo. Ovviamente ora la partita è apertissima. Pochi minuti prima del riposo, però, ci riportiamo in vantaggio. E’ Clemente (sempre lui!) a servire D. Bonaventura, che elude l’intervento di un avversario e apre per Quaglia; questi, solissimo, appena entrato in area, batte il portiere avversario. Nella seconda frazione, l’unica emozione da segnalare è la rete del pareggio ospite, su colpo di testa dopo un cross dalla sinistra. Il risultato è così fissato sul 3 a 3, e dobbiamo dire grazie all’ingresso di Nicola Vece se la partita acquista quell’imprevedibilità e quella fantasia che prima mancavano. Memorabile la sua ammonizione, per aver mandato palesemente a quel paese l’arbitro e allontanato il pallone. Si conclude, così, il torneo interno di una squadra che, partita per salvarsi, si è tolta qualche sfizio e regalato qualche soddisfazione ai tifosi. Solo che, porca miseria, mi sono fatto male un paio di volte e non riesco a segnare!! IL MIGLIORE IN CAMPO: Clemente, senza ombra di dubbio. Fa un po’ di tutto, in questa partita: il “giocatore” (ci prova…), il capitano (con quella fascia al braccio parla il triplo), ma soprattutto il geologo. Estetica perfetta nella sua caduta, per di più proprio sotto i tifosi, che si sbellicano per un quarto d’ora. Mi dirà di tutto, ma ‘sto sfizio me lo dovevo togliere. Bla-bla. |